Riccardo Iacona di Presa Diretta ha fatto un'inchiesta vecchio stampo, di quelle che vanno a spulciare i dati e verificare le fonti. Ne esce una ricostruzione a tinte fosche della vicenda degli F-35 e di quelle legate alle spese militari in genere. A partire da quegli F-35, giudicati da alcuni esperti americani "gli aerei più costosi mai progettati e pieni di difetti", tanto che la discussione negli Stati Uniti ferve. Un aspetto scoperto da Iacona lascia immaginare a quali principi si ispiri la progettazione di questi armamenti: invece di presentare solo il progetto di un cacciabombardiere il costruttore americano, la Lockheed Martin, ha subito iniziato la costruzione dei primi aerei, assemblando le linee di produzione e assumendo personale, in modo da influire sulle scelte politiche successive facendo leva sulla forza lavoro già assunta.
Il giudizio degli esperti consultati da Iacona è sicuramente negativo, anche rispetto ai costi, tuttora non quantificabili ma oscillanti, comprese le spese di manutenzione, tra i 200 e i 400 milioni di dollari a caccia, a fronte dei 35 prospettati all'inizio, per un impegno complessivo dell'italia che supererà i 20 miliardi.
Si continua poi con le prospettate ricadute lavorative dell'acquisto di questi F-35 ma, consultando alcuni esperti del settore, il massimo dell'impiego lavorativo si stima essere di 2.000 persone a fronte delle 10.000 ipotizzate. Insomma, da qualunque punto lo si guardi quello degli F-35 non sembra un buon affare, per chi compra [si veda la relativa voce su en.Wikipedia e la lunga sequenza di aumenti dei costi, ritardi, problemi e preoccupazioni emerse], e molti Stati come Canada, Turchia, Olanda e Australia, che erano entrati nel progetto, ne sono usciti.
La puntata prosegue raccontando l'approvazione di una riforma che delega la gestione della spesa militare interamente al Ministero della Difesa senza dover rispondere a nessuno. Il Parlamento approva quasi all'unanimità la riforma, nel giro di poche ore e senza una discussione generale: da ora in avanti i militari gestiranno in completa autonomia i circa 20 miliardi che lo Stato passa loro. Solo tre parlamentari si oppongono, non ricandidati.
Si finisce con i poligoni militari in Sardegna e l'aumento della mortalità per tumore nelle vicinanze dei poligoni. Un procuratore inizia un'indagine che a fine mese andrà davanti al giudice per il rinvio a giudizio o l'archiviazione.
L'ultimo accenno è alla Costa Rica, l'unico paese al mondo che ha abolito completamente l'esercito e che è il più sviluppato, il più istruito, il più evoluto di tutto il Centro America e che compete alla pari con molti paesi cosiddetti sviluppati. Avere un esercito non serve anzi, non averlo, porta dei benefici dal punto di vista del progresso economico e culturale? Ma la Costa Rica, giova osservare, nonostante l'ottima scelta fatta, è un protettorato americano, il che non la lascia comunque in balia del primo invasore di turno. Resta aperto il dibattito sull'opportunità di abolire le forze armate in tutti paesi o solo in alcuni, se è una scelta percorribile, auspicabile e quali prospettive vi siano di vederla realizzata.
Ed ora, la puntata Spese militari.
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