Così giudica il risultato dell'ultimo Consiglio dei Ministri Confesercenti Modena:
A vuoto, quindi, è andata la proposta formulata a suo tempo dalle nostre Associazioni e sostenuta dal Commissario straordinario della Regione Emilia Romagna Vasco Errani di sospendere i pagamenti fino alla metà dell’anno prossimo. Proposta lo ricordiamo - apprezzata dal Ministro dell’Ambiente Corrado Clini e sulla quale non era mancato nemmeno l’interessamento del Ministro dell’Agricoltura Mario Catania - che avrebbe consentito almeno una concreta boccata di ossigeno alle imprese oggi in grave difficoltà. “E’ arrivato invece un ‘contentino’ di nessun aiuto, praticamente una “beffa”, di fronte alla criticità della situazione – aggiungono le associazioni riferendosi ai 15 giorni in più concessi, cioè fino al 16 dicembre del 2012
In effetti, sembra piuttosto ansioso, lo Stato, di ritornare ad incassare le imposte dalle imprese delle zone terremotate, tanto da accollarsi il costo degli interessi sui prestiti che la Cassa Depositi e Prestiti potrà concedere alle imprese, affinchè possano pagare le tasse. La cosa lascia sbigottiti Confesercenti Modena che rileva come, nel passato, la proroga del pagamento dei tributi sia stata maggiore di quella attuale
ricordiamo che solo pochi anni addietro, in altre realtà del Paese sempre colpite dal sisma, il trattamento e le proroghe inerenti al pagamento degli adempimenti fiscali sono stati ben diversi.
Infatti, il Governo, nell'ultimo CdM ha approvato i seguenti provvedimenti, per le aree colpite dal terremoto:
- esclusione fino a tutto il 2013 dalla spending review e niente sanzioni in assenza di rispetto del patto di stabilità;
- finanziamento presso la CDP, a interessi zero, per pagare le tasse;
- esenzione dal pagamento IMU per le case inagibili;
- proroga al 16 dicembre 2012 del pagamento dei tributi.
E' proprio quest'ultimo punto che scontenta tutte le associazioni di categoria della zona, le quali avevano invece chiesto una proroga fino a giugno 2013.
Ma, qual è la situazione delle imprese emiliane nelle zone terremotate?
Uno studio di Confesercenti Modena del 24 settembre e riguardante le imprese del settore commercio e servizi dell'Area Nord di Modena e della zona di Novi, ha evidenziato come su 1.714 imprese operanti nel campo della ristorazione, del commercio e dei servizi, 940 (54%) hanno ripreso l'attività nella propria sede, 612 imprese hanno delocalizzato e il rimanente 10%, cioè circa 160 aziende, ha cessato l'attività. La situazione non è omogenea
Le situazioni più critiche riguardano:
il Comune di Mirandola in cui 200 imprese sono state indotte a ricercare una nuova ubicazione;
Concordia dove a questa necessità è stata costretta l’80% delle imprese;
San Felice in cui ancora oggi il 60% delle attività imprenditoriali non ha alcuna possibilità di rientrare nella propria sede e le prospettive di delocalizzazione sono ancora tutte da approntare;
Più sconfortante il rapporto IPSOS uscito il 3 agosto, su incarico della CNA Reggio Emilia:l’area di Novi in cui su 174 imprese, il 20% ha cessato o sconta un futuro molto incerto”
(indagine su un campione significativo di artigiani e piccole e medie imprese nelle province di Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Mantova e Rovigo)
Le aziende danneggiate sono state tante (il 55%).
Il 13% ha riportato danni gravi, in prevalenza strutturali, ai capannoni e ai locali.
Il 39% delle aziende colpite ancora non ha ripreso l'attività e di queste il 41% ritiene che non la riprenderà prima dei sei mesi, con punte di due anni e oltre.Tanto per chiarire l'impatto economico delle aziende nell'area terremotata, IPSOS valuta che:
Entro 20 chilometri dall'epicentro si contano circa 35mila imprese, con oltre 120mila addetti.La sola area prossima all'epicentro genera il 10% del prodotto interno lordo dell'Emilia Romagna e circa il 30% delle sue esportazioni, con un impatto sul Pil italiano superiore all'1,5%.
La ricerca IPSOS evidenzia inoltre come la valutazione dei cittadini emiliani sulla gestione dell'emergenza sia circostanziato e piuttosto caratterizzato: per esempio, con riferimento alle imprese, ecco gli aspetti giudicati positivi sulla gestione dell'emergenza in rapporto a quelli giudicati negativi (valori in %):
elementi positivi |
elementi negativi |
La ripresa, dopo eventi catastrofici, è sempre irta di problemi. Il recupero della normale attività e il rientro dalle spese sostenute vuoi, in seguito, per intervento pubblico, vuoi di tasca propria, impone di non sottoporre le imprese del post terremoto ad ulteriori stress, almeno inizialmente. Saranno sufficienti i rapidi tempi previsti dal Governo per far fronte, oltre che a tutte le insidie già presenti, anche a quelle di dover pagare le tasse? In questi casi occorre grande cautela negli interventi impositivi, per non rischiare di rendere inutili tutti gli sforzi già fatti.
imagecredit cnare.it
Nessun commento:
Posta un commento
Come si dice, i commenti sono benvenuti, possibilmente senza sproloqui e senza insultare nessuno e senza fare marketing. Puoi mettere un link, non a siti di spam o phishing, o pubblicitari, o cose simili, ma non deve essere un collegamento attivo, altrimenti il commento verrà rimosso. Grazie.