lunedì 4 luglio 2011

Agcom, diritto d'autore e censura in rete: il web sotto attacco

credit valigia blu
Ho precisamente in mente le parole di Silvio Berlusconi quando afferma: "Un paese dove tutti possono essere liberamente intercettati al telefono non è un paese libero". Ma un paese nel quale un'unica autorità definita indipendente ( ma da alcuni definita semi-indipendente) può, senza dare la possibilità di difenderti oppure opporti,  oscurarti il sito o blog   beh, un tale paese, come lo definirebbe signor Presidente del Consiglio?
Non ho alcun dubbio che se si fosse trattato di un provvedimento che toccava uomini politici o parlamentari si sarebbe gridato allo scandalo, siccome riguarda solo i cittadini, la rete  e il suo barlume di vera libertà, allora non c'è nessuno scandalo.
Su Punto Informatico Mantellini scrive un articolo perfettamente condivisibile che fa leva sull'autorevolezza dell'organo di garanzia
Una autorità per modo di dire, diretta estensione del potere politico, composta in genere da commissari con modestissime competenze specifiche, che mai, in questi ultimi dieci anni, è riuscita a rappresentare nitidamente l'interesse dei cittadini nella complicata arena dei sistemi di comunicazione. Possiamo fidarci di loro? La risposta è semplicemente no.
 Stesso parere di Guido Scorza,
Secondo la nuova disciplina toccherà, infatti, agli uffici dell’Autorità, su segnalazione dei titolari dei diritti, ordinare, all’esito di un procedimento sommario destinato a concludersi in cinque giorni e senza contraddittorio con l’autore e/o l’utente che ha caricato on line il video, ordinarne ai provider l’immediata rimozione o, qualora il contenuto risultasse ospitato da fornitori di servizi stabiliti all’estero, un filtraggio che valga a renderlo inaccessibile ai naviganti italiani.
 che sull'Espresso e su Wired propone il suo punto di vista. Nelle 10 domande all'Agcom si chiede, in considerazione del clima rovente creatosi intorno alla questione dei diritti d'autore sulla rete
In tale contesto – e proprio al fine di non rinunciare, fino all’ultimo, al dialogo con l’Autorità – sembra opportuno rivolgere al Presidente Calabrò dieci domande per verificare se l’AgCom abbia chiari gli effetti, le conseguenze e gli scenari futuri che il varo della nuova disciplina rischia di aprire.
Tra le 10 domande
4. L’Autorità ritiene compatibile con il diritto alla difesa e quello a un giusto processo, un procedimento nell’ambito del quale, in meno di una settimana, si giudica della legittimità della pubblicazione di un contenuto, senza alcun coinvolgimento del soggetto che tale contenuto ha prodotto e pubblicato?
5. L’Autorità ritiene compatibile la disciplina che sta per varare ed il procedimento che attraverso essa si vorrebbe istituire con gli accordi TRIPS i quali, tra l’altro, stabiliscono che ogni eventuale procedimento d’urgenza (o cautelare) debba esser seguito a strettissimo giro da un giudizio di merito e che, il soggetto asseritamente autore della violazione in caso di "errore giudiziario" abbia diritto ad un indennizzo?
9. L’Autorità riterrà realizzati in violazione del diritto d’autore e disporrà, dunque, la rimozione di contenuti che siano il risultato di tecniche di creazione artistica digitale quali remix, mashup o, piuttosto, che incorporino porzioni di video tratte da trasmissioni televisive per finalità di cronaca, critica o satira politica?
Sarà fatto salvo, per dire, il diritto di citazione, anche sotto forma video? In più, per diretta esperienza, verifico come la registrazione al Registro delle opposizioni, che dovrebbe servire a non ricevere più telefonate commerciali, non funziona, perchè i call center continuano a chiamare. Dunque, se  il livello di efficienza è questo, non dovrebbero esserci troppi problemi. Purtroppo non penso che sia così. Gli  interessi vanno sempre verso quelli che ne hanno tanti, cioè verso le grandi aziende: nel caso delle telefonate commerciali dei call center le grandi aziende hanno interesse a effettuare le telefonate, e infatti il Registro delle opposizioni (verificato personalmente) non può intervenire e consiglia di adire l'autorità giudiziaria, mentre nel caso dell'Agcom, siccome le aziende hanno interesse a che i  loro contenuti non siano condivisi, l'Autorità può intervenire e oscurare il sito, senza bisogno di passare per l'autorità giudiziaria. Elementare. E la chiamano libertà?
Vi lascio con il video di sitononragiungibile.it, perchè potrebbe toccare a tutti. 

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