martedì 24 maggio 2011

Dell'impegno in politica: candidati alle amministrative e strategie politiche

Spesso mi chiedo cosa spinge gli uomini a impegnarsi in politica.
Ho cercato in diverse occasioni di chiarire la differenza che corre, secondo me, tra un politico e un amministratore. Il primo è portatore di idee, ideali ai quali improntare il mondo, il secondo massimizza quello che gli viene richiesto, senza porsi questioni ideologiche o ideali.
Si dirà: meglio il secondo del primo, chi l'ha detto che le  ideologie servono anzi, sono dannose.
Ma, le ideologie, non sempre sono dannose. O almeno, non lo sono nella misura in cui non desiderano il benessere di una parte a scapito dell'altra.
Si  noti, inoltre, che anche il liberismo selvaggio e sregolato può benissimo intendersi come un'ideologia e così pure l'elenco delle cose da fare consegnato all'amministratore.
Insomma, la questione del tipo di società a cui tendere c'entra sempre: cosa vogliamo? e come vogliamo ottenerlo? e come ci comportiamo con chi non accetta le regole? Queste, grossolanamente, le domande a cui deve rispondere chiunque abbia un obiettivo: dal governare un paese al coltivare orchidee.
E allora: cosa spinge un uomo (o una donna) a impegnarsi in politica?
Accenno di sfuggita al fatto che, come animali sociali, viviamo in società composte di numerosi individui e che si combattono spesso tra loro e accenno anche alla somiglianza della nostra con la società degli scimpanzè. Le somiglianze consistono nella lotta tra gruppi, che gli umani chiamano guerra, e nella gestione dei gruppi.
Tra gli umani esistono forme di governo diversificato in base alla storia delle varie civiltà,  ma tutte hanno in comune qualcosa  tra loro e con le società degli scimpanzè: al vertice c'è qualcuno che comanda.
Può una società umana regolarsi senza qualcuno che, autorizzato o meno, eserciti una forma di potere su tutti gli altri?
Tema troppo complesso per essere analizzato velocemente qui. Nel continuo procedere per approssimazioni, si può ragionevolmente affermare che le nazioni occidentali vanno, progressivamente, migliorando le loro forme di governo? E se si, a cosa si deve questo progressivo miglioramento?
Le istanze provenienti dal basso hanno modellato il potere producendo forme di governo più tollerabili. Il rischio connesso all'anarchia (e il ritorno di elite dittatoriali) rende tollerabile anche una forma di governo imperfetta come la democrazia. Resta però il fatto che l'uomo politico cerca spesso il potere, in qualunque forma si presenti, perchè, lapalissianamente, è meglio comandare che obbedire.
Quale differenza possiamo trovare tra chi ricerca il potere per il potere (e per i vantaggi che comporta dal punto di vista economico) e chi è portatore di una ideologia?

Chi è portatore di un'ideologia  tende a far sì che il suo pensiero sia il più condiviso possibile, perchè questo darà forza alle sue affermazioni. Egli agirà in base al tipo di società cui aspira. Potenzialmente, anche all'interno dei candidati ideologizzati si annida lo stesso pericolo che si ritrova nel candidato interessato unicamente al potere, ma i primi possono trovare una parziale immunizzazione al rischio dittatura pubblicizzando il loro intendimento, cosa che non può fare chi intende sfruttare per sè il potere.
L'immunità è però direttamente proporzionale all'aver sperimentato in precedenza una forma di governo dittatoriale. Non che sia una immunità totale, ma la capacità di ricordare degli umani al di là della singola generazione che ha sperimentato rappresenta un, seppur incompleto, sistema di sicurezza anti-dittatura.

Piccola conclusione. E' più  temibile il non detto (o non dicibile) che c'è dietro la ricerca del potere per il potere o il detto che c'è dietro un'ideologia, che invece spesso viene detto a gran voce e può essere oggetto di giudizi e critiche?

Inoltre: cosa c'è dietro la ricerca dell'impegno in  politica degli attuali candidati? Se invece di presentare la mia idea del mondo, le cose da fare (o quelle fatte, per chi ha già governato) attacco l'avversario a livello personale, se invece di essere propositivo sono oppositivo che tipo di ideologia sto presentando?
La cosa è inquietante se si pensa che la stessa strategia oppositiva è impiegata alternativamente da entrambi i maggiori schieramenti (e non solo).
La strategia puramente oppositiva tiene celato l'aspetto propositivo, e immaginiamo che le cose celate e dunque  indicibili spesso lo sono perchè non accettabili. Per questo motivo ritengo che sia tollerabile un certo grado di strategia oppositiva solo in presenza di una totale franchezza propositiva. E' infatti da quell'idea del mondo che si presenta che dipenderà il futuro delle persone, senza sorprese inattese, salvo quelle che ci riserva il caso.

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