martedì 7 maggio 2013

Giulio Andreotti: una vita politica

"Le parole delle epigrafi son tutte uguali, a leggerle uno si chiede: 'ma scusate, se sono tutti buoni, dov'è il cimitero dei cattivi?'". La caratteristica che forse più d'altre ha favorito la resistenza della monumentale carriera politica di Giulio Andreotti è stata quella perenne vena ironica che lo ha sempre contraddistinto. Anche di fronte agli attacchi più efferati, il Divo Giulio ha sempre mantenuto una calma quasi olimpica e sfoderato un sottile humor, a volte anche piuttosto pungente. Non che questa ironia di fondo ne abbia aumentato la popolarità in una certa parte dell'opinione pubblica anzi, spesso è stato esattamente il contrario, ma sicuramente oltre ad essere l'uomo politico che ha incarnato il potere tout court ricoprendo un'infinità di cariche ministeriali è stato anche colui che, pur subendo diversi attacchi, almeno si è difeso nel merito più che dagli accusatori.
RaiNews24 ne traccia una breve biografia politica.



Dal punto di vista politico, come quasi sempre accade, è difficile tracciare un bilancio della sua carriera. Spesso i biografi si dividono in due categorie: estimatori e detrattori. Anche chi ne scrive come storico, quindi apparentemente non lasciandosi influenzare dall'attualità del fatto di cronaca, sovente non riesce ad essere imparziale nel suo giudizio sugli atti politici. Questo atteggiamento preconcetto, che spesso è tale solo nella mente del lettore, carica la biografia di una tara che fa svanire l'obiettività, assegnando alla ricostruzione dei fatti un'interpretazione di parte. Non sfugge a questo destino la classe politica, e massimamente coloro che hanno esercitato a lungo il potere distribuendosi su un elevato numero di poltrone. E' così anche per Giulio Andreotti, per il quale esiste una serie di estimatori e denigratori pregiudiziali, mentre sarebbe interessante, oltre che potersi dotare di una esatta ricostruzione storica  degli eventi, poter contare su un'analisi e un giudizio politico scevri di preconcetti.

Qui una ricostruzione di Massimo Franco, notista del Corriere.



Qui, infine, alcune non tenere considerazioni di Travaglio (anno 2008).





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