giovedì 19 gennaio 2012

Di come la disuguaglianza economica danneggi la società

Un ottimo suggerimento di DionisoQuanto l'ineguaglianza sociale danneggia la società di Richard Wilkinson, mi dà lo spunto per  condividere la conferenza di questo studioso inglese.
La disuguaglianza economica, a memoria mia, è sempre esistita e, pur non volendo essere categorico nè fare il futurologo -che poi sbagliano sempre-  una sostanziale modifica di questo assetto non sembra pronosticabile nel breve periodo.
Richard Wilkinson è un ricercatore che si occupa di epidemiologia sociale e di diseguaglianze economiche e sociali e della loro influenza sulla salute. Insieme ai grafici postati da Dioniso c'è il collegamento a una Ted conference, con sottotitoli in italiano e la trascrizione completa del testo in italiano, cosa che condivido con piacere.






Questa è la trascrizione completa del testo. 
Queste sono piccole aree dell'Inghilterra e del Galles -- i più poveri sulla destra, i più ricchi a sinistra. C'è molta differenza tra i poveri e tutti gli altri. Anche coloro che sono appena al di sotto del livello massimo hanno una salute meno buonarispetto a chi sta in cima. Significa che il reddito è una cosa molto importante all'interno delle nostre società, e non tra società di paesi diversi. La spiegazione di questo paradosso è che, all'interno delle nostre società, guardiamo al reddito relativo o alla posizione sociale, allo status sociale -- a dove ci situiamo in relazione agli altri e all'entità delle differenze tra di noi. E non appena ve ne fate un'idea, dovreste immediatamente chiedervi: cosa succederebbe se aumentassimo le differenze, o le riducessimo, rendendo la differenza tra i redditi maggiore o minore?
Ed ecco quello che vi mostrerò. Non sto utilizzando dati ipotetici. Sto usando dati delle Nazioni Unite --sono gli stessi che ha la Banca Mondiale --sull'ampiezza delle differenze di reddito nelle democrazie ricche e con mercati sviluppati. Il parametro che abbiamo usato, facile da capire e scaricabile da Internet, è quanto i redditi della fascia ricca (il 20% più agiato della popolazione)differiscano da quelli dei meno ricchi (il 20% più disagiato). E vedete che nei paesi più equi sulla sinistra -- Giappone, Finlandia, Norvegia, Svezia --il 20% più agiato è da 3,5 a 4 volte più ricco del 20 per cento più povero. Ma sul lato dei più ineguali --Regno Unito, Portogallo, USA, Singapore -- le differenze sono due volte superiori. Stando alla misurazione, noi siamo due volte più ineguali di alcune delle altre democrazie con mercati di successo.
Ora vi mostrerò come ciò influisce sulla nostra società. Abbiamo raccolto dati su problemi con gradienti sociali, il tipo di problemi che sono più comuni al gradino più basso della scala sociale.Dati confrontabili a livello internazionale su aspettativa di vita, andamento scolastico, tassi di mortalità infantile, tassi di omicidi, proporzione di popolazione detenuta, tasso di natalità tra coppie di adolescenti, grado di fiducia, obesità, malattie mentali -- che nella normale classificazione diagnostica includono dipendenza da droga e alcool -- e dati sulla mobilità sociale. Li mettiamo tutti in un indice. Hanno tutti uguale peso. Dove un paese rappresenta una specie di media dei risultati di tutte queste cose. E qui, li vedete in relazione alla misura di disparità che vi ho appena mostrato, che utilizzerò spesso nella lettura dei dati. I paesi più ineguali vanno peggio in tutti questi tipi di problemi sociali. È una correlazione incredibilmente stretta. Ma se guardate lo stesso indice di salute e problemi sociali in relazione al Prodotto Interno Lordo pro capite, al reddito nazionale lordo, lì non c'è niente, non c'è più correlazione.
Eravamo un po' preoccupati che la gente potesse pensare che avessimo scelto problemi adatti al nostro ragionamento e fabbricato le prove, quindi abbiamo anche scritto un articolo sul British Medical Journal sull'indice UNICEF di benessere dei bambini. È costituito da 40 diverse componentimesse insieme da altre persone. Tra esse, se i bambini hanno un dialogo con i genitori, se hanno libri a casa, i tassi di vaccinazione, se c'è bullismo a scuola. C'è dentro tutto. Eccolo qui in relazione alla stessa misura di disparità. I bambini stanno peggio in società più ineguali. Una relazione molto significativa. Ma ancora una volta, se osservate quella misura di benessere dei bambini, in relazione al reddito nazionale pro capite, non c'è relazione, niente suggerisce una relazione.
