Abbiamo voluto il nuovo governo, e adesso pedaliamo! Vabbè che si tratta solo di indiscrezioni, che possono essere solo fantasie e all'atto pratico non corrispondere a realtà, però sono anticipazioni che fanno rabbrividire. Si preparerebbe una stretta fatta di nuove imposizioni, nuovi balzelli, tutto per recuperare il nuovo debito risultante dai maggiori interessi da pagare, circa 10 miliardi, e dalla discrepanza tra i conti dell'UE e quelli del governo uscente, causati di sopravvalutazioni del Pil, conti che differiscono di circa 11 miliardi [fonte Repubblica].
Tra le ipotesi
- patrimoniale
- oppure, in alternativa, reintroduzione dell'Ici
- oppure tassa complessiva sull'abitazione alla francese, incluso canone TV, rifiuti, ecc.
- tracciabilità antievasione a partire da somme minime, tipo 200 euro
- pensioni di anzianità: aumento della soglia, conversione al modello contributivo
- liberalizzazioni, privatizzazioni nonchè dismissioni
- tagli a costi e privilegi della politica
Non c'è però una voce che secondo quanto dice Luca Ricolfi nel suo ultimo libro è molto importante e addirittura fondamentale per riprendere la crescita: diminuire le tasse sulle imprese, il Ttr (total tax rate) in percentuale ai profitti commerciali, che in Italia è uno tra i più elevati al mondo (68% circa) e correlato, nell'analisi di Ricolfi, con una bassa crescita. Questo il grafico della Banca Mondiale
Intanto, Rizzo e Stella sul Corriere, oltre a fornire inquietanti dati, uno su tutti, secondo la Corte dei Conti, è questo
il costo supplementare delle «bustarelle» pretese per oliare il sistema sarebbe di 60 miliardi l'anno
preparano una lista dei provvedimenti da prendere subito, a cominciare dai costi della politica, che vale la pena leggere. Fornisco l'elenco
- Auto blu
- Bilanci
- Conflitto d'interessi
- Doppio lavoro
- Europa
- Fisco
- Gettoni
- High Speed
- Indennità
- Limiti
- Municipalizzate
- Nomine
- Onorevoli
- Province
- Quadruplo
- Regioni
- Scorte
- Trasparenza
- Uniformità
- Voli blu
- Welfare
- Zavorra
E' la palude melmosa della burocrazia, dell'intrallazzo, dell'affarismo, quel freno a mano tirato che contribuisce al ritardo nella crescita e che richiede i mostruosi aumenti della tassazione, la quale non produce nuovi servizi ma si perde nei rivoli e negli intrecci della politica.
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