Progettare sistemi complessi, quando si tratta di sistemi sociali, è assai arduo. Seppure da sempre si cerca di definire e comprendere quell'insieme di relazioni che contribuiscono alla formazione di una società umana, attraverso la definizione di quelli che vengono chiamati sistemi sociali, penso a Bertalanffy, per esempio, sembra che quando è il momento di passare dalla comprensione alla progettazione, le cose si complichino ulteriormente, limitando e, di fatto, peggiorando, ogni buona intenzione iniziale.
Tanto è vero che che questo gruppo di ricerca composto da fisici, sociologi, economisti e politologi sembra abbia trovato che, anche in un settore specifico come un sistema politico, la casualità giochi un ruolo non indifferente nel raggiungimento della massima efficienza.
In L'efficienza del caso [A. Pluchino et al.2013] uscito questo mese su Le Scienze, gli autori provano a dimostrare che la presenza di un certo numero di parlamentari eletti casualmente sarebbe in grado di aumentare enormemente l'efficienza di tutto il sistema Parlamento. L'idea, come affermano, non era sconosciuta a studiosi di economia e sociologia del passato. Per esempio, von Hayek affermò che "i sistemi economici sono realmente efficienti nella misura in cui emergono spontaneamente dalle interazioni individuali, e che gli esseri umani, che non sono abbastanza intelligenti per progettarli, spesso non lo sono abbastanza nemmeno per emendarli" [pag. 87, Le Scienze cit.]. E' una dichiarazione d'amore per il liberismo economico, per la cosiddetta efficienza del mercato. Ma, anche un altro economista non accusabile di essere un acceso fautore del libero mercato come Maynard Keynes, sosteneva la "fallacia di composizione nello studio del sistema economico aggregato" [ibid. pp.87-88].
Macro e micro. Fatte queste premesse, e ragionando per analogia con quanto avviene in fisica, gli autori cercano di tratteggiare e a mettere alla prova, alcune teorie riguardo i sistemi sociali. Infatti, sostengono, così come in fisica statistica "l'imprevedibilità delle traiettorie delle singole particelle a livello microscopico non impedisce di definire e calcolare con precisione variabili macroscopiche come temperatura e pressione di un gas", così potrebbe essere possibile definire comportamenti macroscopici di un sistema sociale anche non conoscendo perfettamente il comportamento microscopico di ogni singolo individuo. Questo avverrebbe perchè, alla stregua delle particelle, gli "atomi sociali", cioè gli individui, rispondono a vincoli che impone la rete nella quale sono immersi, restringendo in questo modo i loro gradi di libertà.
Definendo una serie di parametri comportamentali di questi atomi sociali e mettendoli in un computer si può tentare di verificare alcune ipotesi sociologiche più difficili da provare sul campo. Una cosa del genere è, per esempio, anche il progetto Futur ICT, che coinvolge istituzioni governative e non governative, centri di ricerca, istituzioni accademiche e così via, e il cui scopo è
to understand and manage complex, global, socially interactive systems, with a focus on sustainability and resilience.
Si veda questo video di esempio riguardante le epidemie globali e la mobilità umana.
Il Caso o rumore. Scopo del lavoro di questi ricercatori è dunque quello di verificare se l'introduzione di un certo numero di parlamentari scelti casualmente tra cittadini disponibili a candidarsi, e non appartenenti a nessun partito, è in grado di aumentare l'efficienza di un Parlamento. Il caso, ovvero il rumore, già si dimostra utile, a volte, nel padroneggiare sistemi complessi come per esempio nei fenomeni di risonanza stocastica, che si può provare a utilizzarlo proficuamente anche nei sistemi socio-economici.