Quello che dicono tutti i dati che vi ho mostrato fino ad ora è la stessa cosa. Il benessere medio delle nostre società non dipende più dal reddito nazionale o dalla crescita economica. È molto importante nei paesi più poveri, ma non nel mondo ricco e sviluppato. Ma le differenze tra di noi e dove siamo posizionati l'uno rispetto all'altro ora hanno molta importanza. Vi mostrerò alcuni distinti pezzetti del nostro indice. Ecco qui, per esempio, la fiducia. È semplicemente la percentuale di popolazione che concorda con il fatto che gli altri sono degni di fiducia. Viene dal World Values Survey. Vedete, sul lato con maggiore disparità, è circa il 15% della popolazione che crede di potere dare fiducia agli altri. Ma nelle società più eque,sale al 60 o 65%. E se guardate le misure di coinvolgimento nella vita comunitaria o di capitale sociale, abbiamo relazioni molto similiintimamente legate alla disparità.
Questa è la violenza. Questi puntini rossi sono gli stati americani, e i triangoli blu sono le province canadesi. Ma guardate la scala di differenze. Va da 15 omicidi per milione di abitanti fino a 150.Questo è il tasso di popolazione detenuta. C'è una differenza di circa 10 volte, in scala logaritmica di lato. Ma va da circa 40 a 400 persone in prigione.Quella correlazione non è dovuta del tutto a un maggiore tasso criminale. In alcuni posti è solo una parte. Ma la maggior parte è dovuta a sentenze più punitive, sentenze più severe. E le società con maggiori disparità hanno anche più tendenza a mantenere la pena di morte. Qui ci sono i ragazzi che abbandonano il liceo. Ancora una volta, differenze abbastanza grosse. Estremamente dannoso, se parliamo di capitalizzare sul talento della popolazione.
L'altro punto molto importante che voglio sottolineare di questo grafico è che, se guardate in basso, Svezia e Giappone, sono paesi molto diversi in molte maniere. La posizione delle donne,quanto rimangono vicine al nucleo familiare, è agli antipodi se consideriamo il mondo ricco e sviluppato. Ma un'altra importante differenza è come arrivano a questa maggiore parità. La Svezia ha grosse differenze in termini di reddito, e limita le differenze attraverso tassazione, assistenza sociale generale, ampi benefici e così via. Il Giappone è piuttosto diverso. Parte da differenze di reddito molto inferiori prima delle imposte. Ha una tassazione inferiore. Ha uno stato sociale più limitato. E nella nostra analisi degli stati americani,troviamo più o meno lo stesso contrasto. Alcuni stati se la cavano bene attraverso la redistribuzione, altri che vanno bene perché hanno minori differenze di reddito prima delle imposte.Concludiamo quindi che non importa molto come si arriva a una maggiore equità, purché ci si arrivi in qualche modo.
Non sto parlando di perfetta equità, sto parlando di quello che esiste nelle ricche democrazie di mercato sviluppate. Un'altra parte sorprendente di questa immagine è che non sono solo i poveri ad essere colpiti da questa disparità. Sembra ci sia un fondo di verità nella poesia di John Donne"Nessun uomo è un'isola" E in un certo numero di studi, è possibile confrontare come se la cavano le persone in paesi più o meno equi ad ogni livello della gerarchia sociale. Questo è solo un esempio.È la mortalità infantile. Alcuni Svedesi molto gentilmente classificano molte delle loro morti infantili secondo il registro britannico di classificazione socioeconomica generale. Quindi anacronisticamente una classificazione secondo l'occupazione del padre, per cui i genitori single sono a parte. Ma poi quando si riferisce a una "bassa classe sociale", si tratta di occupazioni manuali non qualificate. Va dalle occupazioni manuali qualificate al centro, ai primi impieghi non manuali, fino ai professionisti in alto -- dottori, avvocati, direttori di grande aziende.


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