mercoledì 2 maggio 2012

Aspartame, un dolcificante sicuro?

Quando si tratta della nostra salute e di sostanze artificiali siamo portati a credere maggiormente a pochi studi che lanciano accuse di tossicità  più che ai tanti studi che mostrano la sicurezza. Premetto che non ho nessun interesse a difendere l'una o l'altra tesi se non quello della ricerca della verità e, soprattutto, della difesa della salute. Non ho neanche molti strumenti per indicare come più credibile una ricerca rispetto a un'altra. La sensazione generale è che siamo, molto spesso, nelle mani del caso e, se non è il caso, è l'interesse personale.
Sto parlando dell'aspartame (ri)tornato agli onori della cronaca dopo una recente trasmissione di Report su Rai 3 [vedi Report, Dolce è la vita]. Ne parlano anche, nell'ordine, Paolo Gifh [L'aspartame della discordia], Annarita Ruberto [Aspartame, vediamoci chiaro] e Gianluigi Filippelli [Aspartame, 2012], almeno tra quelli che conosco.
Due di questi articoli [Gifh e Ruberto] si basano sui lavori del ricercatore italiano Morando Soffritti  mentre Filippelli riporta un po' di recente letteratura.


In realtà, sin dalla prima messa in commercio dell'aspartame, il 1974, in versione limitata,  agli anni 1981 e 1983 in versione illimitata, c'erano state controversie sulla sua sicurezza.
Limitandomi solamente alla cancerogenicità fornisco qualche studio sui possibili effetti cancerogeni dell'aspartame, senza nessuna pretesa di completezza, insieme alle risultanze di alcuni dei maggiori organismi di controllo dei farmaci che invece ne stabiliscono la sicurezza: FDA, EFSA, NCI, CDC.

Per esempio, nel 1996, Olney [Olney et al. 1996] si chiese se ci fosse un collegamento tra aumento del cancro al cervello, su dati epidemiologici generali negli Stati Uniti, e immissione sul mercato dell'aspartame, con il tramite di un collegamento, mostrato da altri studi, tra cancro al cervello e nutrizione con aspartame in ratti.
A stretto giro rispose un altro studio [Gurney et al.1997] che non confermò le supposizioni di Olney, negando che vi fosse un collegamento.



Un altro studioso [Schwarz 1999] propose, in una Lettera all'editore,  un collegamento tra aspartame e cancro al seno osservando l'incidenza di questo tumore relativamente alle diverse immissioni sul mercato dell'aspartame: 1974, 1981 e 1983. Il razionale di queste considerazioni era dato dalla ricerca sul metabolismo dell'aspartame che, notoriamente, si trasforma in acido aspartico, fenilalanina e metanolo. Quest'ultimo viene convertito in formaldeide, noto induttore cancerogeno.
La risposta dell'editore, per mano di D. Trichopoulos, poggiava su due punti: ridotto contributo dell'aspartame all'assunzione di queste sostanze con la normale dieta (meno del 10% del totale) e presenza della fallacia ecologica [Il problema classico dell’analisi su dati macro è la “fallacia ecologica”; che consiste nell’inferire da una relazione osservata su dati macro un’analoga relazione sulle unità microFonte] in questa presunta correlazione. Infatti, l'aumento dei casi di cancro al seno e alla prostata osservati in concomitanza con l'immissione sul mercato dell'aspartame potrebbe essere dovuto a un aumento dello screening mammografico e prostatico o ad altri fattori.



Un altro lavoro del 2006 [Lim et al. 2006] mostrava che non c'era collegamento tra aspartame e cancro della linea emopoietica o glioma, revisionando uno studio di 5 anni su una popolazione di più di 450 mila soggetti (NIH-AARP Diet and Health Study) ma, in una Lettera all'editore [Lee Davis et al. 2008], alcuni ricercatori affermavano che il breve periodo monitorato, l'elevata età media dei partecipanti e il basso consumo di aspartame deponevano per non rendere lo studio una valida prova della sicurezza del dolcificante.


FDA e EFSA. Non vi sembra leggermente complottista ritenere che FDA e EFSA e tutte le altre agenzie governative o pubbliche che hanno il controllo sull'immissione di farmaci e additivi alimentari, possano concedere l'autorizzazione a una sostanza pur sapendo che è nociva? E se lo fanno per l'aspartame perchè magari non per tutte le altre sostanze? In questo caso si solleverebbe il gravissimo problema della credibilità di queste istituzioni pubbliche.
La sicurezza totale in campo medico forse non esisterà mai. Per questo occorre distinguere tra fallacia umana e conflitto d'interessi. La prima evenienza fa parte dell'umana natura; può essere migliorata ma, forse, non eliminata del tutto. La seconda invece è un'evenienza che pur essendo evitabilissima può presentarsi sempre, ogni qual volta senso del dovere e denaro vengono a contatto.

