giovedì 1 settembre 2011

L'italiano arrestato in Svezia, lo schiaffo e l'educazione dei figli

credit telegraph.co.uk
Recentemente ha suscitato scalpore l'arresto in Svezia di un italiano che si presume abbia schiaffeggiato pubblicamente il figlio. Il resoconto che ne dà l'avvocato difensore dell'uomo, ripreso dai media, è leggermente diverso. Si afferma che il padre non avrebbe affatto schiaffeggiato il figlio ma l'avrebbe solo ripreso energicamente ad alta voce, perchè questi non voleva entrare in un locale pubblico. Due cittadini svedesi, testimoni del fatto, avrebbero avvisato la polizia, da cui l'arresto.
In più, il ragionamento portato dal difensore, sull'ipotesi che la Svezia tuteli i minori sia dal punto di vista dei maltrattamenti che delle situazioni stressanti, non è privo di logica
''Comunque Colasante non ha dato un ceffone al figlio'', assicura l'avvocato. ''E se la 'ratio' della legge svedese e' quella di evitare di determinare uno schock al bambino, non credo che vedere il padre ammanettato e portato in caserma per poi finire in carcere per due notti e tre giorni sia il modo migliore per tutelarlo.[1]
Anna Oliverio Ferraris,  psicologa e psicoterapeuta, in una pagina di AdnKronos, ribadisce, se mai ve ne fosse il dubbio, che
''Lo schiaffo è più umiliante di uno sculaccione, ci sono meno tracce psicologiche in uno scapaccione mentre essere schiaffeggiati davanti ad altre persone può far sentire un adolescente molto umiliato''.
Spiega che l'utilizzo della violenza nei metodi educativi significa dire
 ''[...] tu non conti niente', è una modalità autoritaria che non si può considerare educativa che può fare chiudere in se stesso un ragazzo, con il solo scopo di volerlo abituare all'obbedienza senza possibilità di dialogo''
Un sistema utilizzato in passato per ottenere obbedienza e remissione
 ''Qualcosa - prosegue l'esperta - che facevano i Gesuiti: per loro, vergogna e dolore fisico servivano alla sottomissione. Una persona impaurita è una persona sottomessa''. La vergogna, aggiunge, ''è il sentimento più difficile da sostenere''. Senza dimenticare che prima o poi ''potrebbe generare risentimento'' e anche ''problemi con i coetanei che potrebbero prendere in giro il giovane e dirgli 'non vali nulla'''
In più, anche lei osserva come le conseguenze dell'atteggiamento autoritario, tra le quali l'arresto, siano a loro volta  causa di una successiva elaborazione tra lui e il figlio
'' rispetto al gesto in senso stretto. Ovvero, quella legata all'umiliazione del padre'' per una storia che è stata ripresa da diversi mezzi di informazione. 

Ora, è noto che la storia dell'umanità non si contraddistingue per un uso eccessivo delle buone maniere, in qualunque campo la si voglia osservare. Non fa eccezione l'ambito educativo, sia quello familiare che quello scolastico, molto più contraddistinto da violenza che da dialogo. Eppure c'è qualcosa che non mi convince. Dico subito chiaramente che non difendo i metodi autoritari, soprattutto quelli accompagnati da forme di violenza. Pure, anche i metodi eccessivamente dialoganti sembrerebbero non dare troppi frutti.
Per esempio, un recente lavoro pubblicato sul World Journal of Social Sciences (Talib et al. 2011), stabilisce una relazione tra educazione autoritaria, autorevole e permissiva dei bambini e il loro sviluppo. Lo studio investiga l'influenza sia dell'atteggiamento della madre che di quello del padre. Per quello che riguarda le madri

The authoritative style also has significant correlation with children behavior indicating that authoritative style encourages  children to be confident in classroom or have strong learned mastery behavior.
mentre

On the other hand, authoritarian style also plays significant role to determine children behavior, but it is negative one, indicating higher  degree of authoritarianism affects children behavior negatively or in particular higher level of learned helpless behavior.
Mentre l'atteggiamento autorevole era associato con  effetti positivi sul comportamento e i risultati scolastici dei ragazzi, quello autoritario, ma anche quello permissivo, erano associati con effetti negativi.

