venerdì 24 giugno 2011

Quel Ponte sullo Stretto che non si farà mai

250 milioni di euro spesi finora per un Ponte sullo Stretto che non si farà mai. Così Sergio Rizzo sul Corriere
8 maggio 2005, Berlusconi pronuncia le fatali parole
 «Costruiremo il ponte di Messina, così se uno ha un grande amore dall'altra parte dello Stretto, potrà andarci anche alle quattro di notte, senza aspettare i traghetti...»
Rizzo ricostruisce brevemente la storia, infinita, di questa meraviglia del mondo 

  • 1969 -Concorso per idee sul progetto di un Ponte sullo Stretto
  • 1971 - Il Parlamento approva una legge per l'attraverso dello Stretto
  • 1981 - Viene costituita la società Stretto di Messina, dell'Iri
  • 2001 - Berlusconi inserisce il ponte nella Legge Obiettivo
  • 2006 - Il Ponte è bloccato da Prodi. Di Pietro impedisce la liquidazione della società Stretto di Messina
  • 2008 - Berlusconi di nuovo al Governo, il progetto Ponte  riparte
Anche nella maggioranza, però, qualcuno non gradisce il Ponte
Il ponte sullo Stretto di Messina, la Lega Nord di Umberto Bossi proprio non riesce a digerirlo.
Infatti, tra i leghisti c'è chi, senza giri di parole, afferma
 Fa fede l'avvertimento lanciato dal leghista Giancarlo Gentilini, vicesindaco di Treviso: «La gente non vuole voli pindarici, non è interessata a opere come il ponte sullo Stretto di Messina perché è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Quindi anche tu, Bossi, quando appoggi questi programmi da fantascienza, ricordati piuttosto di restare con i piedi per terra, perché gli alpini mettono un piede dopo l'altro».
Ma quali sono, oltre quelli politici, gli intoppi che impediscono di iniziare i  lavori? Tra i tanti, uno imprevisto: le cosiddette opere compensative. Spiega Rizzo
Si è stabilito infatti che le cosiddette «opere compensative», quelle che i Comuni e gli enti locali pretendono per non mettere i bastoni fra le ruote al ponte, non potranno superare il 2% del costo complessivo dell'opera. E considerando che parliamo di 6 e mezzo, forse 7 miliardi di euro, non si potrebbe andare oltre i 130-140 milioni. Una cifra che, rispetto agli 800-900 milioni necessari per le opere già concordate con le amministrazioni locali, fa semplicemente ridere.
Intanto però
sono stati già spesi almeno 250 milioni di euro.
Se facciamo il paio con i soldi spesi per il mancato accorpamento amministrative-referendum e con tutti quelli in altro modo sprecati, probabilmente ne usciva una buona fetta di questa mastodontica manovra da 40 miliardi che ci apprestiamo a fare e che invece comporterà nuovi tagli.

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