La pubblicazione di questo comunicato della Commissione Grandi Rischi, redatto all'indomani delle scosse di fine gennaio 2012, sul Giornale di Sallusti di ieri, ha suscitato grandi polemiche. Si sapeva, e si poteva prevedere, e non si è fatto niente?
Il Post pubblica il documento in questione.
clicca per vedere il documento |
Il documento non sembra fare previsioni specifiche se non genericamente invitare a verifiche strutturali degli edifici pubblici, sensibilizzare i cittadini a farle a loro volta su quelli privati, rivolgendosi quindi a un professionista, e fare le esercitazioni di evacuazione. Afferma anche, a onor del vero, che vi è una buona probabilità che i fenomeni tellurici possano continuare, come di fatto è successo, ma senza specificare tempi e luoghi. Diventa un po' difficile fare prevenzione specifica, mentre si può fare prevenzione generica, ma costa.
Perchè il tema fondamentale è questo: ormai sappiamo che gran parte dell'Italia può essere a rischio di un terremoto più o meno forte ma comunque distruttivo, per via del tipo di costruzioni presenti sul territorio. Questo terremoto in particolare si è contraddistinto per aver causato la maggior parte delle vittime nei luoghi di lavoro, costruzioni abbastanza recenti che non hanno retto la seconda scossa.
Ma a chi competeva la messa in sicurezza di questi edifici? Se improvvisamente partisse la campagna di sensibilizzazione sulla verifica strutturale degli edifici privati, l'onere della verifica e della messa in sicurezza sarebbe dei cittadini e non delle istituzioni. Se fosse previsto un obbligo di effettuare questa verifica nell'arco di sei mesi un anno, siamo sicuri che non si griderebbe allo scandalo, alla persecuzione? Salvo poi partire con le recriminazioni quando accadono questi sciagurati eventi.
Già sin d'ora si può cominciare la verifica strutturale delle case e dei capannoni e, in caso, iniziare le opere antisismiche. Ma come sarebbe accolto dalla popolazione?
Recentemente il Ministro dell'Ambiente Clini dichiarava all'agenzia Agi
"Per mettere in sicurezza il territorio dal rischio di dissesto idrogeologico saranno necessari 41 miliardi in 15 anni. A questa previsione vanno aggiunte le iniziative necessarie per la prevenzione degli eventi sismici".
Perchè noi non ci pensiamo, ma esiste anche un rischio idrogeologico. Salvo poi imprecare quando si verifica un evento disastroso. Ma, ora come ora, chi penserebbe a mettere in sicurezza dal rischio di dissesto idrogeologico? Stessa cosa è avvenuta dopo il terremoto d'Abruzzo del 2009 e probabilmente avverrà dopo questo. In più, agevolazioni o non agevolazioni, la prevenzione sismica degli edifici privati compete ai privati, e chi ha i soldi per fare queste opere, in questo momento? Le cose giuste da fare, a volte, sembrano stranamente inattuali. Purtroppo, diventano attuali in maniera imprevedibile. O no?
Nessun commento:
Posta un commento
Come si dice, i commenti sono benvenuti, possibilmente senza sproloqui e senza insultare nessuno e senza fare marketing. Puoi mettere un link, non a siti di spam o phishing, o pubblicitari, o cose simili, ma non deve essere un collegamento attivo, altrimenti il commento verrà rimosso. Grazie.