martedì 25 ottobre 2011

Onorevoli pensioni: le pensioni dei parlamentari italiani ed europei

Trovo che sia molto facile dare indicazioni sui sacrifici da fare quando non tocca a te farli. In questi giorni torna prepotentemente alla ribalta l'innalzamento dell'età pensionabile a 67 anni, innalzamento già effettuato in Europa a quanto si dice. Allora mi sono detto: un governante che pretenda di far fare dei sacrifici piuttosto gravosi ai suoi concittadini deve, se vuole mantenere la stima e il rispetto di quei cittadini, farli insieme a loro. Dalla quale considerazione è nata la domanda: ma a quale età e dopo quanti contributi possono andare in pensione i parlamentari italiani ed europei?

Il sito Open Europe, gruppo indipendente di riflessione sulle questioni politiche con sedi a Londra e Bruxelles, il 4 giugno del 2009 pubblica  una press release così intitolata

MEPs cost taxpayers five times more than UK MPs

MEPs sta per Members of European Parliament mentre UK MPs sta per Members of UK Parliament. I parlamentari europei costano cinque volte più dei parlamentari inglesi. All'interno della press release vi sono anche alcune frasi relative ai trattamenti pensionistici, in cui si confrontano i trattamenti di un parlamentare inglese con quelli di un parlamentare europeo
If MPs contribute the standard 10% of their salary to their pension over a ten year period (a whole year’s salary of £63,291), they will have access to a pension of £15,822 per year. By contrast, under new rules to come into force after the elections, MEPs will receive an annual pension of £27,954, after paying in nothing at all from their own salaries over the same ten year period.
I parlamentari inglesi contribuiscono con un versamento del 10% del loro stipendio per la loro pensione, per un periodo di 10 anni (un anno intero stipendio di £ 63.291), e avranno accesso a una pensione di £ 15.822 all'anno. Al contrario, con le nuove regole che entreranno in vigore dopo le elezioni, i deputati europei riceveranno una pensione annua di £ 27.954, dopo non aver pagato nulla dai loro stipendi per lo stesso periodo di dieci anni.
Dal quale si dedurrebbe che dopo 10 anni di versamenti, sia i parlamentari inglesi che quelli europei percepirebbero la pensione. Uso il condizionale per la necessità di verificare i dati di Open Europe. Sta di fatto che, se i dati fossero veri, ai parlamentari sarebbero sufficienti 10 anni di versamento per percepire una pensione, contrariamente a quello che accade alle persone comuni, constatazione che si aggiunge a quella sul modo in cui i MEPs riceverebbero la loro pensione.

In un altro documento prodotto dalla Camera dei Comuni inglese nel 2009 vengono pubblicati degli interessanti dati comparativi. Ve me mostro alcuni. Uno già lo conosciamo, è il confronto degli stipendi dei parlamentari di vari paesi, dal quale escono vittoriosi i parlamentari italiani



Da questo documento si apprende, inoltre, per quanto riguarda pensioni e vitalizi, che in 
Norvegia, i parlamentari possono iniziare a percepire la pensione all'età di 65 anni. Dopo 12 anni di servizio, con un versamento del 2% dello stipendio, ricevono una pensione che corrisponde al 66% del salario di base.
 Svezia, qui ci sono due schemi: dopo 6 anni di servizio e dopo 12 anni. Chi ha solamente 3 anni di servizio riceve un vitalizio. Non sono indicate cifre.
Italia: per ricevere un vitalizio i deputati versano l'8,6% dell'indennità lorda e, al compimento di 65 anni di età, che può essere ridotto a 60 in dipendenza dei mandati parlamentari, ricevono da un minimo del 25% a un massimo dell'80% dello stipendio da parlamentare.

Sul sito della BBC c'è un articolo comparativo degli stipendi dei parlamentari di alcune nazioni europee, dal quale ricavo questo unico dato sulle pensioni:
 Francia: durante i primi tre mandati parlamentari i versamenti contano doppio. Così se uno ha fatto versamenti contributivi per 15 anni conta come se ne avesse fatti per 30 anni.


Il Parlamento Europeo aveva fatto, nel 2010, queste osservazioni, sull'età pensionabile
Adequacy: the resolution states that it does not consider it possible for the EU to set adequate pension levels, because the amount required is very dependent on specific circumstances in the Member States. It calls however on the Commission to come up with guidance that makes it possible for Member States to establish criteria for a minimum level of pensions. Member States should define adequacy as the condition required for older people to live a decent life. Because of the financial crisis, several Member States are planning to introduce changes to their pension systems. Parliament urges them, however, to ensure that all pension systems remain stable, reliable and sustainable, and that all changes are made after adequate social dialogue and on the basis of the provision of sufficient information.


Retirement age: in view of demographic trends, it is necessary for more people to participate in the labour market and to do so for longer. Members observe that life expectancy is growing and that better occupational health is a precondition for longer working lives. Member States which have increased the statutory retirement age should encourage work by older people through fiscal and social security exemptions. The Commission is asked to set up a study analysing the way wealth distribution is influencing life expectancy in Member States.

