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L'opportunità era la candidatura di Roma a ospitare i Giochi Olimpici nel 2020. Il Consiglio dei Ministri dice, con rammarico, no, forse memore di quello che accadde alla Grecia nel 2004 e che alcuni, come Vittorio Da Rold sul Sole 24 Ore, si spingono a definire l'inizio della fine (per gli ellenici):
Nell'agosto 2004 la Grecia organizzò le sue Olimpiadi tra enormi entusiasmi nazionalisti e previsioni economiche di fare incassi stratosferici e mettere in cantiere infrastrutture che l'avrebbero portata nell'era della modernità. Un paese che guardava al futuro e scommetteva sulla sua rinascita. È andata in modo molto diverso: la lezione greca insegna a prendere gli impegni simili con molta cautela. Il budget di 15 miliardi di euro per finanziare le Olimpiadi greche, poi sforato, furono l'inizio della fine per i conti di Atene, un buco contabile da cui il paese non si risollevò più [fonte il Sole 24 ore]
Il Governo giustifica infatti in questo senso la negata candidatura, alla luce della difficile situazione economico-finanziaria:
Il Consiglio dei Ministri ha esaminato con attenzione il progetto di candidatura di Roma per i Giochi Olimpici del 2020. Il Governo valuta molto positivamente l’iniziativa, sotto il profilo della visione complessiva e della qualità del progetto, degno di affermarsi nella competizione con le altre candidature.
Alla luce della difficile situazione economico-finanziaria che il Paese sta attraversando, il Consiglio dei Ministri ha peraltro ritenuto all’unanimità, con rammarico, che non sarebbe un atto responsabile da parte del Governo sottoscrivere la garanzia finanziaria richiesta dal Comitato Olimpico Internazionale per coprire eventuali fabbisogni che potrebbero verificarsi in futuro. In effetti, benché tali oneri non siano da coprire nell’immediato, l’attuale fase dell’economia non fa ritenere appropriato adottare decisioni con effetti differiti nel tempo (effetti che, in base a quasi tutte le precedenti esperienze olimpiche a livello internazionale, potrebbero rivelarsi molto rilevanti) . [fonte governo.it]
Nulla da eccepire, tranne un fatto: esistono molti altri settori nei quali, alla luce della difficile situazione economico-finanziaria, bisognerebbe fare tagli e risparmi. Ne parlo in alcuni altri post del dopo Consiglio dei Ministri di ieri.
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