Nell'aprile del 2007 la FDA ha emesso un comunicato [vedi FDA Statement on European Aspartame Study] nel quale spiegava perchè non riteneva attendibile la dimostrazione di Soffritti. Tra i punti elencati c'era anche il fatto che, nonostante le ripetute richieste, dal gruppo italiano non arrivassero tutti i documenti richiesti. Il motivo principale però erano quelli che consideravano difetti nello studio, come la presenza di infezioni tra gli animali testati. Secondo la loro interpretazione i cambiamenti negli animali erano intervenuti incidentalmente e nessun cambiamento istopatologico segnalato poteva essere associato all'aspartame. Inoltre, considerando la recente e passata letteratura, nessun collegamento tra aspartame e cancerogenicità era stato trovato. 
Questo è quanto afferma la FDA.
Qui è invece possibile consultare una timeline su FDA e aspartame, però non ne ho verificato la credibilità [How aspartame became legal]. La parte cruciale, secondo l'autore di questa timeline, è l'elezione di Reagan alla Casa Bianca e la nuova richiesta di autorizzazione dell'aspartame, prima negata e poi approvata. Infatti, con la nuova commissione insediata dal nuovo esecutivo,  l'additivo viene approvato.



Il National Cancer Institute, in una pagina intitolata Artificial Sweeteners and Cancer, segue quanto affermato da FDA e EFSA sulla sicurezza dell'aspartame o meglio, sostiene che gli studi che affermano esserci un collegamento tra aspartame e cancro non l'hanno provato in maniera chiara ovvero che non ne è stata dimostrata l'associazione.
Questions about artificial sweeteners and cancer arose when early studies showed that cyclamate in combination with saccharin caused bladder cancer in laboratory animals. However, results from subsequent carcinogenicity studies (studies that examine whether a substance can cause cancer) of these sweeteners have not provided clear evidence of an association with cancer in humans. Similarly, studies of other FDA-approved sweeteners have not demonstrated clear evidence of an association with cancer in humans. 

I Centers for Disease Control hanno pubblicato nel 1984 una pagina dal titolo Evaluation of Consumer Complaints Related to Aspartame Use in cui si valutavano i reclami dei consumatori sull'uso dell'aspartame. 
In February 1984, the U.S. Food and Drug Administration (FDA) requested CDC's assistance in evaluating consumer complaints that FDA had received about consumption of aspartame-containing products. The request followed an increase in aspartame-related complaints in the latter half of 1983. Complaints to the FDA increased from 108 in the first 6 months of 1983 to 248 in the last 6 months. This increase coincided with approval of aspartame for use in soft drinks in July 1983.
Il tipo di sorveglianza, definita passiva, prevedeva che fossero gli utilizzatori a riferire tutti gli effetti collaterali manifestati dopo assunzione di alimenti contenenti aspartame. Su 517 soggetti che avevano lamentato effetti collaterali, la maggior parte erano bianchi (96%), donne (76%) e tra i 21 e i 60 anni (79%). La sintomatologia più riferita era: 67% effetti neurologici o comportamentali come mal di testa, vertigini e alterazioni dell'umore; il 24% riferiva sintomi gastrointestinali e il 15% reazioni allergiche.
Sui 231 soggetti analizzati più in profondità  e che avevano assunto nuovamente gli alimenti contenenti aspartame, il 13% dichiarò che aveva provato gli stessi effetti della prima volta usando diversi prodotti e il 15% usando lo stesso prodotto. Le conclusioni dei CDC sono: nessuna chiara relazione di effetti collaterali legata all'aspartame. I sintomi riferiti sono lievi e generalmente diffusi nella popolazione. Alcune possibili spiegazioni comprendono: elevata sensibilità personale all'aspartame, suggestionabilità e, infine,  una possibile coincidenza con il consumo di aspartame. Come al solito, si invocano studi clinici per ottenere risposte più puntuali.

