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Che fine ha fatto Marco Pannella? La televisione parla di fatti di cronaca ma dà poco risalto a quello che fa il fondatore del Partito Radicale. E', come al solito, in sciopero della fame dal 20 aprile, sciopero al quale vorrebbe aggiungere quello della sete, per protestare contro la situazione nelle carceri italiane, se non fosse che un bollettino medico stilato due giorni fa prescrive, in caso di continuazione del digiuno, la necessità di un ricovero. L'occasione per parlarne me la da Adriano Sofri sul Foglio che esordisce così
Caro Marco Pannella, non solo stai digiunando – con breve interruzione – da quasi due mesi, ma ora hai cominciato uno sciopero della sete. Nonostante questa enormità, pressoché nessuno nei mezzi di informazione mostra di accorgersene.
Quella previsione è diventata una prescrizione: Pannella è in ospedale, come si apprende dal sito Radicali italiani
Marco Pannella, in digiuno dal 20 aprile scorso “affinché l’Italia possa in qualche misura tornare a essere considerata una democrazia”, dalla mezzanotte di domenica è passato allo sciopero della sete ed è attualmente ricoverato in ospedale.
Il motivo dello sciopero, al quale aderiscono oltre 13 mila persone
tra detenuti e loro familiari, agenti di Polizia penitenziaria, psicologi, volontari, avvocati, personale amministrativo, oltre a numerosi cittadini e cittadine,
è legato alla situazione nelle carceri italiane
per chiedere che venga varato un provvedimento di amnistia che riporti la condizione di detenzione in carcere entro standard occidentali, liberando la giustizia da milioni di processi arretrati destinati alla prescrizione.
Che la situazione delle nostre carceri sia disastrosa è di tutta evidenza, che gli imputati di processi che finiranno comunque in prescrizione è meglio che siano liberati sembrerebbe comportamento umanitario (ma ho detto sembrerebbe), che la soluzione del problema sovraffollamento delle carceri sia l'amnistia periodica beh, su questo ho qualche dubbio. Allo stesso modo della battaglia per la legalizzazione delle droghe leggere, non è dato sapere se l'amnistia contribuirà a ridurre o aumentare il numero dei reati (come non si sa se la legalizzazione contribuirà a ridurre il consumo e l'attività legata allo spaccio di droghe). Di sicuro libererà dal sovraffollamento, ma con il dubbio che aumentino i reati in concomitanza con l'uscita dalle carceri. Il tema non è di facile soluzione. Quello che è certo è che è necessario un trattamento umano anche di chi si trova in stato di detenzione.
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