La migrazione dei Nobel: spostamento dall'Europa all'America dei premi scientifici. Un'infografica

Osservazione sicuramente già fatta e dunque, forse, per l'ennesima volta riportata in grafico: dal dopoguerra a oggi la nazionalità dei premi Nobel si è spostata dall'Europa all'America in maniera straordinaria. Lo dimostra con questa bella infografica Scientific American: è agevole notare come fino a poco prima della seconda guerra mondiale tedeschi, inglesi e francesi rappresentassero le nazioni con più premiati mentre, dal dopoguerra in poi, il primato è passato agli Stati Uniti (per l'ovvia considerazione della migrazione dei cervelli prima e dei premi Nobel poi), con il Regno Unito a contrastare questa tendenza. Che sia una misura o meno dell'eccellenza scientifica o degli investimenti in ricerca, fatto sta che l'America è sia fucina di Nobel che primatista in ricerca scientifica, e forse le due cose vanno di pari passo tanto è vero che Harvard, sia con la sua università che con la scuola di medicina, ha il primato di più alto numero di premiati al mondo: 27.

Altra cosa interessante che si nota è il progressivo aumento dell'età media dei premiati, che passa da 45 anni circa degli inizi del novecento a circa 60 degli anni 2000. Non fa storia la differenza di genere: 537 uomini contro 15 donne, a dimostrazione di un certo qual sessismo nell'accesso allo studio e all'eccellenza, non certo nelle capacità. Un aspetto aneddotico è quello riguardante le vittorie in gruppo rispetto a quelle assegnate a un singolo studioso: la disciplina più collettiva è la fisiologia o medicina, con 33 premi a gruppi di 3 studiosi e 38 individuali mentre la meno collettiva è la chimica con 18 premi a gruppi di 3 e 63 individuali.

Infine, la famiglia più premiata è quella dei Curie: Marie e Pierre per la fisica nel 1903; Marie per la chimica nel 1911 e Irène (figlia di Marie e Pierre) per la chimica nel 1935.

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