Si veda questo interessante video sulla risonanza stocastica [via Linee di scienza]
Il principio di Peter. Questo rumore, in un sistema sociale come un Parlamento, lo si introduce eleggendo dei parlamentari scelti casualmente tra quanti si vogliono candidare e che non appartengono a nessun partito.. Già in un lavoro del 2010, alcuni degli autori di questo studio [A. Pluchino et al. 2010], provarono a delimitare le conseguenze di quello che viene chiamato Principio di Peter. Questo principio, detto anche principio di incompetenza, si deve a uno psicologo canadese di nome Laurence Peter. Ve lo riassumo brevemente utilizzando la relativa voce di it.wilkipedia:
« In ogni gerarchia, un dipendente tende a salire fino al proprio livello di incompetenza. »« Con il tempo ogni posizione lavorativa tende ad essere occupata da un impiegato incompetente per i compiti che deve svolgere. »« Tutto il lavoro viene svolto da quegli impiegati che non hanno ancora raggiunto il proprio livello di incompetenza. »Il principio è un caso speciale della generalizzazione:« Ogni cosa che funziona per un particolare compito verrà utilizzata per compiti sempre più difficili, fino a che si romperà. »
In effetti, Pluchino e colleghi hanno studiato il Principio di Peter in una simulazione e hanno evidenziato la sua buona rispondenza al modello puramente meritocratico, il cui risultato è un abbassamento del livello di efficienza di tutto il sistema. Questo avviene se le promozioni meritocratiche portano alcuni promossi in un settore non collegato a quello di provenienza, del quale non hanno una competenza così estesa, magari per un cambiamento di mansioni, diminuendo in questo modo l'efficienza generale, e confermando che, in questi sistemi, gli agenti chiudono la propria carriera "a un livello in cui la loro competenza è minima". C'è però una soluzione: non promuovere solo i migliori, che a volte conviene lasciare nei posti in cui rendono di più, ma adottare promozioni anche casuali, per quei posti rimasti liberi. Le promozioni di soggetti effettuate casualmente avrebbero anche il vantaggio, continuano, di far emergere talenti ignoti o di contrastare fenomeni di nepotismo.
A queste conclusioni sono giunti anche Satinover e Sornette [2007], in un lavoro sui minority games e sul paradosso di Parrondo, mostrando come, a volte, una strategia basata su un più alto livello di entropia, cioè casualità, è vincente su una strategia a basso livello di entropia, cioè più informativa.
Da qui l'idea di utilizzare il caso per verificare se era in grado di aumentare l'efficienza di un Parlamento di eletti., così come faceva in altri ambiti.
Parlamentari per caso. L'usanza di sorteggiare la classe politica non è una novità del XX o del XXI secolo. Se ne sono accorti gli autori nell'affrontare questo tema: già nell'antica Grecia era in vigore questa pratica del sorteggio dell'assemblea, e così pure in alcune città del Rinascimento, tra le quali Venezia. In più, un chiaro esempio di sorteggio dei componenti si ha, ancora oggi, nella formazione di una giuria popolare o per scegliere gli arbitri nelle competizioni sportive. Interessante, tra l'altro, anche la proposta del politico francese Sègoléne Royal, di sorteggiare dei cittadini che, a intervalli di tempo, esprimano un giudizio sull'operato di governanti nazionali e locali.
A questo punto, i ricercatori hanno cercato un modello per conciliare sistema elettivo tradizionale con il sorteggio casuale, da poter usare nelle loro simulazioni. Hanno perciò previsto un parlamento composto di due partiti solamente più una serie di parlamentari eletti casualmente che non appartenevano a nessuno dei due partiti. I membri di questo Parlamento virtuale sono tutti all'interno di un diagramma che distingue tra vantaggio collettivo e vantaggio personale. Ogni parlamentare eletto voterà preferibilmente per le proposte fatte all'interno del proprio partito, e non quelle degli altri, mentre gli indipendenti voteranno per quelle proposte che ricadono nella loro finestra di voto, cioè quelle proposte migliorative sia della loro posizione personale che di quella collettiva. A questo punto ci vorrebbe un grafico, che è fatto più o meno così. Riprendo quello dell'articolo originale, che si basa su un diagramma di Cipolla:
I punti colorati in ciano e arancio rappresentano i parlamentari dei partiti mentre i punti grigi i parlamentari sorteggiati e i le aree gialle la loro finestra di voto. Le collocazioni dei due cerchi con dentro i punti colorati nel diagramma di Cipolla, rappresentano le aree ideologiche dei partiti, mentre gli indipendenti sono uniformemente distribuiti (senza ideologia dominante). Questo è solo una delle configurazioni possibili. Il risultato finale è ottenuto utilizzando una serie piuttosto ampia di configurazioni.
