Ormai si va diffondendo sempre più l'invito ai propri concittadini, da parte dei sindaci delle zone colpite dal terremoto, a lasciare le tende e ritornare nelle proprie abitazioni giudicate agibili. Ma la paura, specialmente in chi abita al secondo o terzo piano, è ancora tanta e la gente è titubante.
Il sindaco di Finale Emilia, per esempio [Tendopoli, cartelli e censimento anti-abusivi], è determinato entro il 19 luglio a ridurre da 5 a 4 gli accampamenti di tende. Ha riempito di manifesti gli ingressi dei campi con la segnalazione che nelle tende può rimanere solo chi ha la casa dichiarata inagibile. Fin qui potremmo anche essere di fronte a una legittima richiesta, intesa a recuperare la normalità. Meno tollerabile è che ci sia bisogno di un censimento condotto dalla polizia (con tanto di accompagnamento in questura, a quanto riferisce il Carlino) per smascherare gli abusivi, cioè quelli che per paura del terremoto, nonostante abbiano la casa dichiarata agibile, preferiscono rimanere in tenda.
Forse detta così, con tanto di intervento delle forze dell'ordine, può sembrare un'operazione più brutale di quanto sia in realtà, ma io sarei molto titubante nel far intervenire la polizia, appunto per il rispetto che si deve al timore del terremoto che ancora persiste nella cittadinanza. Questo non significa che si debba rimanere sempre all'interno delle tende, nè che coloro che hanno la casa agibile non vi debbano far ritorno. Dico che è necessaria un'eccezionale dose di tatto, appunto in considerazione dei drammatici momenti passati da queste popolazioni.
A San Giacomo delle Segnate in provincia di Mantova [Mandati via dal campo, ritornano nelle tende], la gente non vuole lasciare il paese e anche quando un campo della Protezione Civile viene smantellato, delle 136 persone che ci vivevano solo 20 si trasferiscono nel campo di Moglia, gli altri si arrangiano con tende proprie allestite nei giardini e nei parchi del proprio paese.
A Reggiolo [«Tende sfrattate? Noi restiamo qui»], il sindaco dimostra ancora meno sensibilità di quella segnalata sopra, nei confronti di chi ha paura di ritornare nelle proprie abitazioni e continua a vivere in una tenda nei parchi pubblici: fa arrivare anche le multe.
Stessa cosa a Correggio [Il comune di Correggio (RE) "sfratta" le tende dei cittadini dai luoghi pubblici], dove il sindaco ordina di smantellare le tende montate sui parchi pubblici, a pena di una multa di 140 euro.
Errani, a fine giugno, prometteva che entro l'autunno tutti gli sfollati potranno lasciare le tende, promessa impegnativa e senz'altro benvenuta, che però si deve accompagnare a una gestione della paura che ancora attanaglia i cittadini e non al semplice uso della costrizione. I sindaci e le istituzioni locali possono e devono fare molto. Vi è già tanto di spiacevole che proviene dalle calamità naturali per non doverci aggiungere l'incomprensibile insensibilità dei sindaci e delle altre autorità.
Trovo semplicemente vergonioso,in quanto il sisma non e dell tutto cessato.trovo vergonoso nel applicare una multa a chi da se provede a sue spese una collocazione provisoria nei propri cortili o parchi.ci sono famiglie costrette salire al terzo quarto piano,nn ne parliamo dei controlli dei edifici avvenuti a solo vista d'occhio calci e pugni molto rasicurante voglio chiedere a chi di dovere abbia effetuato dei controlli per abitazione abbiano controllato cosi anche nelle proprie abitazioni.o come i comuni alcuni danni agli edifici non vengono riconosciuti e scaricando le colpe alle fondamenta o varie per non dare contributi.buttiamo via i soldi sui monumenti storici cosi in un domani abbiamo la posibitita di un prossimo accampamento sotto l'ombra di qualche statua.io ci tengo al patrimonio storico.ma direi che per primo vanno messi in salvo i citadini le loro abitazioni poi il resto ben venga.concludo per dire a chi di dovere che bisognia rifletterci almeno se si ha una coscienza.
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