venerdì 18 marzo 2011

Di nucleare e votazioni: adesso si possono accorpare?

Se è vero che il governo, attraverso il ministro Romani, fa una pausa di riflessione sul nucleare, in seguito ai tragici avvenimenti giapponesi
"Il governo tira il freno a mano sul nucleare. Incalzato dal disastro giapponese e da un dibattito sempre più acceso, l’esecutivo affida al ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, cui fanno eco le prese di posizione di Berlusconi, Bossi e, ancora di più, della Prestigiacomo («è finita, bisogna uscirne»), il compito di togliere il piede dall’acceleratore dell’atomo."
e addirittura fa un brusco dietrofront con il ministro Prestigiacomo
"Se quella di Romani è una frenata, di vera e propria marcia indietro si può parlare per il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo: «È finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare», è il de profundis recitato dal ministro nei corridoi di Montecitorio. Adesso «bisogna uscirne, ma in maniera soft. Ora non dobbiamo fare niente. Si decide tutto tra un mese»."
(così sulla Stampa) e la cosa è riportata sullo stesso tono anche dal Giornale

"Il premier detta la linea Romani è tornato a parlare della necessità di una riflessione sul nucleare per riflettere sulla sicurezza degli impianti. Ma del tema si è parlato anche ieri sera all’ufficio di presidenza del Pdl a palazzo Grazioli. Silvio Berlusconi ha dettato la linea della prudenza, soprattutto perché si tratta - ha ragionato secondo quanto viene riferito - di un argomento "sensibile" in questo momento per l’opinione pubblica, dopo quello che è successo in Giappone.
E la Prestigiacomo guarda al voto "E' finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare". Il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, si ferma a colloquio con il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ed il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, ed indica la strategia per l’uscita dell’Italia dal nucleare. Il responsabile del dicastero di via XX Settembre ascolta la collega con interesse. "Bisogna uscirne - aggiunge Prestigiacomo - ma in maniera soft."
allora, se è vero che ora il governo ha meno fretta ed è meno interessato a promuovere il nucleare, perchè non ri-accorpare le votazioni e risparmiare 400 milioni (secondo quanto dice Greenpeace: "minimizzare i rischi del nucleare e fare finta che in Giappone tutto sia sotto controllo; sprecare 400 milioni di euro non accorpando il referendum nucleare alle amministrative di maggio") ? O forse, passate le amministrative, si riprenderà a spron battuto sul versante nucleare?

4 commenti:

  1. "O forse, passate le amministrative, si riprenderà a spron battuto sul versante nucleare?"

    Questa è una bella domanda, alla quale mi piacerebbe saper rispondere.

    Io ogni caso, la scelta nucleare è miope. Il nucleare sicuro non esiste, è inutile volersela raccontare diversamente. E' una questione probabilistica: aumentando il numero dei reattori, aumenterà anche la probabilità di incidente nucleare. Se poi pensiamo alla "serietà" italiana nella gestione della cosa, c'è da farsi venire i capelli di tutti i colori.

    Perché investire in una tecnologia potenzialmente molto pericolosa, sapendo poi che l'uranio andrà in esaurimento nel giro di pochi decenni?

    L'unico scienziato serio e avveduto è Rubbia. Sono completamente d'accordo con lui.

    RispondiElimina
  2. Sei la seconda nella cerchia di quelli che conosco nella rete che cita Rubbia.
    Miope, anche in considerazione del fatto che non sarebbe disponibile prima di 15-20 anni, secondo quanto ho letto. Vedo due alternative: una via virtuosa, conosciuta e migliorabile nell'aspetto tecnologico (rinnovabili dal sole) e un'altra ancora più di avanguardia, tipo la fusione fredda, ma per questo occorre aumentare, non ridurre, le risorse per la ricerca.

    RispondiElimina
  3. 15-20 è forse troppo, ma dieci ci stanno tutti...per funzionare per un altro ventennio prima che il "combustibile" finisca, con tutto quello che ne consegue: corsa al rialzo e costi impossibili.

    Praticabile, praticabilissimo il solare! Il problema è solo il controllo! Sempre e solo il potere.
    Nel caso del nucleare, si possono investire milioni e milioni di dollari o euro, concentrandoli nelle mani di pochi; nel caso del solare, l’investimento sarebbe a fronte di centinaia di laboratori sparsi per il mondo.
    Il controllo sarebbe molto maggiore nel primo caso, non trovi?

    RispondiElimina
  4. senza considerare che occorre il parere delle regioni. Più ti avvicini alle amministrazioni locali più è difficile andare contro il sentire comune (almeno quello definibile come apolitico).

    RispondiElimina

Come si dice, i commenti sono benvenuti, possibilmente senza sproloqui e senza insultare nessuno e senza fare marketing. Puoi mettere un link, non a siti di spam o phishing, o pubblicitari, o cose simili, ma non deve essere un collegamento attivo, altrimenti il commento verrà rimosso. Grazie.

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...