Using 200 families as sample this study attempted to examine effects of parenting styles of dual-earner  families on children behaviour and school achievement. Results of the study indicates that for mothers and fathers authoritative style have positive effects on children behaviour and school achievement. In contrast, the permissive and authoritarian styles have negative effects on children behaviour and school achievement. Effects of findings on children development are discussed.
E' noto che non è affatto cosa semplice adottare un atteggiamento educativo autorevole nei confronti di chicchessia, a maggior ragione nei confronti dei figli o dei parenti in genere. L'autorevolezza non è una condizione che puoi imporre ma viene dalla personalità di ognuno e può essere vissuta come tale solo dalla libera volontà dell'altro. In pratica, autorevoli non lo si è per costrizione ma solo per intima convinzione.
L'atteggiamento di chi maltratta o sottomette gli altri è sempre da criticare. In generale qualsiasi forma di violenza è sbagliata. Forse anche quella adottata dalle autorità svedesi è una forma coercitiva pari a quelle che vuole difendere, nel senso che trasforma un costume educativo consolidato  in certe realtà locali (ma non un vero e proprio intento traumatico) in una specie di salvataggio dall'orco. Intendo dire che forse  la polizia svedese avrebbe fatto meglio a indirizzare la famiglia da uno psicologo e verificare il livello di violenza palese o latente, effettiva o apparente in quella famiglia, prima di mettere le manette ai polsi.
In sostanza bisognerebbe essere di esempio ai propri figli, condizione invocata spesso anche dalla saggezza popolare, anche se non facile da attuare. Specialmente quando comportamenti autorevoli ed onesti o improntati al senso di giustizia vengono visti come comportamenti da sciocchi.
La società, in questo senso, di cui l'insieme di madri e padri fanno parte, ha la sua responsabilità, così come pure  le autorità in senso lato, cioè le istituzioni.


................................................

Johari  Talib, Zulkifli Mohamad and Maharam Mamat, Effects of Parenting Style on Children Development,  World Journal of Social SciencesVol. 1. No. 2. May 2011 Pp. 14 - 35

9 commenti:

  1. ...personalmente, tra le due forme "coercitive" io preferisco quella svedese. educare è davvero un tema complesso è vero, ma la violenza va sempre e comunque scoraggiata, a cominciare da quella familiare che risulta essere la più "sanguigna"; a prescindere dal caso in questione che giustamente rimane ancora da chiarire. non si può assolutamente legittimare l'umiliazione e la vergogna a scopo educativo, va contrastato in qualche modo qualora venga contrastato e, nel dubbio, io rimango come posizione a favore del minore...

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  2. Si, dovendo scegliere. Però mi fa comunque strano che partendo da presupposti così corretti si adottino mezzi di attuazione poco rispettosi. L'ottica non è quella di smascherare un delinquente ma di correggere, senza traumi per il minore, un atteggiamento sbagliato.

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  3. ...si. da questo punto di vista sono d'accordo.

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  4.  "La società, in questo senso, di cui l'insieme di madri e padri fanno parte, ha la sua responsabilità, così come pure  le autorità in senso lato, cioè le istituzioni."L’autorità spesso la si usa
    male, l’autorevolezza come dici è riconosciuta a livello soggettivo, e te la devi costruire sul campo con una
    formazione  continua  altrimenti si  possono generare
    situazioni sia molto positive sia conflittuali, a seconda degli atteggiamenti e
    comportamenti. Allora penso alla complementarietà tra autorità e autorevolezza: è un
    aspetto che ho avuto modo di consolidare nella mia esperienza, ma sicuramente nella nostra epoca, il tema della relazione educativa tra
    autoritarismo, permissivismo e autorevolezza è uno degli aspetti conflittuali
    più dibattuti.

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  5. Interessante osservazione Carla, di una che lavora sul campo. In questo caso, l'esperienza diretta è di aiuto ad approntare le strategie migliori.  Nel giovanissimo l'autorevolezza è accompagnata o costituita non dall'apporto cognitivo ma dal naturale atteggiamento nei confronti dell'adulto, che deve essere mantenuto intatto (senza forzature autoritarie o eccessivamente permissive) il più possibile.

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  6. Penso che di lezioni di civiltà alla Svezia ne occorrano molte di più che all'Italia dato che detiene il record mondiale di suicidi e il record mondiale di famiglie separate e sbandate. E forse la "civile" educazione dei figli in Svezia fa un po' di acqua anche perchè il bullismo è sempre aumentato da quando nel 79 è in vigore la legge anti-sculacciata che condanna al carcere i genitori anche per punizioni fisiche lievissime.

    Ovviamente l'ONU e l'Unione Europea ci hanno già chiesto più e più volte di abbandonare le sculacciate, queste pratiche barbare e inutili nell'educazione dei figli, perché, guarda caso, sono più che altro donne scandinave al vertice di tante Organizzazioni di punta sulla "tutela dei diritti dei minori"... posticini facili e sicuri... onlus che percepiscono cospicue somme di denaro pubblico... un bel giro bambinista sul quale campano alla grande esperti psicologi, avvocati, case editrici...

     La psicologa e psicoterapeuta Ferraris parla come Alice Miller... e secondo me la Miller non ne capiva niente di pedagogia.

    Morgan

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  7. E' ora che a questi terroni qualcuno insegni a vivere in un paese civile..
    hanno fatto bene gli svedesi, dovremmo fare cosi anche in Italia settentrionale.

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    1. Esatto. Non è che gli Italiani vengono qua e fanno quello che vogliono se no possono starsene a casa al posto di lamentarsi se poi succede qualcosa. Io sono Italiano ma vivo in Svezia e seguo le loro regole.

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