sabato 8 gennaio 2011

Produttività e competitività: due spietati termini per la ripresa economica

Mario Draghi
Sembrerebbe questa la ricetta per la ripresa economica del vecchio continente: aumentare produttività e competitività. Ed è quello che tenta di fare la Germania,  per esempio, economia improntata all'esportazione, pesantemente colpita dalla crisi economica mondiale e dalla diminuzione delle esportazioni (-12,5% diminuzione del commercio mondiale, -17,9% diminuzione delle esportazioni in Germania, il dato peggiore dal dopoguerra [1]).
Mentre Draghi auspicava, nell'ottobre scorso
"L'Italia deve diventare produttiva e competitiva come la Germania"
Tremonti rispondeva
"Dire che dobbiamo fare come la Germania è superficiale, è roba da bambini"[1]
Giulio Tremonti
Ma roba da bambini prodigio, puntualizza G. Ottaviano su lavoce.info [1].
E quindi sembra che per aumentare produttività e competitività, oltre che libera adesione al pieno impiego [2], opposto al modello lavorativo francese delle 35 ore, serva anche la creatività. Ed ecco due idee creative:
"La prima: il ministero federale dell’Economia e della Tecnologia si impegna a promuovere la mobilitazione dell’industria tedesca in vista dei principali eventi sportivi. Per esempio, la tecnologia della sicurezza sarebbe stato uno dei principali argomenti nell’agenda del ministro durante la sua visita dello scorso aprile in Brasile, paese in cui si svolgeranno i campionati mondiali di calcio nel 2014. La seconda: il ministero federale dell’Economia e della Tecnologia si impegna a favorire le esportazioni di prodotti e servizi culturali e creativi, promuovendo la visibilità e la conoscenza nel mondo di ciò che le industrie culturali e creative tedesche hanno da offrire." [1]
In più, non disinveste ma aumenta gli investimenti nella cultura e nella ricerca, indovinando che il futuro dell'economia occidentale passa attraverso un aumento del tasso tecnologico e scientifico della propria produzione
"L’azione di politica economica doveva, tuttavia, essere ispirata a una visione chiara e realistica del futuro. In questo modo, si sarebbe resa capace di creare le condizioni istituzionali e strutturali per l’ulteriore sviluppo in Germania delle attività economiche del futuro: dall’industria sanitaria a quella della sicurezza, dall’industria aerospaziale a quelle della difesa e dell’energia, dall’industria farmaceutica a quelle della biotecnologia e della salvaguardia ambientale. Un obiettivo così ambizioso si sarebbe potuto raggiungere soltanto attraendo i migliori cervelli del mondo, offrendo un riconoscimento aperto e non burocratico ai diplomi, alle specializzazioni e alle qualifiche ottenute all’estero" [1]
E forse è in questo diverso atteggiamento il segreto per affrontare le sfide economiche del futuro, e non solo in un peggioramento delle condizioni dei lavoratori. Produttività e competitività sono due concetti che rischiano di andare sempre a braccetto con un aumento delle pretese o un ripensamento delle condizioni dei lavoratori, mosse come sono da  periodi di recessione economica. Si sa che le ristrutturazioni aziendali partono dai licenziamenti e dalla rinegoziazione. Il tema è delicato. Le economie emergenti hanno un vantaggio consistente nel minor costo del lavoro rispetto a quelle occidentali, dettate dalle condizioni di arretratezza dalle quali provengono e dalla visione di un modello di vita pur sempre migliore di quello precedente.
Produzione e competizione non sono, in assoluto, due termini negativi, ma lo diventano se usati come arma di ricatto. La storia dell'economia da artigianale a industriale è fondata sull'aumento della produttività e sulla diminuzione del costo di ogni singolo pezzo. Lo sviluppo scientifico  affranca dal duro lavoro a forza di braccia immettendo presidi tecnologici nella catena produttiva. Si assiste a un aumento della produzione anche in seguito a una diminuzione delle ore e delle giornate di lavoro, appunto perchè il processo diventa più mirato, selettivo, efficiente. E' questa la strada. Chiaro che, là dove esistono (specie nel pubblico impiego) sacche di inefficienza, queste vanno corrette. Ma anche il versante politico fatica a raggiungere elevati standard comportamentali: per esempio, la legge sulla corruzione, lamentava Bocchino a Omnibus su La7 di oggi (ieri per chi legge), è ferma in Senato, chiusa in un cassetto. E si sa che la corruzione è un buon sistema per aumentare i costi e ridurre l'efficienza.
Ho una accesa antipatia per coloro che vogliono far pagare sempre i più deboli. A volte è l'arma del ricatto, altre la considerazione che quanto più ampia la platea di coloro che sono toccati dai sacrifici, tanto minore sarà il sacrificio da fare. Discorsi di poco valore, entrambi.
In questo senso, il cosiddetto modello tedesco, potrebbe dimostrare che non sempre il metodo più usato (cioè quello usato finora) è il migliore, anzi.









[1] http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002081.html
[2] http://www.presseurop.eu/it/content/news-brief-cover/448101-il-match-della-competitivita

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