Il Libro II del Codice Penale, al titolo IV riporta le seguenti norme: DEI DELITTI CONTRO IL SENTIMENTO RELIGIOSO E CONTRO LA PIETA' DEI DEFUNTI. Al capo I sono segnalati i DELITTI CONTRO LE CONFESSIONI RELIGIOSE. Eccoli (tratti da it.wikisource.org):
Art. 402 Vilipendio della religione dello StatoChiunque pubblicamente vilipende la religione dello Stato è punito con la reclusione fino a un anno. [Il 13 Novembre 2000 La corte costituzionale nella sentenza numero 508 dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 402 del codice penale (Vilipendio della religione dello Stato).] ==Art. 403 Offese alla religione dello Stato mediante vilipendio di personeChiunque pubblicamente offende una confessione religiosa, mediante vilipendio di chi la professa, è punito con la multa da euro 1.000 a euro 5.000. Si applica la multa da euro 2.000 a euro 6.000 a chi offende una confessione religiosa, mediante vilipendio di un ministro del culto.Art. 404 Offese alla religione dello Stato mediante vilipendio di coseChiunque, in luogo destinato al culto, o in luogo pubblico o aperto al pubblico, offendendo una confessione religiosa, vilipende con espressioni ingiuriose cose che formino oggetto di culto, o siano consacrate al culto, o siano destinate necessariamente all’esercizio del culto, ovvero commette il fatto in occasione di funzioni religiose, compiute in luogo privato da un ministro del culto, è punito con la multa da euro 1.000 a euro 5.000. Chiunque pubblicamente e intenzionalmente distrugge, disperde, deteriora, rende inservibili o imbratta cose che formino oggetto di culto o siano consacrate al culto o siano destinate necessariamente all’esercizio del culto è punito con la reclusione fino a due anni.
Guzzanti e La7. A tirare in ballo il vilipendio alla religione è stata l'Aiart, l'associazione spettatori onlus di ispirazione cattolica, riguardo la trasmissione di Corrado Guzzanti [qui video riassunto su Repubblica] andata in onda venerdì scorso. Anche se un comunicato del presidente dell'associazione specifica che a essere denunciato non è Guzzanti ma La7, il primo comunicato recita:
Dichiarazione stampa del presidente Aiart Luca Borgomeo del 5 gennaio 2013
"Siamo stati sollecitati da telefonate e mail per il Recital ‘di e con Guzzanti’ andato in onda ieri sera su La7 in prima serata. Il programma è offensivo dei sentimenti religiosi dei cattolici e, più in generale, di quanti liberamente professano una confessione religiosa. Guzzanti, credendo di fare satira, appare vestito da Cardinale, e irride alla Trinità, alla Madonna di Lourdes, al Vangelo, alla Chiesa, al Pontefice e con battutacce da caserma ‘liquida’ le posizioni della Chiesa sulla bioetica. Abbiamo dato mandato al nostro legale avvocato Caltagirone di presentare denuncia alla Procura della Repubblica di Roma”. Lo afferma Luca Borgomeo, presidente dell’associazione di telespettatori cattolici Aiart.
“Per un’ora vomita falsità e dileggio alla Chiesa, offendendo il sentimento religioso dei telespettatori – continua Borgomeo - L’Aiart chiederà al Consiglio Nazionale Utenti, nella prossima assemblea plenaria, di presentare un esposto all’Agcom perché accerti violazioni e sanzioni questo programma, che non ha niente a che vedere con la satira e con lo spettacolo. A La7 l’Aiart chiede di sospendere il programma che, pensiamo, discrediti la stessa emittente che, con i suoi programmi, tanta credibilità ha acquisito tra i telespettatori”. [TV: AIART DENUNCIA GUZZANTI, OFFENDE ’SENTIMENTO RELIGIOSO’]
In effetti il nostro codice penale prevede il reato di vilipendio alla religione. Forse è tale anche quando preti cattolici pubblicano vignette sarcastiche su Maometto o quando si brucia il Corano? Forse i telespettatori cattolici, che potrebbero anche avere ragione, dovrebbero o potrebbero prendere posizione, che so, pure sulle vicende tedesche, dove sembra che la Conferenza dei vescovi abbia bloccato l'indagine sui presunti abusi sessuali di sacerdoti su bambini, perchè anche in quel caso si offende lo spirito religioso autentico.
