Il Presidente Monti lo ha detto in questi giorni e il Ministro del Welfare Fornero lo aveva annunciato negli scorsi, il tema della Riforma del lavoro è quello che sarà affrontato dopo questa pesante manovra economica. Il filo conduttore potrebbe essere quello ipotizzato dal giuslavorista Pietro Ichino, denominato flexsecurity, i cui principali cardini, riassunti dallo stesso autore, sono
TUTTI A TEMPO INDETERMINATO,A TUTTI LE TUTELE ESSENZIALI,NESSUNO INAMOVIBILE
In questo documento è possibile trovare un sintetico riassunto delle proposte di Ichino, volte a semplificare il codice del lavoro definito come illeggibile senza consulente, sovraccaricato com'è di quasi 2000 pagine.
Questo progetto di Ichino si basa su un decalogo approvato dal “Gruppo di alto livello sugli oneri amministrativi” a Stoccolma il 12 novembre 2009:
semplicità, concisione e proporzionalità del volume normativo alla materia trattata
La sostanza della riforma riguarda alcuni punti fondamentali, che non saranno retroattivi, tra i quali il famoso articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Il senso è quello di estendere a tutti i lavoratori i contratti a tempo indeterminato e il maggior numero di garanzie che adesso invece riguardano solo una parte di tutti i lavoratori. Per fare questo bisogna, e cioè per rendere più flessibile (e interessante per gli investitori stranieri) il mercato del lavoro, dare agli imprenditori la possibilità di licenziare per motivi economici, fatti salvi tutti quei licenziamenti discriminatori che rimangono tutelati allo stesso modo. Il razionale è quello di obbligare l'impresa, invece di pagare la cassa integrazione (a parziale contributo pubblico) per poi magari chiudere, a pagare in via progressiva una parte consistente dello stipendio e a formare il lavoratore ad altre competenze fino a che non ha trovato un nuovo impiego. Alcuni dati, riguardanti il periodo 1998-2005, indicano come quasi il 90% dei lavoratori che ha perso il posto trova un lavoro nei 2 anni successivi.
Cultura della flexsecurity la chiama Ichino, fondata com'è su estensione delle protezioni e incentivo a riqualificare e trovare un'occupazione
A chi si applica. Questo nuovo sistema di contratto del lavoro si applicherebbe solo ai nuovi assunti, che siano
– disincentivo all’uso distorto della Cig (art. 2116)– netto miglioramento del tratt. di disoccupazione(art. 2120) rispetto al trattamento Cig– incentivo a un investimento mirato ed efficacesulla riqualificazione professionale del lavoratore
lavoratori subordinati (con trattamentodisoccupazione calcolato solo su € 40.000 annui), oppurecollaboratori autonomi continuativi che
- traggano più di due terzi del reddito di lavoro dallo stesso rapporto...
- abbiano un reddito annuo inferiore a € 40.000 lordi (€ 20.000 per i primi due anni di attività) ...
- e non siano iscritti a ordini o albi professionali incompatibili con una posizione di dipendenza
Punti essenziali. Due i punti essenziali del nuovo codice: oneri del licenziamento a carico dell'azienda, il cosiddetto costo sociale (severance cost), intervento del giudice solo su licenziamenti discriminatori
- l’impresa si accolla il “costo sociale” del licenziamento per motivo oggettivo (severance cost)
- quel costo diventa l’unico “filtro” delle scelte di riduzione degli organici, di soppressione di un singolo posto di lavoro, o di sostituzione di uno o più lavoratori in una determinata posizione…
- salvo il controllo giudiziale contro le discriminazioni (di razza, etnia, genera, religione, età): il giudice non può entrare
nel merito del “motivo oggettivo” del licenziamento
- il severance cost è costituito da: a) preavviso o indennità crescente con l’anzianità, più b) contratto di ricollocazione per il lavoratore licenziato
In definitiva, l'idea alla base di una Riforma del mercato del lavoro, sia essa quella di Ichino o un'altra, spero non sia verso una diminuzione delle tutele della parte più debole ma verso un loro rafforzamento unito ad altre modifiche che impediscono, di fatto, investimenti stranieri in Italia e desiderio di crescere delle aziende. Mentre da una parte è sacrosanta la richiesta di stabilità e sicurezza del lavoratore dall'altra bisogna comprendere che in assenza di investimenti privati, di imprenditori, il mantenimento del posto è garantito solo a chi è occupato, e non a tutti in maniera simile. Si può stimolare l'occupazione venendo incontro alle esigenze delle imprese senza perdere in diritti fondamentali dei lavoratori anzi, se possibile, estendendoli? E' la grande sfida, direttamente legata alla crescita economica, che ci attende nelle prossime settimane.
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