lunedì 16 luglio 2012

Dismissioni del patrimonio immobiliare dello Stato italiano: censimento dei 300 e passa miliardi di immobili pubblici

Il neo Ministro dell'Economia Vittorio Grilli in un'intervista sul Corriere ritorna con forza sulla dismissione del patrimonio immobiliare dello Stato, per circa 15-20 miliardi l'anno  misura che, sommata a ipotesi di mantenimento di avanzo primario attuale e di raggiungimento di una certa crescita nominale, ci porterebbe al pareggio di bilancio in 5 anni
«La strada praticabile è quella di garantire, con un programma pluriennale, vendite di beni pubblici per 15-20 miliardi l'anno, pari all'1 per cento del Pil». Un po' poco, ministro. «No, tutt'altro, se lei pensa che già abbiamo un avanzo primario, cioè prima del pagamento degli interessi sul debito, del 5 per cento e calcoli una crescita nominale del 3 per cento, cioè tolta l'inflazione all'1, vorrebbe dire ridurlo del 20 per cento in 5 anni».


Ma, ipotesi futuristiche a parte, a quanto ammonta questo patrimonio immobiliare dello Stato italiano? Lo scorso anno la Commissione Finanze della Camera, nel quadro di un'INDAGINE CONOSCITIVA SULLE TEMATICHE RELATIVE ALL'UTILIZZO DEGLI IMMOBILI DI PROPRIETÀ DELLO STATO DA PARTE DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE, dopo  una serie di audizioni e indagini perveniva a un documento conclusivo, disponibile sul sito della Camera. Ecco l'introduzione che reca anche le motivazioni di questa indagine
Il recente dibattito, a livello internazionale, circa la sostenibilità dei debiti pubblici, determinato dalle turbolenze che stanno caratterizzato i mercati degli strumenti di debito sovrano, sottolinea, ancora di più che in passato, la rilevanza, soprattutto in un Paese, come l'Italia chiamato a misurarsi con un ammontare di debito pubblico particolarmente elevato, del tema concernente la gestione dell'attivo del bilancio pubblico, e segnatamente del demanio e del patrimonio dello Stato, assume sempre più rilevanza.
L'esigenza di compiere un approfondimento in merito è emersa con maggiore evidenza a seguito dell'entrata in vigore del decreto legislativo n. 85 del 2010, in materia di federalismo demaniale, recante attribuzione a comuni, province, città metropolitane e regioni di un proprio patrimonio, in attuazione dell'articolo 19 della legge n. 42 del 2009, il quale determinerà certamente un impatto significativo su tale materia.

In questa quadro, la Commissione ha ritenuto necessario approfondire un aspetto del più generale problema concernente la gestione del patrimonio pubblico, compiendo una prima valutazione, in sede parlamentare, sugli effetti delle norme, introdotte nel corso degli ultimi anni, circa l'utilizzo e la gestione, da parte delle amministrazioni pubbliche, degli immobili. Infatti, gli interventi legislativi posti in essere in questo settore hanno introdotto alcuni strumenti essenziali per razionalizzare l'uso degli spazi da parte della pubblica amministrazione e per realizzare in tal modo una maggiore valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico.[continua a leggere ...]
La parte relativa al censimento del patrimonio immobiliare è quella che ci interessa, anche per avere un'ottica su quanto è dismissibile e quanto porteranno nelle casse dello Stato queste ipotetiche dismissioni.
Al capitolo 3 - Sintesi delle audizioni si legge
In quest'ambito sono state rilevate oltre 543.000 unità immobiliari di proprietà dello Stato, per oltre 222 milioni di metri quadrati, e 776.000 terreni, per oltre 13 miliardi di metri quadrati. Nel 92 per cento dei casi le amministrazioni utilizzano immobili di cui sono proprietarie e soltanto in un numero più limitato di casi, il 2 per cento, utilizzano in locazione passiva immobili messi a disposizione da altre amministrazioni.
[...]  Per individuare il valore di tale patrimonio, il Dipartimento del Tesoro del Ministero dell'economia e delle finanze ha elaborato una stima basata sui valori medi delle città in cui gli immobili si trovano, rilevati dall'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia del territorio (cosiddetti valori OMI), ovvero sui prezzi medi della provincia. Inoltre, non essendosi potuto tenere conto dello stato manutentivo dell'immobile, tale stima corrisponde al fair value, vale a dire il valore teorico dell'immobile, in perfetto stato di conservazione e con un prezzo omogeneo rispetto agli altri immobili oggetto di compravendita nello stesso comune.
Per le unità immobiliari il valore così calcolato oscilla tra 239 e 319 miliardi di euro, mentre per i terreni esso oscilla tra 11 e 49 miliardi di euro, in relazione al tipo di coltura, che non è stato possibile definire per tutti i terreni.
Grossolanamente potremo dire che il patrimonio immobiliare dello Stato italiano, tra immobili e terreni, assomma tra 250 (ipotesi peggiore) e 368 (ipotesi migliore) miliardi di euro. Secondo il calcolo di Grilli, venderne 15-20 miliardi l'anno per 5 anni significherebbe dismetterne più di 1/4. In questa pagina della Camera sono presenti tutte le varie sedute che hanno portato al documento conclusivo. 
Basta che, possibilmente, non si ripeta l'esperienza fallimentare della precedente dismissione, così poco favorevole per lo Stato ma molto favorevole per alcuni (guardate il filmato perchè è istruttivo, dal 5° minuto).









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