Siccome Giuliano Pisapia è la grande novità, anche se per ora incompiuta, delle elezioni amministrative 2011, sono andato a vedere se c'è qualcosa nel suo programma, oltre a fattori, diciamo così, esterni, che ha condizionato questa scelta dei cittadini milanesi.
Il pdf del programma è disponibile a questo indirizzo. Un po' lunghetto.
Si comincia con
La Visione.
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10 punti, contraddistinti dalla ripetizione del nome della città, per fissare il quadro d'insieme sia delle proposte che della propria visione delle cose e del ruolo della città.
Non li elenco tutti ma quelli che ritengo più significativi.
Milano più giovane. Punto di vista giovanile, dall'ingresso nel mondo del lavoro (possibilmente non precario) al farsi una famiglia, avere una casa. Insomma, le basi. Il tema giovani si ripete anche più avanti e verrà ripreso in maniera più estesa.
Milano più bella e verde. Tema delle periferie, che diventano anche periferie sociali. Quindi evitare il degrado urbanistico e sociale.
Milano capitale della cultura. Si riassume così il ruolo della cultura nella formazione dei cittadini e delle città. Se si vuole sviluppo, si può averlo senza progresso?
Milano più giusta. Tema delle iniquità e ingiustizie sia sul lavoro, che nella vita sociale, nell'accesso alle risorse.
Milano più libera. Attenzione, da non confondersi con liberismo. Si intende la libertà di essere quello che si è, quindi libertà sessuali, religiose e anche servizi per il cittadino, oltre quelli essenziali.
In realtà tutti e 10 i punti concorrono a formare quella che è la weltanschauung, la visione del mondo, della sinistra, senza essere eccessivamente statalista, e infatti c'è anche Milano e l'Expo. Si tratta di spostare l'asse dall'egoismo capitalista all'altruismo internazionalista, inteso nel senso di non barricarsi in casa propria ma di fornire le opportunità a tutti di essere migliori. Tutte buone intenzioni ma che di solito non portano voti.
Milano e le tre sfide.
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Tre sfide attendono Milano (e le grandi città europee). Le metto in elenco puntato perchè fanno più figura
- Nuova Demografia
- Nuova Economia
- Nuova Democrazia
Tutto nuovo! Legittimo e auspicabile, ma difficile. Vediamo cos'ha in mente Pisapia. Per ora si tratta di fotografie della realtà e di prospettive.
Demografia. La demografia delle città cambia. Non ne è esente Milano. Anzi, semmai è capofila. Meno giovani e meno attrattiva. Cause: costi eccessivi degli immobili o degli affitti, cambiamento degli stili di vita, aumento dei divorziati, tra cui donne single con figli, aumento degli immigrati e aumento delle famiglie in condizioni di povertà. Soluzioni? Questo è il nuovo pensiero pisapiano
Rispetto dei principi di democrazia paritaria e di rappresentanza.
Equilibrio tra i generi nei ruoli di decisione delle politiche fondamentali del governo comunale e nei consigli di amministrazione delle aziende partecipate.
Adozione della Analisi di Impatto delle politiche di governo della città rispetto al Genere e adozione del Bilancio di Genere
Un po' criptico, ma vedremo in seguito.
Economia. Un nome su tutti: green economy. Insieme fattore di sviluppo e sostenibilità. Modo di arrivarci: ricerca scientifica.
Con questi progetti vogliamo dare un deciso sostegno ai settori a più alto contenuto scientifico nei quali servizi di avanguardia, ricerca, sviluppo tecnologico e produzione di nuovi beni assicurino un nuovo tipo di sviluppo. L’area biomedica e delle tecnologie per la sanità e tutti settori collegati; il design; i nuovi materiali per gli usi comuni; l’eccellenza tecnologica e gestionale del sistema delle aziende a partecipazione comunale; i settori della industria creativa; nell’area Expo si può realizzare il nuovo insediamento dei new media, così sviluppati a Milano e ricchi di creatività e potenzialità: questa è Milano verso il futuro.
Democrazia. Le primarie come forma di politica con più partecipazione del cittadino e il web come strumento principe di democrazia organizzata e democrazia deliberativa.
Riferimenti culturali
Cattaneo, Caldara e i sindaci del socialismo municipale, Greppi uomo della Resistenza e della Ricostruzione, le giunte di Aniasi, Quercioli, Tognoli, il regionalismo di Bassett.
Come vogliamo il Comune.
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Il candidato è un cittadino ed esprime i desideri e le aspettative dei cittadini. Se uno si riconosce lo vota (con l'aspettativa che le metta in pratica). Il candidato Pisapia pensa che
Il comune di Milano deve diventare un’ organizzazione modello
per i cittadini: per esempio attraverso la e-democracy, per proposte di referendum con raccolta firme e voto online, oppure lo sportello dei diritti (interessante) presente in ogni quartiere, in cui si possono segnalare le cose che non vanno o in cui, attraverso il sistema città amica si possono sbrigare velocemente le pratiche amministrative e anche un sistema di controllo attuato da tutti i cittadini, che controllano l'aderenza al programma (intento nobile ma difficile da mettere in pratica, se ci riesce è bravo);
per la legalità e l'etica pubblica: cancellazione delle ordinanze coprifuoco, perchè svuotano le strade dalle persone oneste e non dai delinquenti, legalità dentro al Comune e dentro alle aziende che lavorano con il Comune, esclusione dalla candidatura di chi sia stato condannato in primo grado;
per i suoi quasi 30 mila dipendenti: sensibilità nei confronti delle donne e delle esigenze familiari di accudimento dei figli; revisione delle esternalità, che non hanno aumentato il livello delle prestazioni, limitazione dello spoil systems, per garantire competenza e affidabilità, questi i punti cardine;
per i suoi fornitori: pagamenti entro 60 giorni e risarcimento alle attività che subiscono danni dal prolungamento dei lavori, controllo del rispetto della sicurezza sul lavoro delle imprese che lavorano per il Comune;
per l'Italia e per il mondo, temi di ampio respiro che mirano a riprendere il ruolo che si compete alla città, capitale economica ma anche scientifica, con collaborazioni tra centri universitari, politiche ambientali ed energetiche e insomma tutto quello che occorre per riprendere o consolidare il ruolo primario che gli compete.
Diciamo che fino a questo punto si tratta sicuramente di ottime intenzioni, alcune delle quali buone per quasi ogni politico e che tutti i candidati sventolano con grande clamore. Ribadisco che, come ogni buon programma di una formazione di sinistra o centro-sinistra è notevolmente pletorico. Non so in quanti l'abbiano letto tutto. Probabilmente, come gli elettori degli altri schieramenti, si saranno accontentati di lasciarselo raccontare nei comizi. Comunque, a un certo punto si legge la parola proposta. Che sia finalmente qualcosa di concreto e pratico?
La prossima volta ne parlo.
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