martedì 28 giugno 2011

Mi domando che politici abbiamo avuto

Mi domando che madri avete avuto. 
Se ora vi vedessero al lavoro 
in un mondo a loro sconosciuto, 
presi in un giro mai compiuto 
d’esperienze così diverse dalle loro, 
che sguardo avrebbero negli occhi? 

Se fossero lì, mentre voi scrivete 
il vostro pezzo, conformisti e barocchi, 
o lo passate a redattori rotti 
a ogni compromesso, capirebbero chi siete? 
(P.P. Pasolini, Ballata delle madri)            



C'è, nel titolo, il richiamo alla poesia di Pasolini: Mi domando che madri avete avuto.
Che politici abbiamo avuto e continuiamo ad avere?
Ne vorrei fare un elenco spersonalizzato, così per togliere la venatura partigiana e mettere a nudo il comportamento in sè. I fatti recenti, ma anche quelli antichi, testimoniano di una politica, di una classe dirigente avvezza all'intrallazzo, abituata a nascondere, a celare, a presentare una faccia pulita e rassicurante, ma a condurre pratiche che sconfinano nel sottobosco dell'indicibile.
Vado a memoria, cominciando dagli ultimi fatti di cronaca.
Chi sono quei Ministri che hanno bisogno di un consulto con un faccendiere, già condannato, per sapere quello che devono fare o quei dirigenti d'azienda (pubblica) che devono farsi scrivere lettere e discorsi? Chi sono quei politici che alla domenica vanno a messa mentre la sera prima, a quanto si dice, organizzano festini a luci rosse? Chi sono quelli che non sanno nemmeno di possedere una casa e chi sono quelli che, infischiandosene del proprio ruolo, si intrattengono con escort e trans? Chi sono quelli che cambiano opinione a seconda di che aria tira? E quelli che fanno di tutto per impedire che si celebri il referendum? E chi sono quelli incapaci di coalizzarsi ed esprimere un candidato comune? Chi sono quelli che di fronte alla classe politica in disfacimento, gridano: fermiamo chi ne parla? Non: fermiamo i responsabili del disfacimento, no, fermiamo chi ne parla.
Sono forse lo specchio del paese?
Ma non di quel paese che ha votato recentemente. Quel paese ha espresso una faccia e un'opinione diverse. E allora chi sono?

Mi piacerebbe chiedere, a uno dei nostri politici: ma tu, perchè fai politica?
Non so se saprebbero più rispondere, al di là delle risposte confezionate. Perchè uno come Berlusconi, che non perde occasione per dire ma chi me lo fa fare? non lascia tutto? Di cosa ha paura? Se è come dice lui, e cioè che la magistratura vorrebbe eliminarlo politicamente, se lui si eliminasse da sè avrebbero raggiunto il loro scopo e non avrebbe niente da temere.

La realtà forse è un'altra. La nostra è una classe politica ingessata.
Quello che non consentono a un questore, a un prefetto, a un magistrato, cioè di mettere le radici in un posto, di costituire un piccolo centro di potere, spostando, a intervalli, la loro sede di lavoro, i politici se lo auto-consentono: la classe politica è composta di reperti storici. Anche lo stesso Berlusconi sono ormai 17 anni che è sulla breccia. Gli altri peggio mi sento: dagli ex-Pci agli ex-Dc, fino all'ex-dc per eccellenza, il pluri-Presidente del Consiglio della Prima repubblica, è tutta una serie di dinosauri, abbarbicati al potere, piccolo o grande che sia, e non sono affatto disposti a lasciarlo.
Quello che li muove non è l'afflato politico un po' idealistico che appartiene alla storia della formazione dei partiti e dei movimenti politici. No, quello che li muove è la ricerca del potere e, attraverso quello, di tutti i privilegi che hanno le caste.
Quello che temono che accada a quegli alti dirigenti che citavo prima accade effettivamente, ma con loro stessi. Si creano il loro piccolo orticello di potere e vi restano aggrappati come parassiti.

Mi piacerebbe verificare, una volta o l'altra, come sarebbe stata diversa l'Italia se avessimo avuto una classe politica normale. Ci fanno persino diventare bacchettoni, se chiediamo onestà, giustizia, serietà e senso di responsabilità. Siamo moralisti, perchè pretendiamo che chi ricopre alte cariche attui anche un comportamento privato idoneo, oltre quello pubblico.
Siamo giustizialisti, se pretendiamo che di fronte alla legge si sia tutti uguali: è la base sulla quale accettiamo il potere, non come calato dall'alto ma come un'esigenza, esigenza temperata dall'uguaglianza di ognuno di fronte alla legge.

Alcune risposte alle giuste domande forniranno la spiegazione razionale di come si svolge la vita politica. Non è detto, però, che una spiegazione razionale sia la cosa più convincente al mondo. Anzi, non lo è quasi mai. Insieme al risveglio della ragione, dunque, occorrerà risvegliare anche il cuore, la passione, puntare alle cose che coinvolgono.
E' quello che proverò a fare (nei prossimi articoli). Gli uomini politici, che noi vediamo in televisione o sui giornali, non sono autorevoli solo perchè appaiono sui media. E' un gravissimo errore dare per scontato che, siccome li vediamo nei posti di potere e vengono intervistati dai giornalisti, allora è vero che sono competenti ed è giusto che stiano lì. Come provavo a dire sopra ma che razza di politici sono questi, quando vengono smascherati da intercettazioni o indagini? Quando viene scoperchiato il pentolone? Sono poca roba. Sono mezze tacche che non vorremmo neanche come presidenti della bocciofila, figuriamoci ai massimi posti di comando.
Quando dicono: non c'è alternativa a noi, dicono delle clamorose fesserie. L'alternativa c'è, eccome. Solo che la classe politica che si è selezionata, nel tempo, è quella che vediamo attualmente. Non è quella dei De Gasperi. Questa constatazione, insieme al malumore che porta la comparazione di ieri con oggi, porta anche un barlume di speranza: se ci sono stati una volta, potranno esserci di nuovo. Sta a noi invertire la selezione artificiale di una classe politica da incubo.

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