Members note that there are major disparities in the statutory retirement age and in the actual age at which older people cease to be employed. They recommend that priority should be given to ensuring that employees can work until the statutory retirement age. These disparities are especially salient for employees in the most onerous occupational categories. Member States and social partners are asked to exchange information about good practices.
imagecredit grillisco.it
In cui sostanzialmente si afferma la necessità di elevare l'età pensionabile, stante l'aumento dell'aspettativa di vita. In ultimo la ciliegina sulla torta della situazione pensionistica o vitalizia dei parlamentari italiani.
Cominciamo con il sito di Mario Giordano sanguisughe.com . In un articolo del giugno di quest'anno riporta alcuni dati e cifre:





  • dopo 5 anni di mandato un parlamentare italiano prende 2.486 euro di pensione al  mese
  • un francese ne prende 780
  • un tedesco ne prende 961
  • un inglese tra 530 e 755
inoltre, solo da questa legislatura è necessario aver fatto almeno 5 anni di mandato e aver compiuto 65 anni di età per avere la pensione, segno che prima di questa modifica il trattamento era diverso.

Sull'Espresso del 4 agosto appare un articolo bipartisan sulle pensioni degli onorevoli. Così, per esempio, 
La Casta taglia le pensioni degli italiani, ma non tocca le proprie. Per i parlamentari il diritto al vitalizio scatta dopo soli cinque anni di mandato. Con contributi molto bassi. E con compensi incassati anche prima dei 50 anni. Così 2.307 tra ex deputati ed ex senatori si mettono in tasca ogni mese fino a settemila euro netti

2307 ex parlamentari che hanno usufruito di condizioni pensionistiche particolarissime, che gli permettono di incassare vita natural durante fino a 7000 euro  al mese. Vediamo qualche esempio

Alfonso Pecoraro Scanio, ex leader dei Verdi ed ex ministro dell'Agricoltura e dell'Ambiente. Presente alla Camera dal 1992, nel 2008 non è riuscito a farsi rieleggere e con cinque legislature nel carniere è stato costretto alla pensione anticipata. Ma nessun rimpianto. Da allora, cioè da quando aveva appena 49 anni, Pecoraro Scanio riscuote il vitalizio assicuratogli dalla Camera: ben 5.802 euro netti al mese che gli consentono di girare il mondo in attesa dell'occasione giusta per tornare a fare politica.
Oppure
 Oliviero Diliberto è un altro grande ex uscito di scena nel 2008 causa tonfo elettorale della sinistra. Segretario dei Comunisti italiani ed ex ministro della Giustizia, con quattro legislature alle spalle e ad appena 55 anni, anche lui si consola riscuotendo una ricca pensione di 5.305 euro netti.
O anche
 Pietro Folena, ex enfant prodige del Pci-Pds, passato a Rifondazione e trombato nel 2008 quando, con le cinque legislature collezionate, a soli 51 anni ha cominciato a riscuotere 5.527 euro netti al mese. 
Ma pure
Toni Negri, ex leader di Potere operaio, docente universitario e scrittore. Venne fatto eleggere mentre era in carcere per terrorismo nel 1983 dai radicali di Marco Pannella. Approdato a Montecitorio, Negri ci restò il tempo necessario per preparare la fuga e rifugiarsi in Francia. Ciononostante, oggi percepisce una pensione di 2.199 euro netti.
E inoltre 
Stesso importo all'incirca riscosso da un capitano d'industria come Luciano Benetton (al Senato nel 1992, restò in carica solo due anni per lo scioglimento anticipato della legislatura) e da un avvocato di grido come Carlo Taormina.
Ma anche nel regolamento che impone il raggiungimento dell'età di 65 anni per percepire la pensione o vitalizio si nascondono delle insidie:
 [...] i deputati il cui incarico sia cominciato dopo il '96 maturano il diritto al vitalizio a 65 anni, basta aver versato contributi per cinque. Fin qui, nulla da dire: il requisito dei 65 pone i deputati sulla stessa linea stabilita per la pensione di vecchiaia dei comuni cittadini. Ma basta scorrere il regolamento per scoprire le prime sorprese. L'età minima dei 65 anni si abbassa di una annualità per ogni anno di mandato oltre i cinque prima indicati, sino a toccare la soglia dei 60. E non è finita. Alla Camera ci sono ancora un gran numero di eletti prima del '96 e per questi valgono le norme precedenti. Secondo queste norme il diritto alla pensione si matura sempre a 65 anni, ma il limite è riducibile a 50 anni e ancor meno (come nel caso di Pecoraro Scanio), facendo cioè valere le altre annualità di permanenza in Parlamento oltre ai cinque anni del minimo richiesto. 

Allora, mi chiedo, stante questa situazione, sia italiana che europea, hanno i requisiti e l'autorità morale, questi politici qui, di chiedere ancora sacrifici ai soliti, cioè ai cittadini, che continuano a pagare, ogni anno, quello che Primo di Nicola sull'Espresso chiama Un privilegio da 200 milioni?















2 commenti:

  1. Veramente una ingiustiza scandalosa, se non fosse che li habbiamo eletti noi 'sti tizi. Bisognerebbe premiare quei partiti che includono nella campagna elettorale, dai comizi ai foglietti fino alle pubblicitá televisive, certi pre requisiti di credibilitá morale, il cui mancato rispetto possa essere successivamente considerato motivo sufficiente ed automatico per la perdita di legittimazione ed il ritiro delgi scranni assegnati. Penso per esempio alla drastica riduzione degli emolumenti e delle pensioni dei parlamentari e degli alti funzionari statali; rinuncia alle prebende; pubblicazione in sito web ministeriale dell'ammontare degli emolumenti (di tutti i funzionari statali per rango o fasce; peró con nome e cognome per le cariche piú elevate); incompatibilitá tra pensione parlamentare ed attivitá professionale, eliminazione della carica di senatore a vita - questi potrebbero essere alcuni punti.
    Firmato
    Davide Doardi
    Santa Cruz de la Sierra
    Bolivia
    (iscritto nelle liste elettorali di questo Consolato)

    RispondiElimina

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