mercoledì 8 giugno 2011

Enterohemorrhagic Escherichia coli: un'epidemia gestita male?

Su Nature, Marian Turner passa al setaccio la recente epidemia (che per fortuna sembra in attenuazione) di enterohemorrhagic Escherichia coli che ha colpito la Germania, in maniera più consistente, e molte altre nazioni d'Europa in maniera più lieve (Italia esclusa), in un articolo dal titolo Microbe outbreak panics Europe (Il contagio di un microbo getta nel panico l'Europa) il cui sottotitolo è ancora più esplicito Spread of rare Escherichia coli strain raises questions over surveillance of infectious diseases ovvero La diffusione di un raro ceppo di Escherichia coli solleva interrogativi sulla sorveglianza delle malattie infettive.
I punti sui quali indirizza la sua attenzione sono questi:

  • Lentezza della segnalazione. Il primo malato è stato ospedalizzato il 1° maggio, secondo il Robert Koch Institute (RKI, l'agenzia federale per la sorveglianza sulle malattie infettive) però solo il 22 maggio è arrivata la segnalazione di un inusuale numero di contagi  da Ehec alla Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control). Di solito, nota A. Fruth del RKI, occorrono 14 giorni per segnalare un'epidemia.
  • Tra le cause di questo ritardo il fatto che la malattia causata da Ehec solitamente non colpisce gli adulti, ed è stata confusa, inizialmente, con un'infezione da Salmonella. In più, il batterio presentava comportamenti inusuali rispetto ai tipici ceppi di Ehec, il che ne ha ostacolato l'identificazione. Per questo motivo e anche per il fatto che i laboratori locali inviano rapporti settimanali, l'identificazione -E. coli ceppo O104:H4-  si è avuta solo il 25 maggio.
  • Flemming Scheutz, a capo del  World Health Organization Collaborative Centre for Reference and Research su Escherichia e Klebsiella a Copenhagen, dice che l'identificazione sarebbe stata più veloce  se si fosse usata la tecnica della PCR (polymerase chain reatcion) per aumentare il materiale genetico del batterio trovato nelle feci dei pazienti, tecnica non ancora molto usata sui singoli pazienti.
  • Una segnalazione più rapida permette a ospedali e laboratori di comprendere la situazione più tempestivamente. Dal 1993, il Cdc (Center disease control) di Atlanta, in seguito a un'epidemia di E. coli, si è dotato di una piattaforma di sorveglianza rapida chiamata PulseNet e, grazie al sua database, è possibile confrontare l'impronta molecolare dell'infezione in corso con quelle conosciute. L'epidemiologo Christopher Braden afferma che, in questo modo, il numero delle epidemie riconosciute è raddoppiato, portando spesso ad un'identificazione precoce dell'agente patogeno.

Ecco i link ai precedenti articoli

Nessun commento:

Posta un commento

Come si dice, i commenti sono benvenuti, possibilmente senza sproloqui e senza insultare nessuno e senza fare marketing. Puoi mettere un link, non a siti di spam o phishing, o pubblicitari, o cose simili, ma non deve essere un collegamento attivo, altrimenti il commento verrà rimosso. Grazie.

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...