Chissà se una ricerca del genere si può estendere in Italia. Restando in suolo americano, come riporta The Atlantic Wire, Chris Wilson di Yahoo! News [Would a Rose by any other name still be a Democrat? How your first name can predict your politics] ha condotto un'interessante indagine sulla relazione tra nome e scelta politica. L'analisi è stata condotta utilizzando i dati della FEC, la Federal Election Commission, che riporta i nomi e l'ammontare delle donazioni fatte ai partiti politici. Si tratta di quasi 452 mila donazioni in favore di Obama, fatte da altrettante persone diverse, e 315 mila a Mitt Romney: tra tutti questi donatori ci sono 21.186 John, 7.081 Susan e 1.108 Harry. In tutto, qualcosa come 41.400 nomi unici (nomi uguali ma .codice di avviamento postale diverso contano come due distinti nomi unici).
Questa caratteristica, cioè che le donne finanziano e aderiscono maggiormente alla campagna di Barack Obama, era stata notata anche da Open Secrets, l'organizzazione che traccia il flusso di denaro in politica.
Al di là della macroscopica evidenza della differenziazione per genere, anche il singolo nome può essere predittivo della scelta politica: mentre nomi come Michael, Stephen o David, sono presenti in maniera simile tra chi effettua donazioni per i Democratici o per i Repubblicani, nomi come Scott, James e Donald evidenziano una preferenza Repubblicana e nomi come Jonathan, Tom e Peter una Democratica.
Il grafico interattivo presenta una suddivisione per nome e cognome, in base al numero di donatori e all'entità della donazione. E' interessante osservare che, se si guarda al cognome, una netta preferenza per il candidato Democratico è presente solo tra chi sceglie Obama: infatti, fra i cognomi come Robinson, Jackson e Cohen vi è un rapporto di circa 70 a 30 tra chi preferisce i Democratici rispetto ai Repubblicani, mentre tra i cognomi più in favore dei Repubblicani la differenza è minima, 53 a 47 gli Hansen e 51 a 49 i Cook. I dati si estremizzano se si guarda però all'entità della cifra donata, a significare che, in quei casi dove la differenza di scelta di un cognome è minima, la differenza è fatta dallo status economico del donatore. Questo si può osservare, per esempio, nel caso del cognome Jones: dal punto di vista dell'entità della somma donata è la stessa per i due partiti, ma se si guarda al numero dei donatori, i Jones che finanziano i Democratici rappresentano il 63% del totale.
Possibili spiegazioni? L'autore non ne dà ma ne possiamo ugualmente immaginare alcune: maggiore affinità delle donne verso la politica dei Democratici, maggiormente incentrata sul ruolo sociale dello Stato e probabile scelta dei nomi dei propri figli in accordo con le convinzioni politiche, dando nomi di politici e personaggi pubblici connotati politicamente.
Considerazioni finali: come osserva l'autore dell'articolo, sebbene in molti casi possa rilevarsi una decisa relazione tra nome o genere e scelta politica, è bene non generalizzare troppo i dati forniti da quest'analisi. Sono risultati interessanti, specialmente dal punto dei vista dei candidati, che possono così identificare "potential supporters and donors" per meglio indirizzare le loro campagne elettorali.
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news.yahoo.com
opensecrets.org
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