La regola aurea. La simulazione di una legislatura utilizza poche semplici istruzioni per i vari parlamentari (agenti): "avanzare una o più proposte; votare a favore o contro le leggi proposte". Lo schema di voto prevede che gli indipendenti votino a favore delle proposte che ricadono nella loro finestra di voto (si veda il grafico sopra, le aree gialle) mentre i parlamentari dei partiti voteranno le proposte della propria compagine. I parlamentari dei partiti quindi votano utilizzando la disciplina di partito; se tutti i parlamentari votassero in questo modo sarebbe presumibilmente minore il vantaggio collettivo, mentre gli indipendenti, non dovendo seguirla e utilizzando solo il proprio giudizio, sono più portati a privilegiare proposte di interesse collettivo (aree gialle).
Sotto queste condizioni e misurando l'efficienza di un Parlamento dal prodotto tra numero di leggi approvate e benessere sociale medio derivante, con un numero consistente di simulazioni, emerge che i parlamenti più efficienti sono quelli che presentano un numero variabile di parlamentari sorteggiati, mentre un Parlamento senza sorteggiati o un Parlamento di soli sorteggiati presenta un'efficienza vicina a zero.
Forse traendo spunto dalla realtà, infatti i nostri Parlamenti non presentano parlamentari sorteggiati, gli autori definiscono il Parlamento di soli eletti come ad elevata percentuale di leggi approvate ma a basso benessere sociale mentre, all'opposto, un Parlamento di soli sorteggiati produce leggi ad elevato benessere sociale, ma il numero di leggi approvate è molto basso. In entrambi i casi, il prodotto di questi due fattori porta a un numero basso, cioè una bassa efficienza.
Non solo, hanno pure definito quanti parlamentari sorteggiati sono necessari per massimizzare l'effetto efficienza. E' risultato che dipende dalla relazione tra partito di maggioranza e opposizione e si esprime con questa equazione, detta la regola aurea dell'efficienza:
dove Nind è il numero di parlamentari indipendenti sorteggiati, N è il numero complessivo dei parlamentari (nel caso in esame 500) e p è la percentuale della maggioranza.
Si consideri la seguente simulazione con N=500 (numero complessivo parlamentari), p=60 (percentuale della maggioranza): 140 è il numero di parlamentari indipendenti necessari per massimizzare l'efficienza:
Quanto più ampia è la differenza tra maggioranza e opposizione tanto più elevato deve essere il numero di parlamentari scelti casualmente tra candidati indipendenti. L'equazione è in buon accordo con la simulazione fatta al computer, e prevede che in un Parlamento composto da 500 membri, se
Si consideri la seguente simulazione con N=500 (numero complessivo parlamentari), p=60 (percentuale della maggioranza): 140 è il numero di parlamentari indipendenti necessari per massimizzare l'efficienza:
Nind= (2*500-4*500*0,6+4)/(1-4*0,6)=140
Quanto più ampia è la differenza tra maggioranza e opposizione tanto più elevato deve essere il numero di parlamentari scelti casualmente tra candidati indipendenti. L'equazione è in buon accordo con la simulazione fatta al computer, e prevede che in un Parlamento composto da 500 membri, se
- vi è una maggioranza del 51% (circa) occorrono 20 parlamentari scelti casualmente tra gli indipendenti;
- vi è una maggioranza del 60% ne occorrono 140;
- vi è una maggioranza del 70% ne occorrono 220, e così via.
