venerdì 31 dicembre 2010

I Presidenti della Repubblica e i messaggi di fine anno

fonte quirinale.it
E' ormai una consuetudine che data da più di 60 anni, questa del messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica. Il primo discorso è stato quello di Luigi Einaudi, Presidente dal 1948 al 1955. Il 31 dicembre del 1949, Luigi Einaudi legge un breve messaggio agli italiani:
"NEL RIGOGLIO DI INTIMI AFFETTI SUSCITATO DA QUESTA TRASMISSIONE MI È CARO INTERPRETARE CON LA MIA PAROLA IL FERVORE DI SENTIMENTI CHE, COME SULLA SOGLIA DI OGNI ANNO, COSI NELL'ATTUALE VIGILIA TUTTI CI ACCOMUNA IN UN PALPITO DI MUTUA COMPRENSIONE E DI FRATERNA SOLIDARIETÀ.
SE ANCOR ASPRO È STATO PER MOLTI IL CAMMINO PERCORSO NELL'ANNO, SE I RIFLESSI DELLA TRAGEDIA VISSUTA DALLA PATRIA NON SONO STATI ANCOR TUTTI RIMOSSI E SE GRAVI PROBLEMI TUTTORA ATTENDONO SOLUZIONE, GIOVA RICONOSCERE CHE ANCHE NEL 1949 IL POPOLO ITALIANO HA PERSEGUITO CONCORDE E TENACE L'OPERA DELLA RICOSTRUZIONE; SICCHÈ È LECITO GUARDARE CON FIDUCIA ALL'AVVENIRE, CHE SARÀ QUALE NOI STESSI LO AVREMO MATURATO E MERITATO.
POSSA L'ANNO CHE SORGE, CON L'AIUTO DI DIO, ESSERE PER TUTTI FORIERO ALMENO DI TALUNE FRA LE SODDISFAZIONI DESIDERATE E POSSA IL SUO VOLGERE CONFORTARSI DI UNA ATMOSFERA DI PACE IN CUI SIA A TUTTI DATO DI REALIZZARE NUOVE TAPPE SULLE VIE DEL CIVILE PROGRESSO.
TALE SONO SICURO È IL COMUNE VOTO E TALE È IL MIO PERSONALE AUGURIO CHE SI RIVOLGE FERVIDO E AFFETTUOSO IN QUEST'ORA AD OGNI ITALIANO ENTRO E FUORI DEI CONF1NI DELLA PATRIA."
Repubblica,  ha preparato una pagina con tutte le Presidenze che si sono succedute dal 1948 ad oggi e con tutti i messaggi di fine anno dei vari Presidenti. Non è necessario leggerli tutti, si può facilmente immaginare che siano pieni di incoraggiamento e buone intenzioni, considerato che il Capo dello Stato è al di fuori della querelle politica e può quindi esprimersi con tutta l'enfasi e l'affetto che la sua personalità può esprimere. E, del resto, non può che essere così: una spinta a guardare al futuro con ottimismo e volontà, questo è spesso ciò che deve trasmettere un Capo dello Stato, alimentando questo augurio con la sua personale simpatia e carica umana.
Un aspetto interessante è la tag cloud delle parole più usate in questi messaggi di fine anno. Spicca la parola tutti, seguita a una certa distanza da popolo. Ecco l'elenco delle prime cinque parole, tratto dall'articolo di Repubblica:
  • Tutti (457 volte)
  • Popolo (321 volte)
  • Pace (230 volte)
  • Anno (203 volte)
  • Italiano o italiani (182 volte)
Dalla Presidenza di Giovanni Gronchi i messaggi si allungano e compare anche una ripresa filmata dell'evento. Sono i primi anni della televisione. Ecco il messaggio del 1960 di Giovanni Gronchi (cliccare sulla fotografia per accedere alla pagina di quirinale.it con il video).




fonte quirinale.it
Sempre più spesso, il ruolo del Presidente, nel suo messaggio augurale di fine anno, è quello di confortare e spronare, di essere un punto di riferimento imparziale per le cose fatte e quelle ancora da fare, anello di congiunzione tra politica e cittadini, al di là delle appartenenze individuali. E' così anche l'ultimo discorso del Presidente Giorgio Napolitano, che potete leggere e vedere in questa pagina, e di cui riporto un breve passo:


"Buona sera a voi che siete in ascolto.
Nel rivolgervi, mentre sta per concludersi il 2009, il più cordiale e affettuoso augurio, vorrei provarmi a condividere con voi qualche riflessione sul difficile periodo che abbiamo vissuto e su quel che ci attende. Un anno fa, molto forte era la nostra preoccupazione per la crisi finanziaria ed economica da cui tutto il mondo era stato investito. La questione non riguardava solo l'Italia, ma avevamo motivi particolari di inquietudine per il nostro paese.
Oggi, a un anno di distanza, possiamo dire che un grande sforzo è stato compiuto e che risultati importanti sono stati raggiunti al livello mondiale: non era mai accaduto nel passato, in situazioni simili, che i rappresentanti degli Stati più importanti, di tutti i continenti, si incontrassero così di frequente, discutessero e lavorassero insieme per cercare delle vie d'uscita nel comune interesse, e per concordare le decisioni necessarie. Proprio questo è invece accaduto nel corso dell'ultimo anno. L'Italia - sempre restando ancorata all'Europa - ha dato il suo apprezzato contributo, con il grande incontro del luglio scorso a L'Aquila, e ha per suo conto compiuto un serio sforzo.
Dico questo, vedete, guardando a quel che si è mosso nel profondo del nostro paese. Perché, lo so bene, abbiamo vissuto mesi molto agitati sul piano politico, ma ciò non deve impedirci di vedere come si sia operato in concreto da parte di tutte le istituzioni, realizzandosi, nonostante i forti contrasti, anche momenti di impegno comune e di positiva convergenza. Nello stesso tempo, nel tessuto più ampio e profondo della società si è reagito alla crisi con intelligenza, duttilità, senso di responsabilità, da parte delle imprese, delle famiglie, del mondo del lavoro.
Perciò guardiamo con fiducia, con più fiducia del 31 dicembre scorso, al nuovo anno."

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