sabato 7 aprile 2012

Truffa finanziaria con polizze su malati di cancro terminali: prima muoiono più guadagni

Secondo quanto riporta la Guardia di Finanza di Pesaro è stata scoperta in questa città una maxitruffa finanziaria ai danni di ignari acquirenti. Uno degli aspetti giustamente definiti macabri riguarda uno dei prodotti finanziari offerti: si tratta di un  prodotto assicurativo basato  sulle polizze di malati di cancro terminali americani, in cui il rendimento è legato all'aspettativa di vita del malato. Sostanzialmente, meno vive il paziente più si guadagna. Una vera e propria scommessa sulla morte altrui. Ecco il comunicato stampa della gdF:

Comando Provinciale Pesaro - 6 aprile 2012 - ore 10:15

I militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Pesaro hanno smascherato un sodalizio criminale, che ha truffato circa un centinaio di persone del luogo - prevalentemente medici, avvocati e commercianti - per oltre 30 milioni di euro, collocando in maniera illecita prodotti assicurativi, che in realtà nascondevano investimenti ad alto rischio finanziario, nonché polizze sulla vita di malati terminali americani.
I responsabili del raggiro, due promotori finanziari e un agente assicurativo, tutti marchigiani, per lucrare provvigioni vieppiù corpose, erano soliti far sottoscrivere agli ignari clienti investitori (non fornendo - pertanto - complete e precise informazioni al riguardo) polizze assicurative sulla vita emesse da una società inglese, attraverso un'agenzia di intermediazione svizzera, che venivano alimentate parte con capitale proprio dei suddetti clienti e parte con capitale a debito reperito a mezzo di prestiti accesi presso filiali di banche estere situate in paradisi fiscali, pari fino a quattro volte la somma di denaro inizialmente erogata.
In tale maniera l'investimento perdeva la caratteristica di prodotto assicurativo e a capitale garantito, trasformandosi in un prodotto finanziario ad alto rischio, che, nel tempo e al contrario delle aspettative, ha avuto rendimenti disastrosi, causando la perdita di tutto il capitale investito, in quanto gli interessi passivi del denaro mutuato finivano col fagocitarlo.
In altri casi, gli indagati hanno venduto - in spregio alla normativa italiana - prodotti assicurativi, aventi come oggetto porzioni di polizze di cittadini americani, malati terminali di cancro; il particolare macabro dell'investimento è che il rendimento viene calcolato sull'aspettativa di vita dell'ammalato assicurato: in pratica si scommette sulla morte altrui e così prima avviene il decesso più alto è il rendimento.
Ovviamente le società estere che emettevano i prodotti in questione non erano abilitate ad effettuare alcun tipo di attività assicurativa in Italia e di fatto le modalità adottate dai responsabili della truffa consentivano di sottrarre gli stessi e le citate società da qualsiasi forma di controllo da parte degli Organismi di vigilanza italiani, soprattutto, in caso di contenzioso con la clientela. L'attività investigativa si è conclusa con la denunzia alla Procura delle Repubblica di Pesaro dei tre soggetti ritenuti responsabili in concorso, del reato del truffa aggravata, abusivismo finanziario e, limitatamente a due di essi, di abusivismo assicurativo e intermediazione assicurativa. In caso di condanna i tre soggetti rischiano pene fino ad un massimo di cinque anni di carcere.

Vi è da rilevare, en passant, l'estremo disincanto raggiunto dai prodotti finanziari, che non si fermano praticamente di fronte a niente. Si tratta probabilmente di hedging, un prodotto finanziario assicurativo che protegge dal rischio investimento (se ricordate, erano stati acquistati dagli investitori anche  sul rischio default dell'Italia, per cui pagavano se l'Italia andava in default, da qui la tendenza di chi li aveva sottoscritti ad assecondare lo spread). Non per niente, la crisi che stiamo vivendo si dice provenga proprio dal mondo finanziario.


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