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Questa figura del vigile in bicicletta riconcilia un po' con il rappresentante della polizia municipale che, proprio per il suo ruolo di dispensatore di multe, non si attira certo le simpatie di automobilisti e motociclisti. Più del vigile a piedi o in scooter e sicuramente più di quello in auto, il vigile in bicicletta si avvicina al cittadino, proprio grazie a questo mezzo di locomozione così popolare. La bicicletta attenua il portato minaccioso e frustrante del ruolo della polizia municipale, che è da molti individuato unicamente con l'elevazione di una multa, e lo rende più vicino e meno temibile. Il mezzo meccanico media una diversa relazione poliziotto-cittadino: portandolo in una posizione di maggiore debolezza nei confronti del traffico automobilistico, più di quella del vigile a piedi, ne attutisce l'aspetto autoritario per esaltare quello lavorativo comune.
Il vigile in bicicletta, in definitiva, è quello di un'Italia neorealista degli anni '50, più bonaria e ingenua, trasportato in un'epoca molto più disinvolta e cinica: ci fa quasi la figura della vittima, costretto com'è a inseguire su due ruote l'automobilista indisciplinato di turno.
Ecco perchè l'insieme dell'uomo e del suo mezzo di trasporto, travolti dall'automobilista criminale, ci colpiscono e feriscono maggiormente, perchè vi è il sovrappiù di questa vicinanza affettiva, di questa empatia di sapore antico, popolare.
Ultima considerazione: in quasi tutti gli articoli e telegiornali si parla di un Suv e non semplicemente di un'autovettura. Questo è sbagliato: non c'è una lotta ai Suv, non c'è una colpa di questa categoria di autovetture rispetto ad altre. I protagonisti della vicenda sono un vigile con la sua bicicletta, e un pirata della strada con la sua automobile.
Ultima considerazione: in quasi tutti gli articoli e telegiornali si parla di un Suv e non semplicemente di un'autovettura. Questo è sbagliato: non c'è una lotta ai Suv, non c'è una colpa di questa categoria di autovetture rispetto ad altre. I protagonisti della vicenda sono un vigile con la sua bicicletta, e un pirata della strada con la sua automobile.
E' bella la favola che ci ha raccontato, degno di un romanzo storico, la realtà e che la polizia municipale dal 1986 svolge funzioni di polizia giudiziaria di polizia stradale commerciale edilizia e sanitaria e non in ultimo ausiliarie di pubblica sicurezza, il cosidetto vigile oggi poliziotto locale svolge le stesse funzioni delle polizie dello stato e il controllo delle soste è un compito che svolge per dovere come dovrebbero fare anche le altre Forze di polizia stata li che hanno le stesse funzioni di polizia stradale art.12 C.d.S. e volete sapere qual'è la realtà.. che non hanno le stesse garanzie . La polizia municipale non è dentro il comparto sicurezza ha un contratto come un dipendente dell'anagrafe non ha diritto all'equo indennizzo in caso di infotunio sul lavoro, se si ammala oltre a togliergli 15 euro al giorno dopo 180 gg puo essere licenziato... il vigile ucciso se avesse avuto una famiglia alla moglie nonn sarebbe stata corrisposta la pensione.
RispondiEliminaSolo per un questione burocratica che i politici che piangono oggi non hanno voluto mai chiarire.
Sono degli eroi ... perchè assicurani e difendono il cittadino fino all'estremo sacrificio... si occupi di questo caro giornalista.... W l'Italia
Spero non solo una bella favola. Nasce da una riflessione personale su come le cose a volte ci sembrano diverse quando cambiamo qualche riferimento. Ho ben presente la difficoltà di lavoro di tutti i rappresentanti di polizia, ma non solo loro. Sul lavoro muoiono centinaia di persone l'anno. Di tutti loro conviene parlare, compreso dei vigili urbani. In parte l'ho già fatto, parlando delle morti sul lavoro. Ma seguirò il suo consiglio.
RispondiEliminaIn ultimo, non sono giornalista, solo un appassionato di cose e di scrittura.