Spesso e volentieri la gente preferisce la forma alla sostanza: molto meglio apparire strenui difensori della fede fustigando la satira che, magari, inorridendo, e agendo, di fronte ad accuse come quella della pedofilia all'interno della chiesa. Lo so che si può fare l'una e l'altra cosa e può darsi benissimo che sia stato già fatto, ma questa mania di querelare a destra e a manca per motivo dell'onore mi sembra, spesso, come una battaglia di facciata.
A me, per esempio, fanno arrabbiare più alcune posizioni oltranziste e integraliste di certa pubblicistica cattolica francamente misogina [vedi femminicidio e provocazione], affissa anche in bacheca da un prete ligure, che non la satira esplicita -e volutamente cialtrona- dei comici televisivi. Però non ho querelato nessuno. Ma sono punti di vista.
Perchè irridere la religione? Mi si potrebbe obiettare: a che serve mettere alla berlina la religione, una cosa nella quale molti si riconoscono con passione autentica e pieno coinvolgimento? Che cosa vi porta ridere degli altri? A questo sono più sensibile. Non voglio interpretare il pensiero di Guzzanti, nè immaginarlo più buono di quel che è, ipotizzo solamente quello che potrebbe essere lo spunto a fare satira sulla religione. Probabilmente non si fa satira per prendere in giro chi si atteggia, in maniera coerente, a una vita di rispetto, comprensione e aiuto verso gli altri, perchè non farebbe ridere nessuno, ma solo chi, in termini crudi, predica bene e razzola male. E' l'incoerenza tra teoria e pratica che funge da potente stimolo satirico, per smascherare il potere ammantato di buoni propositi ma poi carente sul piano applicativo. E' questa la molla che fa agire il fustigatore delle ipocrisie, lo sbeffeggiatore caustico, non certamente le vere buone azioni. Vi è una parte dell'operato del mondo cattolico, spesso nelle sue gerarchie -ma non solo- che si attira queste critiche satiriche, per il motivo ora illustrato, perchè vi si scorge, a torto o a ragione, una profonda incoerenza tra quanto detto e quanto fatto, o tra quanto teorizzato dalla dottrina e il vero sentire dell'opinione pubblica, ben rappresentato dalle attuali norme internazionali sui diritti dell'uomo. E' questo che agisce da innesco per la satira. Non è dato sapere con certezza se vi siano fondati motivi per attuarla, la satira religiosa, ma alcune recenti dichiarazioni sul femminicidio e le donne, alcuni fatti tedeschi, alcune costanti dichiarazioni di alti prelati sull'omosessualità e così via, lascerebbero intendere che ve ne sono.
Anche Carlo Collodi nella sua carriera giornalistica venne più volte censurato, sia sue opere di teatro che periodici, con la democrazia le cose migliorarono ad uno stato simile a quello attuale. La libertà di parola è spesso collegata alla libertà che le stesse persone posseggono.
RispondiEliminaNon diciamo stronzate.
RispondiEliminaLa libertà di parola è un conto. La libertà di insulto un altro conto.
Se qualcuno prendesse per il culo ma madre di Guzzanti, facendola passare, chessò, per puttana, o per idiota, non sarebbe da querelare?
E quali sarebbero i preti che "pubblicano le vignette su Maometto"? Dove stanno? A me pare che tutti (guzzanti compreso) si guarderebbero bene dal fare satira sull' Islam.
Solo contro la religione cattolica sembra lecito ogni sbeffeggiamento.
Speriamo che lo mandino in galera. Assieme a tutti quelli che fanno finta di non distinguere il limite fra libertà e vioplenza gratuita.
Dove passano le parole, passano poi che i cannoni.
RispondiEliminaSe rendiamo lecito il vilipendio della religione (non di Stato, ma ogni religione) , prima o poi arriverà qualcuno che farà fare ai critiani la fine degli Ebrei.
Del resto, sappiamo benissimo che l' olocausto nazista è stato preceduto dalle vignette satiriche sugli Ebrei.
Provate a fare satira su un cane o un gatto. VEdete cosa vi faranno gli animalisti!!!