venerdì 25 febbraio 2011

Immaginiamo un governo perfetto: sarebbe esente da difetti?

fonte polipsych.com
Ammettiamo che sia in carica un governo democratico e concediamo che accada che improvvisamente ci si accorda che non c'è più bisogno delle elezioni, perchè questo è il migliore governo che si può sperare e non ce n'è bisogno d'altri.
Che accadrebbe? 

Per cercare di capirlo ipotizziamo che, improvvisamente, avete una rendita a vita per cui diventa inutile andare al lavoro. Che fate? continuate a recarvi a un lavoro magari sottopagato e sgradito oppure vi licenziate?

Ancora. Immaginiamo che improvvisamente vostro figlio sa tutte le materie, sa scrivere e far di conto, sa tradurre e disegnare: in pratica  non avrebbe più bisogno di andare a scuola perchè le nozioni che deve imparare le sa già tutte. Che fate: continuate a mandarlo a scuola o smettete? Qui è già un po' più difficile rispondere, però se lasciate decidere a vostro figlio, nove volte su dieci si sa già cosa risponde.

Adesso immaginate che la vostra automobile diventa, per così dire, trasparente alle multe. Cioè, qualsiasi infrazione commettiate, non si riesce a prendere il numero di targa e a farvi la multa  nè, commettendo queste infrazioni, rischiate mai di fare un incidente: ne risulta quindi una impunità stradale assoluta. Che fate? Cominciate a parcheggiare in area pedonale? Passate con il semaforo rosso, o andate contromano? oppure superate in curva, correte ai 200 in centro o cose similari? Per spiegarmi meglio: se aveste l'impunità assoluta per quanto riguarda le infrazioni al codice della strada che fareste, ne approfittereste?

Ammettiamo, infine, che improvvisamente potete mangiare tutto quello che vi pare e piace, senza mai ingrassare o avere problemi di salute: potete mangiare salato, tutti i dolci che volete, bere alcolici senza problemi al fegato, e via di questo passo. Che fate: vi date ad una pazza abbuffata?

Perchè ho fatto questi esempi e, soprattutto, c'entrano con la questione della durata eterna di un governo democratico quanto si vuole?

Nessuno di noi è esente da pecche. Anche l'uomo migliore può cadere nell'assolutismo. L'assolutismo è un genere di pensiero che non contempla chi la pensa diversamente. Ammettiamo che questo governo democratico eterno sia portatore di alcune convinzioni, tutte in assoluta buona fede e senza interessi personali. Ma ipotizziamo pure che, proditoriamente, in mezzo a tante idee buone ce ne sia una bislacca. Ora, se questo governante, convinto, in assoluta buona fede, della bontà delle proprie azioni, continua a perseguire le proprie convinzioni con ciò causando il male altrui (senza che se ne renda conto) è da considerarsi un despota o una vittima della sua bontà?


Io so che per ciascuno di noi è difficile rispondere alle domande fatte sopra, perchè sono situazioni impossibili e perciò è difficile farsi un'idea di cosa significherebbe viverle personalmente. Però si possono portare degli esempi per cercare di comprendere cosa significherebbe viverle. E' risaputo che di notte si è più spericolati con le auto. L'assenza di gran parte dei controlli diurni e l'assenza anche degli altri che funzionano essi stessi da controllori scatena gli istinti meno civili. E' per questo che molti furti avvengono di notte, e alcuni tipici incidenti automobilistici, nonchè certi reati contro la persona come le violenze sessuali. L'assenza di qualcuno che ti osserva, anche un semplice concittadino, è motivo, per molti, per allentare il proprio autocontrollo.
Chi di noi, cittadini integerrimi, se al momento di pagare, per esempio, il bollo della propria auto, si sentisse dire -ecco il tagliando, qui risulta già pagato, non mi deve niente-, si metterebbe a fare questione, a cavillare, a pretendere di pagare per forza? Ritengo pochi, e non perchè in noi culla l'animo del criminale ma perchè la maggior parte di noi ha una sorta di idiosincrasia verso ogni genere di tasse e se improvvisamente, senza aver in nessun modo iniziato o favorito la cosa, per errore accade che il bollo della nostra auto risulti già pagato beh, come si dice, se lo dite voi...

Io penso che gli esempi che si possono fare sarebbero numerosi: se per qualche motivo, in maniera illecita, ma senza nessuna azione o volontà da parte nostra, ci troviamo nella possibilità di infrangere i regolamenti, se non vediamo direttamente qualcuno essere danneggiato direttamente da questo fatto, l'accettiamo senza pensarci troppo.
Questo perchè non vediamo direttamente la persona danneggiata, e forse perchè nemmeno c'è un danneggiato singolo: è danneggiata tutta la comunità e quando il danno è per tutti è come se non fosse per nessuno.

Se non ci fosse qualcuno (propriocezione ed esperienza) ad impedirci certe azioni, per noi sarebbero tutte lecite, tutte ammesse, con il risultato finale che non riusciremmo a camminare su due piedi. Camminare è il risultato di numerosi processi. La società come la conosciamo è il risultato dell'inibizione di alcuni nostri comportamenti dovuto alla presenza degli altri. In nessun momento, nella nostra vita, ognuno di noi può fare esattamente tutto quello che vuole o tutto quello che gli passa per la testa. L'inibizione all'azione in campo sociale svolge lo stesso ruolo della propriocezione e dell'esperienza nell'imparare a camminare, quello cioè  di coordinazione neuro-muscolare insieme agli organi di senso, entrambi impegnati nel selezionare il modo giusto di disporre il proprio corpo passo dopo passo. Se fossero consentiti tutti gli atti, non emergerebbero quelli indispensabili a camminare ma li esibiremmo tutti insieme, con il risultato di non riuscire ad eseguire correttamente il movimento. Nel campo sociale è lo stesso: chi tollererebbe un individuo che violasse continuamente le regole di comportamento civile? E lo stesso nel governo delle nazioni: se un governante non ha limiti alla sua azione, come farà a discriminare tra atti con effetto positivo e atti con effetto negativo?
Questo anche considerando questo governante come persona liberale e democratica, genuinamente interessato a risolvere i problemi altrui e così via, per il semplice fatto che
  • E' necessario avere un feedback dei propri atti (sia fisici che legislativi)
  • Non si può avere il potere assoluto, neanche se si è il migliore degli uomini (questo nella convinzione che la nostra formazione come uomini civilizzati passa attraverso l'eliminazione di molti nostri atteggiamenti e atti più naturali) senza un confronto costante e l'eventualità di non essere ascoltato.
Diciamo che, in linea di principio, nessuno possiede tutta la verità. Un governante potrà anche governare per un tempo indefinito purchè ciclicamente la sua candidatura venga posta sotto esame dal confronto. Perchè in effetti, è si possibile che esista una dittatura dell'uomo perbene (a sua insaputa) ma è anche possibile che esista una dittatura delle scelte, quando cioè le alternative non esistono o sono improponibili.

Quanto al cosa accadrebbe della domanda iniziale, rispondo la prossima volta.

3 commenti:

  1. Un governo perfetto? Perché? Abbiamo veramente bisogno di un governo?

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  2. Occorrerebbe verificare se l'autogoverno è una soluzione attuabile. In mancanza di questo dobbiamo delegare.

    RispondiElimina
  3. Occorrerebbe verificare se l'autogoverno è una soluzione attuabile. In mancanza di questo dobbiamo delegare.

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