E' uscito ieri l'Economic Outlook dell'Ocse per il 2012 e le sorprese non sono buonissime, soprattutto per l'Italia. Anche l'area Euro è in una situazione di difficoltà, come era facile intuire anche senza l'Outlook.
L'area euro è in un momento di recessione, seppure lieve, al quale seguirà una ripresa, definita esitante.
Prospettive non rosee, che il grafico qui sotto evidenzia: si comparano Stati Uniti ed area Euro per quanto riguarda investimenti e consumi
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Come noto l'aspetto fondamentale che influenza lo stato di crisi è quello finanziario, con i debiti sovrani di alcuni Stati che costituiscono un deterrente per l'investitore. Ma è più l'ammontare del debito che, per esempio, in Italia è da almeno vent'anni a questi livelli, o il rallentamento economico a spaventare i mercati, i creditori?
Il problema più grave è purtroppo la circolarità della situazione. Un debito elevato costringe a politiche fiscali restrittive che si ripercuotono su bassi investimenti e riduzione dei consumi, situazione che contribuisce a mantenere elevato il debito. Dice l'Ocse, sulla zona Euro cala una scure composta da bassi investimenti, perdita di fiducia, deterioramento delle condizioni di lavoro che fanno calare i consumi. In più, cresce anche la disoccupazione, che rimane agli attuali livelli fino al 2013, anno della svolta anche dal punto di vista economico, salvo prossimi Outlook. Questo è il grafico della situazione occupati/disoccupati nell'area Ocse
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La situazione dell'Italia, se quella dell'area Euro non è rosea, è nera. Per il 2012 l'Ocse ci vede in recessione, nonchè con gli stessi e più marcati problemi che affliggono la zona Euro.
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Alcuni dati maggiormente preoccupanti:
- il consumo privato cresce pochissimo nei prossimi due anni; 0,2% nel 2012 e nel 2013, contro uno 0,9% del 2011 sul 2010
- gli investimenti tenderanno ugualmente a calare; nel 2012 si prevedono meno investimenti che nel 2011, con la maggior quantità di risorse finanziarie spostate sul ripianamento del debito
- il Pil è visto in calo nel 2012 (-0,5%) e in leggerissima ripresa nel 2013 (+ 0,5%)
Sarà interessante verificare cosa prevedevano e prospettavano gli esperti dell'Ocse nel 2010 per l'Italia. Qui l'Economic Outlook in versione free. Qui sotto il grafico
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Da un rapido controllo, seppure i prezzi di riferimento non siano perfettamente equiparabili (nel 2011 hanno usato come riferimento prezzi del 2005, nel 2010 prezzi del 2000), non sembra che ci abbiano azzeccato molto (fatto salvo i diversi prezzi di riferimento): il GDP (il Pil) nel 2009 era di 1.520,3 miliardi di euro previsto in crescita dell'1% nel 2010, mentre i dati del 2011 danno il GDP del 2010 a 1.556 miliardi di euro, con un aumento del 2,34% sul 2009. Stessa cosa per il consumo privato mentre sugli investimenti la previsione è stata più aderente.
Insomma, a mio giudizio, le Prospettive dell'Oecd, come ogni altra analisi economica, sono imprecise e soggette ad aggiustamenti, come tutto quello che riguarda l'economia. Questa considerazione la interpreto in senso positivo, augurandomi cioè che le fosche previsioni siano errate e che le prospettive siano migliori. E' chiaro che da queste considerazioni non può trarsi l'idea che il momento non sia grave, perchè lo è. Purtroppo l'economia e le politiche economiche non sono scienze esatte, soprattutto perchè hanno a che fare con l'impulsività nelle decisioni che gli uomini adottano in quasi tutte le scelte della propria vita, non esclusa la sfera economica. C'è solo da sperare che i provvedimenti presi dai governi e dagli organismi non governativi siano i migliori e tempestivi e che la razionalità, a sprazzi, illumini le menti dei principali protagonisti: a volte, i nostri peggiori nemici, siamo proprio noi stessi.
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