lunedì 2 aprile 2012

Nè lavoratori nè pensionati: gli esodati, gli sfigati della retroattività

E' proprio vero che siamo un paese di sfigati. Mi riconosco pienamente nelle parole del sottosegretario Michel Martone e anzi, le estendo non solo a chi non si laurea in tempo ma a quasi tutti gli italiani.
Come chiamarli, se non sfigati, questa nuova categoria di italiani, gli esodati, nè carne da lavoro nè pesce da pensione che rischiano, in attesa che un governo ci pensi, di vivere solo della solidarietà puramente virtuale di tutti? Esodati, termine che richiama ben più antichi e illustri esodi, addirittura biblici, anche se i nuovi esodati non hanno nulla da invidiare a quelli storici, in quanto a sfiga. Anche perchè rischiano di assomigliarci pure dal punto di vista storico, nel senso che prima che la cosa si risolva passeranno forse tempi biblici.
Il sottosegretario all'economia Polillo durante la trasmissione In onda su La7 si lascia andare ad una affermazione che vuole essere di rassicurazione ma diventa involontariamente minacciosa: questo Governo nè quelli futuri potranno ignorare la loro situazione. Quelli futuri? Ma quelli futuri saranno fra un anno: come andranno avanti per un altro anno questi esodati senza lavoro e senza pensione? Che ci provassero quelli di questo Governo ad andare avanti senza stipendio per un anno anzi, siccome sembra tanto facile, rinuncino alle loro retribuzioni in favore di questi poveretti e gli attuali e i futuri elettori non potranno ignorare questo comportamento. Va bene così?
Mi sembra di ascoltare una trasmissione di gag: mentre Telese e Porro, e soprattutto loro, gli esodati, incalzano il viceministro, questi, il viceministro Polillo, se ne esce con alcune scappatoie tipiche del politico: se a un accordo tra privati succede una legge retroattiva che cambia le condizioni di quell'accordo, secondo i principi generali dell'ordinamento giuridico, quell'accordo è nullo. E chi lo dice alle imprese che l'accordo è nullo? Perchè semplicemente non si è evitato di fare una legge retroattiva, senza lasciare che siano sempre i privati a sbrigarsela tra loro quando i politici cambiano le carte in tavola? Perchè intervenire a danno di tutte quelle persone vicine alla pensione, della cui esistenza tutti sapevano, scrivendo una legge che ne triplica o quadruplica il tempo di ingresso, vanificando l'accordo preso?
Da che mondo è mondo si sa che le aziende ristrutturano in questo modo, prepensionando, finchè la legge glielo consentiva. Intervenire con una modifica dell'età pensionabile danneggia solo gli esodati: non l'azienda, per la quale l'accordo con il lavoratore resta valido, e non lo Stato che, rendendo retroattiva la legge, si libera dell'impiccio di riconoscere quello che una legge precedente invece riconosceva.
L'unica cosa sensata della trasmissione esce dalla bocca di Telese: siccome questi poveri esodati, oltre a non percepire nè lo stipendio nè la pensione, sono pure obbligati per legge a non cercarsi nemmeno un lavoro, abrogare questa norma  sarebbe sacrosanto, anche perchè a costo zero.
Mi vengono in mente, così alla rinfusa, tutte le leggi e i provvedimenti che i politici prendono per se stessi. Quasi sempre si legge: dalla prossima legislatura, dal prossimo mandato, dal prossimo... Non conoscono il termine retroattivo. La retroattività è una cosa da sfigati e si applica solo ai cittadini.


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