giovedì 9 settembre 2010

Antichi reperti

6 commenti:

  1. Molto riposante questa grafica...bella!
    Ma dove sono finiti tutti i tuoi cervellotici post?????????????????????????????
    Buona serata- ciao
    pitie-sloggataecancellata,ancoraperpoco...

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  2. Non è tanto facile fare commenti ora, con la svolta che hai preso dopo la tua assenza. Si vede bene che sei cambiato Paolo...
    Ma non hai potuto fare a meno di dire molte cose "fuori casa"... o mi sbaglio?
    Ora è come Raffaello in competizione con la natura?
    Io ho il mio «regolo e i numeri, che non sbagliano (quasi) mai», come dici tu... o no?

    Tu, a scanso di "fallacie" hai deciso di mettere da parte le tue "armi", il virtuoso parlare della mente, per far parlare le "pietre". Hai esposto la prima di queste, "La realtà non è come sembra" (eloquente) ed ora tocca alla seconda, "Antichi reperti". E così come primo risultato ti sbarazzi di chi non si raccapezza con tutto ciò.

    Ecco "il colonnato, il ritto della sedia, il cervello in sezione" (del mio saggio su Scientificando", che da parte tua è "il tentativo, di pareggiare la forza del reale attraverso" una tua peculiare "supercompensazione".

    Scandagliando a mio modo consueto, al limite della pareidolia ( tu sai cosa è ma per chi ci legge... un evento che ci auguriamo, è quando sembra di intravedere forme note di oggetti o di profili dalla forma casuale), noto qualcosa di antico sul muro già vecchio di per sé. In basso sembra di vedere una sorta di pesce come quelli preistorici che vengono trovati occlusi nella roccia. Verrebbe da ricordare la frase "La realtà non è come sembra" del tuo post precedente. Il pesce che si era assentato dal fondo marino ora è eterno come reperto, ma chi se ne accorge è bravo...

    Mi sovviene "Le voci di dentro", la famosa commedia di Eduardo De Filippo:

    Le "voci" di quel vecchio zio Nicola che, considerando ormai inutile parlare, comunicava con un linguaggio muto a base di botti e fuochi d'artificio...

    Gaetano

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  3. Non si può dire che tu non abbia spirito d'osservazione, Gaetano.
    Anche sull'analogia eduardiana...

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  4. è un'immagine suggestiva che riesce a restituire le tracce di un passato, che si è conservato fino a noi,una sorta di viaggio nel tempo.

    Mi piace anche questo sfondo azzurro,il colore dell'infinito.

    ciao Paolo,buone cose anche a te.

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  5. Non si può dire che tu non abbia spirito d'osservazione, Gaetano.
    Anche sull'analogia eduardiana...

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  6. Non è tanto facile fare commenti ora, con la svolta che hai preso dopo la tua assenza. Si vede bene che sei cambiato Paolo...
    Ma non hai potuto fare a meno di dire molte cose "fuori casa"... o mi sbaglio?
    Ora è come Raffaello in competizione con la natura?
    Io ho il mio «regolo e i numeri, che non sbagliano (quasi) mai», come dici tu... o no?

    Tu, a scanso di "fallacie" hai deciso di mettere da parte le tue "armi", il virtuoso parlare della mente, per far parlare le "pietre". Hai esposto la prima di queste, "La realtà non è come sembra" (eloquente) ed ora tocca alla seconda, "Antichi reperti". E così come primo risultato ti sbarazzi di chi non si raccapezza con tutto ciò.

    Ecco "il colonnato, il ritto della sedia, il cervello in sezione" (del mio saggio su Scientificando", che da parte tua è "il tentativo, di pareggiare la forza del reale attraverso" una tua peculiare "supercompensazione".

    Scandagliando a mio modo consueto, al limite della pareidolia ( tu sai cosa è ma per chi ci legge... un evento che ci auguriamo, è quando sembra di intravedere forme note di oggetti o di profili dalla forma casuale), noto qualcosa di antico sul muro già vecchio di per sé. In basso sembra di vedere una sorta di pesce come quelli preistorici che vengono trovati occlusi nella roccia. Verrebbe da ricordare la frase "La realtà non è come sembra" del tuo post precedente. Il pesce che si era assentato dal fondo marino ora è eterno come reperto, ma chi se ne accorge è bravo...

    Mi sovviene "Le voci di dentro", la famosa commedia di Eduardo De Filippo:

    Le "voci" di quel vecchio zio Nicola che, considerando ormai inutile parlare, comunicava con un linguaggio muto a base di botti e fuochi d'artificio...

    Gaetano

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