Insomma, il numero dei parlamentari indipendenti cresce all'aumentare del divario tra partito di maggioranza e opposizione. Come si comprende, la casualità ha valore solo perchè porta dei parlamentari sorteggiati tra persone indipendenti che non hanno una disciplina di partito cui attenersi, non devono rispondere a qualcuno della loro elezione e possono votare solo quello che ritengono personalmente giusto. Questo, tutto sommato, è un grosso credito fatto all'onestà intrinseca dei cittadini, immaginandoli capaci di pensare all'interesse collettivo almeno tanto quanto pensano all'interesse proprio, sotto la condizione di non avere nessuno verso il quale avere obblighi. E' questa presenza indipendente che garantisce uno dei due fattori che contribuiscono all'efficienza, cioè l'elevato valore sociale delle leggi approvate, mentre alla parte eletta sotto l'egida di un partito apparterebbe l'altro fattore, cioè l'elevato numero di leggi approvate.
I nostri autori hanno pensato anche all'applicazione di questo modello con sorteggio, ideando una sorta di doppio turno: dapprima normali elezioni per stabilire i rapporti tra maggioranza e opposizione; in una seconda fase, stabilito questo rapporto, da 51 a 49 in su, si usa la formula per stabilire il numero di parlamentari indipendenti, da sorteggiare casualmente da una lista di candidati. Altro aspetto fondamentale per garantire costantemente l'indipendenza, i parlamentari sorteggiati possono essere eletti una sola volta.
Siamo al termine. Le ipotesi contenute in questo lavoro non sono peregrine. Gli autori riconoscono che i modelli a computer, per quanto sofisticati, non possono raggiungere la complessità dei modelli reali, ma possono avvicinarcisi. Certo, in questa simulazione viene presa in esame solo una versione bipartitica, ma forse è possibile estendere il modello anche a situazioni più affollate. Anche per questo motivo, sono impegnati per affinare costantemente questo modello teorico, così da renderlo più vicino possibile alla realtà . Al di là di questo, l'utilizzo consueto di strumenti di sorteggio in ambiti anche molto importanti, come evidenziato sopra -si pensi a una giuria popolare in un processo per esempio- e i possibili effetti positivi che questo comporterebbe secondo la simulazione, sommando il fatto che la classe politica italiana ha raggiunto livelli di sfiducia da record, sembrano indicare che queste ipotesi non sono proprio campate per aria e che potrebbero riportare un po' di fiducia -ed efficienza- nell'attività politica.
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Bibliografia.
A. Pluchino, A. Rapisarda, C. Garofalo, S. Spagano e M. Caserta, L'efficienza del caso, Le Scienze gennaio 2013, pp.86-91
Alessandro Pluchino , Andrea Rapisarda , Cesare Garofalo, The Peter principle revisited: A computational study, Physica A: Statistical Mechanics and its Applications Volume 389, Issue 3, 1 February 2010, Pages 467–472
J. B. Satinover, D. Sornette, ”Illusion of control” in Time-Horizon Minority and Parrondo Games, The European Physical Journal B December 2007, Volume 60, Issue 3, pp 369-384
Per una serie di figure, diagrammi e tabelle inerenti l'articolo di Pluchino e colleghi si può vedere qui.
image credit
it.wikipedia.org
mio su rielaborazione di immagini dell'articolo di Le Scienze
Fortuna il carnevale.
RispondiEliminaQuesto post l'avevo "lisciato" direttamente dai feed perché mi era sembrato uno dei tanti sulla politica. Invece è un articolone su cui ci sarebbe un bel po' anche da riflettere. Complimenti davvero.
Un saluto
Marco
Mai "lisciare" così impunemente i miei post politici, Marco, perchè ci può sempre essere dentro la sorpresa!
EliminaForse sarebbe il caso di spiegare chiaramente cos'e' P nella formula: semplicemente la percentuale della maggioranza. Anche nell'articolo su "le scienze" non si riesce a capire senza rifarsi i conti da soli.
RispondiEliminascrivere "p è la percentuale del rapporto tra maggioranza e opposizione" oltre a non voler dire niente, e' pure sbagliato in qualunque senso lo si interpreti.
hai ragione sono inciampato nell'italiano: è la percentuale della maggioranza rispetto all'opposizione.
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