Il CONI, cioè il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, riceverebbe dallo Stato 400 milioni l'anno, secondo quanto riferisce l'Espresso, che ha condotto un'inchiesta su dove finiscono i contributi pubblici allo sport.
Si intitola La casta dello sport [La burocrazia divora i soldi di Stato, Quanto spende la "Regina" Dal tennis alle piscine]. Ora, un'inchiesta giornalistica, per quanto accurata e approfondita può, pur nell'assoluta buonafede, non essere completamente rispondente al vero. Ma, quando negli articoli si ventila una certa aria di affarismo, nepotismo e spreco di soldi pubblici legata al mondo dello sport, come fare a non crederci?
Non è forse l'esempio che sta dando la classe politica in questi giorni? Di classe dirigente in classe dirigente, in una sorta di mutatis mutandis, non è difficile immaginare che da un politico corrotto o accusato di peculato non si possa passare a un dirigente, dello sport o di qualsiasi altro settore, che fa altrettanto.
Proprio i comportamenti della classe politica che emergono in questi ultimi tempi mostrano come si sia notevolmente abbassato il livello, o forse era sempre stato molto basso, dei nostri amministratori, che denotano caratteristiche tipiche di certi ambiziosi arrivisti, capaci di incantare con le chiacchiere, e qualcos'altro, pur di ottenere potere e soldi. Perchè, dunque, dovrebbe esserne esente un qualsiasi settore, specialmente se finanziato con soldi pubblici?
Ma non è certamente sul filo dell'analogia che si possono sostanziare i sospetti. Intanto resta l'inchiesta, che qualcosa smuove.
Il quadro che sembra emergere è che i contributi pubblici, più che servire alla formazione sportiva, servano a garantire l'impiego di una nutrita serie di dirigenti e personale delle varie federazioni.
Per esempio, passando al setaccio il bilancio della Federazione di Atletica Leggera [Quanto spende la "Regina"] e guardando alle variazioni percentuali più che ai valori assoluti, si nota che le spese di funzionamento sono passate dal 14% al 19%, dal 2009 ad oggi mentre, nello stesso arco di tempo, quelle per le attività tecniche sono scese dal 17 al 15%, le spese per l'organizzazione sono ugualmente scese dal 20 al 12% e quelle per la presidenza sono invece aumentate dal 4,5 all'8,4%.
La situazione sembra ugualmente preoccupante per le strutture nelle quali devono allenarsi molti atleti:
Tra l’altro due di loro, l'ostacolista Marzia Caravelli e la velocista Giulia Arcioni, si allenano in strutture in condizioni disastrose, come il Paolo Rosi di Roma. Vengono allenati da tecnici che dalla federazione non prendono un euro. Lo stesso ostacolista e primatista italiano dei 110 hs, il ligure Emanuele Abate, viene allenato dal suo tecnico di sempre Pietro Astengo, ora pensionato. Caravelli quest’anno ha ricevuto dalla Fidal per aver stabilito il nuovo record italiano sui 100 ostacoli la “ bellezza” di 5.000 euro. Non un borsa di studio né alcun sostegno economico, sebbene abbia registrato il minimo A per i Giochi. Infatti è in cerca di sponsor per continuare ad allenarsi.
Ma anche i bilanci delle varie federazioni sono difficili da ottenere, in più non giustificano molte spese e spesso si verificano ammanchi:
Un ammanco di circa 1,3 milioni è invece stato verificato dalla Corte dei Conti nelle casse della federazione pugilato. Un bel buco se si considera che il budget federale ammonta a circa 4 milioni di euro, per l’80% provenienti dal Coni.
"I bilanci [della Federazione di Pallamano, ndr] non sono mai stati pubblicati ma quello che si sa è che la federazione riceve dal Coni 2,3 milioni di euro di contributi. Però non è dato sapere come vengono spesi. Sul discorso società fantasma faccio un esempio: a Reggio Calabria secondo la federazione esistono 18 società under 14 aventi diritto, un numero enorme considerando le dimensioni della città. Per aver diritto di voto devono svolgere attività sportiva. Secondo il calendario tutti gli incontri di queste 18 società si fanno presso il palazzetto Botteghelle di Reggio. Ebbene, ho verificato che negli orari dell’incontro, il palazzetto era occupato da altre squadre di altre discipline".
Sul numero di società e iscritti gioca anche un’altra federazione, quella dello squash, che riceve dal Coni meno di un milione di euro di finanziamenti. Ebbene, l’organizzazione si può permettere ben due auto blu, due Bmw, una di proprietà e una in leasing. Tra l’altro, andando a guardare il numero dei tesserati si parla di 13mila iscritti e 205mila praticanti, ma poi guardando le classifiche dei tornei si contano circa un migliaio di tesserati.
Insomma, sembrerebbe una sorta di marchio italico che si appone su ogni attività, specialmente quelle che ricevono contributi pubblici. Per non parlare della creazione di società sportive fantasma, utili per i voti in federazione o del comportamento dei massimi dirigenti del CONI alle ultime Olimpiadi [La burocrazia divora i soldi di Stato]:
Quelli che alle Olimpiadi erano in prima fila [i dirigenti, ndr] durante la cerimonia di apertura, davanti agli atleti. L'Italia è stata l'unica delegazione, su 204, in cui le teste bianche si sono piazzate in bella vista, prendendosi la ribalta e gli onori. Un'immagine emblematica, e piuttosto imbarazzante, che ben rappresenta le priorità del sistema Sport in Italia: prima la politica, poi tutto il resto.
Quanto al CONI stesso, destina 246 milioni (dei 408 che riceve dallo Stato) alle varie federazioni, e spende, del rimanente, quasi 60 milioni per il personale, mentre al progetto di alfabetizzazione motoria nelle scuole riserva appena 5 milioni. E come spendono i soldi le federazioni? Nel settore calcistico, per esempio, che è quello che riceve i contributi maggiori, il presidente della Lega Nazionale Dilettanti avrebbe pensato di destinare questi fondi per
nuove assunzioni di dipendenti, con i soldi che secondo lo statuto dovrebbero andare all'attività giovanile, oltre a elargire ai 20 presidenti "volontari" dei comitati regionali diarie/rimborsi spese (quindi esentasse) per 2-3.000 euro mensili. [...] In pratica con i 18 milioni che per regolamento sarebbero dovuti andare alla Figc e essere reimpiegati per il settore giovanile, la Lnd assume 104 dipendenti nelle delegazioni provinciali (8 milioni), del tutto inutili per i giovani calciatori, e realizza venti campi da calcio in erba sintetica (10 milioni, 500mila euro a campo).
Voce critica anche quella di Margherita Granbassi, sulla direzione che prendono i contributi e sull'anzianità dei dirigenti delle federazioni. A ben guardare, e con la tara della veridicità di questi dati, c'è una linea comune che unisce tutto il settore pubblico che nessuna nuova legge elettorale potrà modificare. E' necessario, con Kuhn, un cambio di paradigma.
imagecredit sport.sky.it
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