La notizia è insieme confortante e sconfortante. Il 27 aprile l'Inail ha segnalato i dati provvisori sugli infortuni sul lavoro del 2011: il trend è negativo per fortuna, ma i numeri restano comunque alti.
Infortuni. Nel 2010 ci sono stati 775.669 infortuni sul lavoro, nel 2011 726.000, con una riduzione del 6,4% [vedi Inail, Infortuni sul lavoro 2011: stime preliminari]
Morti. Per quello che riguarda le morti sul lavoro, nel 2010 ce ne sono state 973 e nel 2011 930, con un calo del 4,4% [vedi Inail, Infortuni sul lavoro 2011: stime preliminari].
Occupazione e territorio. Nel comunicato stampa che ne dà l'Inail [vedi Inail, Nel 2011 50mila infortuni in meno sul lavoro: calo del 4,4% dei casi mortali] si fanno alcuni utili raffronti. Per esempio, infortuni su calo occupazione: fortunatamente, nonostante ci sia stato un calo di occupazione in diversi settori, il calo degli infortuni è superiore al calo di occupazione.
- industria: diminuzione infortuni -9,9%; diminuzione occupati -0,6%
- agricoltura: diminuzione infortuni -6,3%; diminuzione occupati -1,9%
- servizi: diminuzione infortuni -4,2%; aumento occupati +1,0%
Sul territorio, il sud ha risposto con maggiori cali sia degli infortuni che delle morti:
- nord: infortuni - 6,0% - morti -1,1%
- centro: infortuni -6,0% - morti -2,5%
- sud: infortuni - 8,1% - morti -10,2%
Donne. Tendenza negativa invece quella riguardante le morti sul lavoro delle donne. Mentre per quanto riguarda gli infortuni i dati riportano per entrambi i sessi una diminuzione, per quello che riguarda le morti le donne segnano un drammatico aumento, la metà delle quali è riferibile alla categoria in itinere:
Infortuni sul lavoro
- uomini: -6,8%
- donne: -5,5%
Morti sul lavoro
- uomini: -6,1%
- donne: +15,4%
E' duplice il problema da affrontare quando si parla di lavoro: da una parte la crisi economica con il calo delle occupazioni e lo spettro della povertà, che spingono per un'affannosa ricerca della crescita che porti occupazione; dall'altra l'esigenza sempre presente di tutelare la salute e la vita dei lavoratori, esigenza inderogabile crisi o non crisi. Non è infatti possibile derogare a questo presidio di civiltà invocando la scusante della crisi economica e della imprescindibile esigenza di lavorare. Le conquiste di civiltà vanno mantenute contro ogni ostacolo, pena il ritorno della barbarie e l'intensificazione dei conflitti sociali.
imagecredit inail.it(2)
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