L'EFSA, in una pagina di faq [vedi EFSA, Domande frequenti sull'aspartame], ribadisce quanto già espresso dalle organizzazioni governative viste sopra. Non c'è motivo di rivedere la posizione sull'aspartame, neanche alla luce delle recenti acquisizioni [Soffritti et al. 2010; Halldorsson et al. 2010]. Anche se  una revisione è comunque in atto.
Perché è stato chiesto all’EFSA di riesaminare la sicurezza dell’aspartame in merito al suo utilizzo come dolcificante artificiale?
Nel maggio del 2011 l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) è stata incaricata dalla Commissione di anticipare al 2012 la nuova, completa valutazione della sicurezza dell'aspartame. L’esame di questo singolo dolcificante, il cui completamento era originariamente previsto per 2020, fa parte della nuova, sistematica valutazione di tutti gli additivi alimentari autorizzati nell'Unione europea prima del gennaio 2009, prevista dal Regolamento (UE) n. 257/2010.

E' da notare infine che per questa sostanza vengono comunque fissati dei limiti di assunzione [50mg/kg in America e 40 mg/kg in Europa, fonte], a riprova di una certa qual necessità di regolazione dell'assunzione di questo dolcificante nato, occorre ricordare, come ausilio nella dieta dei diabetici e non come consumo di massa.
Tutto questo dimostra forse in maniera incontrovertibile che l'aspartame è sicuro al di là di ogni ragionevole dubbio? Non per me. Nonostante la presenza favorevole di quasi tutte le agenzie pubbliche di controllo su farmaci e salute non è possibile abbassare la guardia. Troppo nota è la condizione di parziale o totale conflitto di interessi che si stabilisce tra il finanziatore di una ricerca e l'esecutore di questa ricerca. Nessun ambito dell'umana attività ne è immune. E' per questo motivo che dopo aver assistito a tutta una serie di lavori finanziati  da investitori privati, magari interessati, ora sono proprio gli organismi pubblici che dovrebbero farsi carico degli investimenti per fugare qualsiasi dubbio di potenziali o reali conflitti di interesse. Se la revisione di recenti studi come quelli di Soffritti ha dato esito negativo e le loro conclusioni non sono state accettate, pure non dovrebbe essere allentato il controllo su queste sostanze. Oggi tocca all'aspartame, ma quante sono le sostanze tra medicinali e additivi alimentari per le quali occorrerebbe una profonda revisione?
L'indipendenza degli organismi di controllo pubblico e di quelli politici è un tratto essenziale della democrazia. Le  ombre che ogni tanto si addensano vuoi sui governi dei banchieri vuoi sulle agenzie dei farmaci delle industrie, devono essere fugate accentuando al massimo trasparenza e indipendenza degli organismi di controllo, che si ottiene anche pubblicizzando adeguatamente la presenza di queste sostanze sui prodotti venduti.
Mi sovviene il ricordo di una recente class action in terra americana vinta da una mamma contro un colosso italiano delle merendine (e per ragioni piuttosto pretestuose): sembra proprio che in quel paese, gli Usa, non scherzino affatto. Sarà così anche per l'aspartame o è un trattamento riservato solo agli stranieri?




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Fonti e bibliografia:



Olney JWFarber NBSpitznagel ERobins LN, Increasing brain tumor rates: is there a link to aspartame?, Journal of Neuropathology and Experimental Neurology 


James G. Gurney, Janice M. Pogoda, Elizabeth A. Holly, Stephen S. Hecht,and Susan Preston-Martin, Aspartame Consumption in Relation to Childhood Brain Tumor Risk: Results From a Case-Control Study, JNCI J Natl Cancer Inst (1997) 89(14): 1072-1074 doi:10.1093/jnci/89.14.1072





GR Schwartz, Aspartame and breast and other cancers, Western Journal of Medicine, 1999 - 


Unhee Lim, Amy F. Subar, Traci Mouw, Patricia Hartge, Lindsay M. Morton,Rachael Stolzenberg-Solomon, David Campbell, Albert R. Hollenbeck,and Arthur Schatzkin, Consumption of Aspartame-Containing Beverages and Incidence of Hematopoietic and Brain MalignanciesCancer Epidemiol Biomarkers Prev September 2006 15:1654-1659;doi:10.1158/1055-9965.EPI-06-0203



Devra Lee Davis, Leanne Ganter, and Jonathan Weinkle, Aspartame and Incidence of Brain MalignanciesCancer Epidemiol Biomarkers Prev May 2008 17:1295-1296doi:10.1158/1055-9965.EPI-07-2869


Soffritti M. et al., Aspartame administered in feed, beginning prenatally through life span, induces cancers of the liver and lung in male Swiss mice, Am. J. Ind. Med. 2010, 53, 1197-1206

Halldorsson T.I. et al., Intake of artificially sweetened soft drinks and risk of preterm delivery: a prospective cohort study in 59334 Danish pregnant women. Am. J. Clin. Nutr. 2010, 92: 626-633.






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whilesciencesleep.com
fda.gov
cdc.gov
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