Proprio la settimana scorsa, in libreria, davo un'occhiata alle novità che il mio libraio di fiducia mette via per la mia visita del sabato. In generale ci azzecca quasi sempre. Anche questa volta. Ci sono libri che compro anche senza sfogliarli, sulla base dell'editore e della copertina.
Questo, per esempio, si intitolava Internet ci rende stupidi? Come la rete sta cambiando il nostro cervello, Raffaello Cortina 2011. L'autore è Nicholas Carr, uno scrittore americano, già famoso per aver scritto un articolo dal titolo Is Google Making Us Stupid?: What the Internet is doing to our brains nel quale manifestava il suo atteggiamento fortemente critico sull'influsso di internet in generale sull'intelligenza umana. Questo suo atteggiamento si è rafforzato in questo libro, nel quale presenta ulteriori approfondimenti. Non l'ho ancora letto quindi questa non è una recensione, voglio solo raccontarvi di questa strana coincidenza.
Dopo aver letto il titolo del libro mi sono messo a discutere con il mio libraio. "Sai" gli dico, "c'è un fatto strano: continuo a comprare libri ma li leggo sempre di meno. La quantità di tempo che dedico alla lettura dei libri si è via via assottigliata, di modo che li inizio quasi tutti ma non riesco a terminarli. Non c'è tempo! E non è nemmeno da dire che leggo meno: anzi, leggo forse di più, ma leggo su internet!"
Nicholas Carr |
In effetti è così. La rete rappresenta uno strumento formidabile di aggiornamento ma ti abitua ad essere frenetico. Le novità si susseguono. L'interazione con gli altri, i commenti, gli aggiornamenti sulle ultime novità: la rete è una frenesia continua e si va pian piano diffondendo l'abitudine di accorciare tutto. Anche lo stesso Twitter, forse il più valido concorrente di Facebook, basa una delle sue peculiarità sul limite di parole in un post, cioè accorcia ancora di più, rende ancora più intenso e frenetico il susseguirsi delle notizie. Siamo letteralmente affamati di novità, è una compulsione, una caccia continua. Essere aggiornati è dunque un obbligo imprescindibile.
Ma che conseguenze porta tutto questo?
Così ragionavo con il mio libraio, quel sabato. Poi, quando a casa ho cominciato a sfogliare il libro, mi sono accorto che diceva le stesse cose, ma con un tono più negativo. In fondo, io lamentavo solo la difficoltà di sedersi a leggere comodamente libri come accadeva nell'era pre-internet, ma era una lamentala parziale perchè in fondo a me il mondo che offre internet non dispiace. Rispetto alla carta stampata internet offre vari ordini di grandezza in più di informazioni, è tutto disponibile, a portata di mouse. Si possono controllare tutte le fonti, tradurre parole incomprensibili, cercare i collegamenti, le immagini, i filmati, conoscere le opinioni di amici o di sconosciuti, è un turbinio di informazioni. Mi piace, almeno per ora. Certo, un rischio c'è, e me ne accorgo anche su di me: per rispettare questa sorta di compulsività delle novità, le notizie devono essere brevi, devono informarti immediatamente, per permetterti di passare subito dopo ad altre notizie, in una rincorsa continua. L'articolo lungo fa antico, fa carta stampata, e così pure l'approfondimento. Solo nel caso in cui si sia particolarmente interessati alla materia, la lunghezza dell'articolo non peserà al lettore.
Questo effetto io lo avverto in pieno. Così mi abituo anche a giudicare l'interesse (e la validità?) di un articolo dal solo abstract: devo coglierne immediatamente i punti salienti, gli aspetti essenziali. L'approfondimento frena la corsa dell'associazione mentale. Infatti, già mentre leggo le brevi note dell'abstract penso a vari collegamenti, associazioni mentali con altri articoli, con cose che conosco.
Carr pensa che internet ci renda superficiali, facendoci perdere la capacità di concentrarci e approfondire.
Dico che in parte ha ragione. Però è anche vero che internet permette di approfondire in maniera infinitamente più veloce e puntuale di qualsiasi ricerca condotta in biblioteca. Almeno la maggior parte delle volte.
Per dire: in questo articolo ci sono tre link, attraverso i quali si può andare in altre pagine, scoprire altri mondi e seguire i link, navigare, trovare nuove cose. Questo sarebbe possibile in una rivista di carta? In una rivista di carta il lettore può solo seguire il sentiero tracciato dal redattore, rimane imbrigliato in una sequenza predisposta per lui da altri. Su internet no: qui, il lettore può scegliere di cliccare sul link, può scegliere di farsi interessare da altre cose e seguire altri percorsi e arrivare a qualcosa che cercava magari da tanto tempo oppure qualcosa di cui non sospettava l'esistenza ma che raccoglie il suo interesse. Sulla rete il lettore crea il suo percorso, è padrone di scegliere, ha un ruolo attivo e costruisce, anche ripartendo dallo stesso punto, percorsi ogni volta diversi.
E questo, non è anche approfondire?
Prossimi giorni preparo una recensione, se riesco a leggerlo tutto.
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Ciao Paolo, troppo lungo il tuo post, devi farlo più breve altrimenti sa di antico! :-))))
RispondiEliminaDai, scherzo. In effetti è vero che Internet ti da la possibilità di ampliare le notizie e le ricerche con i vari link, è comodo, veloce (quando non si inceppa), ti da anche dipendenza, però... ma vuoi mettere un bel cartaceo, sfogliare un bel libro, o un giornale, sentirne l'odore, il rumore del foglio, rilassarti...
Sai, anch'io uso Internet ma ogni tanto mi chiedo dove andremo a finire con la nostra frenesia e sempre voglia di accelerare il tempo?
Comunque è vero che con percorsi diversi di Internet si approfondisce di più e si può scegliere con più facilità.
Come in tutte le cose, c'è sempre il pro e il contro.
Buona serata Paolo e un abbraccio!
Nadia
Nadia, sono perfettamente d'accordo con te: quel profumo o quel fruscio di cui tu parli non faranno mai morire, almeno in me, l'amore per la carta stampata.
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