domenica 21 agosto 2011

Campagna contro l'uso disinvolto della parola SHOCK!

Non se ne può più. Passi che l'utilizzino certi siti non proprio di prim'ordine, per definire un fatto o evento come scioccante ma che se ne servano anche siti che, per lo meno, dovrebbero aspirare ad essere di prim'ordine, questo proprio non è accettabile. Quando si descrive sommariamente una storia non c'è bisogno di usare questo termine dalle spiccate caratteristiche accentuative, quasi sbalorditive, non ce n'è proprio bisogno. Basta la nuda realtà. Nella fattispecie, chi vi indulge con una certa frequenza è proprio un giornale che consulto quotidianamente: Repubblica.



A una sommaria analisi, nessun altro giornale online l'ha usata oggi. I siti consultati sono quelli di



  • Corriere della Sera
  • Il Fatto Quotidiano
  • Il Giornale
  • Il Giorno
  • Il Manifesto
  • Il Messaggero
  • Il Post
  • Il Resto del Carlino
  • Il Secolo XIX
  • Il Sole 24 Ore
  • Il Tempo
  • Italia Oggi
  • La Stampa
  • Libero
L'invito ai titolisti di Repubblica è dunque quello di bandire la parola shock dai loro titoli, se non per quei casi definibili eccezionali: elettroshock, shock termico, shock anafilattico, shockwave, shock ipovolemico, shock settico e shock the monkey. Grazie.


Aggiornamento 21.8.2011: oh no, ci sono cascati un'altra volta! (Certo che la notizia è deprimente di suo, non ha bisogno del pleonastico shock)





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