Del tema della spending review, cioè revisione della spesa, sotto forma di riduzione dei costi della politica, si parla da sempre, soprattutto all'approssimarsi di qualche elezione. Ogni occasione è buona per avanzare proposte di revisione della spesa pubblica, specialmente nei periodi di difficoltà o caldi dal punto di vista politico. Questo è uno di quei periodi caldi. Solo che, diversamente da quello che è accaduto e accadeva con i politici dei partiti, che ne parlavano senza muovere un dito, i tecnici ne parlano e sembrano muovere qualche dito. Il primo dito è questa Dinamica, struttura e criteri di governo della spesa pubblica: un rapporto preliminare che il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda ha preparato.
La spesa pubblica è spesso indicata come uno dei sintomi o delle cause della malattia italiana che va sotto il nome di “elevato rapporto tra debito pubblico e reddito nazionale”, per i vincoli che essa pone (i) a una politica di bilancio coerente con i mutamenti della domanda e dei bisogni della collettività per i servizi e le attività tradizionalmente svolti dal settore pubblico, (ii) a ipotesi spesso avanzate di ridurre la pressione tributaria come strumento per il sostegno della crescita economica, (iii) alla possibilità di utilizzare gli strumenti tradizionali della politica fiscale a sostegno della ripresa ciclica dell’economia.
Il Rapporto si compone di tre parti: analisi storica degli ultimi 60 anni di spesa pubblica; classificazione delle possibili inefficienze; patto di stabilità e riduzione del deficit delle pubbliche amministrazioni. Come sempre, ve ne propongo una breve sintesi attraverso i grafici, spesso molto più esplicativi delle parole, rinviandovi al documento originale, piuttosto corposo.
Spesa pubblica su Pil
Si noti l'enorme aumento dell'imposizione fiscale sul Pil: dal 20,2% del 1951 al 46,6% del 2010 accompagnata dall'aumento della spesa, che segue un andamento parallelo. Da notare anche i famigerati anni 90 con il rilevantissimo aumento della spesa per interessi, il debito pubblico finanziato con i Bot.
Composizione della spesa
E' interessante osservare alcune tendenze ben definite in questa composizione della spesa pubblica: una diminuzione dei contributi di produzione, dell'assistenza alle famiglie e della spesa in conto capitale (investimenti) e un parallelo aumento della spesa per pensioni, spese correnti e interessi passivi. E' quella che potremmo definire una corsa verso il baratro.
Importo pensioni: pubblico-privato, maschi-femmine
La spesa per le pensioni è una dfi quelle aumentate maggiormente nel tempo. L'analisi delle dinamiche mostra due precise tendenze, per quanto riguarda gli importi erogati: in media (cifre in neretto) i maschi percepiscono di più delle femmine (15.651 vs 8.095 nel settore privato e 25.470 vs 18.621 in quello pubblico) e i pensionati del settore pubblico più di quelli del settore privato
Spesa pubblica tra Stato centrale e amministrazioni locali
Interessante osservare in questa comparazione tra 1990 e 2008 il progressivo spostamento di alcuni capitoli di spesa dall'amministrazione centrale a quella locale, come per esempio sanità e servizi generali. Deludente prestazione della spesa per l'istruzione che subisce un forte calo non compensato a livello locale.
Tipi di sprechi (10 tipologie, evidenziate 7, vedi testo)
Un (ammonimento) conclusivo del Ministro Giarda:
Un caveat conclusivo. La presente relazione non ha l’obiettivo di proporre interventi correttivi su nessuna delle componenti della spesa pubblica. Nell’intera responsabilità dell’autore, essa riassume i temi che sono stati discussi in sei riunioni del gruppo di lavoro, composto da rappresentanti delle parti sociali, su “il bilancio pubblico”. La sua base informativa è costituita solo da dati elaborati dall’Istituto Centrale di Statistica per scopi di informazione generale sulla composizione e dinamica della spesa pubblica. Suggerimenti correttivi dovrebbero invece basarsi sui dati analitici e circostanziati normalmente rilevati dalle amministrazioni competenti nei diversi settori di spesa. Ulteriori riflessioni sul tema potranno pervenire dalla continuazione dell’attività del gruppo di lavoro, ma i compiti di formulare valutazioni, avanzare proposte e approvarle appartengono al governo e al parlamento. In ogni caso, il settore pubblico ha bisogno di qualche decisione radicale per rimediare alle inefficienze allocative che sono presenti nella produzione dei servizi pubblici e alle inefficienze legislative gestionali in molti dei comparti di spesa con finalità redistributive. Ha anche bisogno di manutenzione ordinaria, di piccole riforme e opere buone oltre che, se è consentito, un po’ di rispettoso affetto.
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Fonti e bibliografia:
Ministero per i Rapporti con il Parlamento, Ministro Piero Giarda, Dinamica, struttura e criteri di governo della spesa pubblica: un rapporto preliminare, 5 marzo 2012
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