Sono costantemente in imbarazzo con il Partito Democratico. In parte per i suoi dirigenti, in parte per i suoi sostenitori. I primi hanno perso quello che c'era di sinistra (non di sinistro...), l'hanno perso nel senso che se l'ideologia non è accompagnata dalla prassi cos'è, gli altri, che pure sono spesso molto critici con i loro dirigenti, se trovano qualcuno su cui sfogare l'amarezza di questo sconfitta elettorale vi si attaccano come mastini. Questo criticismo spostato lo potremmo riassumere in questa frase: se mai dovesse tornare Berlusconi al governo sarebbe colpa di Grillo.
L'imbarazzo è tale che quasi mi costringe a rivalutare l'opera di Bersani, che in questo approccio alla formazione di una maggioranza aveva bene in mente le possibili conseguenze di un mancato accordo: le grandi intese. Che è quello che alla fine sembrano preannunciare le due commissioni ristrette volute dal Capo dello Stato. Una mediazione diplomatica tra Pd e Pdl che sta bene anche a Grillo che così può gridare all'inciucio.
Ma, come noto, non puoi fare un grosso cambiamento se usi ingredienti e ricette vecchie. Prova ne siano queste due commissioni ristrette che al Pd piacciono, al Pdl ni e al M5S per niente. Ma perchè piacciono al Pd? Forse perchè così può giustificare le grandi intese con il suo elettorato? Sono composte di uomini politici, magistrati e presidenti di organismi vari. Gente insomma, chi più chi meno, dentro l'ingranaggio, degnissime persone per carità, ma che non possono prescindere dalla propria storia.
Napolitano non ha avuto il coraggio di, o forse non poteva, affidare l'incarico al M5S, di farsi dire il nome o i nomi dei candidati premier dei grillini e su quello/i provare a imbastire una maggioranza. O forse è il Pd che non ci stava.
Il M5S è un movimento politico pieno di contraddizioni. La minuziosa radiografia fatta in rete agli sfondoni e al turpiloquio di Grillo, alle bufale pseudoscientifiche, alle presunte o vere incoerenze, all'animosità dei suoi simpatizzanti, alle previsioni inquietanti del suo ideologo, sembra rimandare la cartella clinica di un malato terminale di imbecillità, un tontolone che spara bordate a destra e a manca e che in questo suo sparare distruttivo -della vecchia politica- in realtà distrugge tutto, lasciando una bella tabula rasa.
Tutti costoro, che in misura variabile hanno un po' di ragione, hanno fatto l'errore di considerare il proprio partito con il cuore e gli altri con la testa. In questo modo, agli altri partiti richiedono una perfezione che ai propri chiedono solo quando non vi sono avversari o pericoli in vista. Io ho considerato Grillo e il M5S sia con il cuore che con la testa.
Con il cuore. Con il cuore il M5S è la rivalsa degli ultimi e dei cittadini. Ho sentito Grillo dire, tra un insulto e l'altro, nessuno resterà indietro, siamo una comunità, con accenti convinti. Questo tipo di coinvolgimento è maggiormente efficace in momenti di crisi e in chi sta vivendo quella crisi sulla propria pelle. Chi, nonostante tutto, non ne risente probabilmente fa più fatica a capire la portata sotterranea e dirompente del movimento. Lo so che Grillo è un attore e potrebbe fingere, ma gli ho creduto. La sua idea di spazzare via tutta la vecchia politica è simile al procedimento chirurgico di rimozione di un tessuto necrotico. Non puoi conservarne una parte altrimenti rischi di contaminare anche il tessuto sano. Per fare questo bisogna sacrificare anche chi, nei vecchi partiti, non lo merita. Questa operazione, seppure metaforicamente descritta in termini chirurgici, non è chiaramente orientata all'eliminazione dei vecchi partiti ma al mantenimento di una distanza di sicurezza da loro, per impedire il contagio.
Chi negasse una considerevole parte di responsabilità alla classe politica che non nell'arco di vent'anni, cioè da quando c'è Berlusconi, ma da quando c'era Craxi, ha costruito il consenso con il debito, conducendoci a ciò che siamo oggi, negherebbe la realtà stessa. In questo stesso panorama, non contenti gli uni di aver fatto (Pdl) e gli altri di non aver fatto (Pd), i vecchi partiti più che pensare al bene comune hanno pensato bene di garantirsi il controllo: fondazioni, banche, authority, enti, presidenze, in un continuo gioco alla candidatura e al ritorno personale. Si può negare che ogni organismo pubblico e non di questo nostro Stato derelitto è in mano alla politica? Si può affermare che la pubblica amministrazione in Italia, o la cosa pubblica in genere, sia un punto di riferimento positivo a livello internazionale? Per cosa siamo famosi nel mondo, morti Galileo, Leonardo, Leopardi e Fermi?
La valutazione con il cuore presuppone la vicinanza empatica, e la condivisione delle esperienze. Faccio osservare, a mo' di inciso, la diversa ripartizione del classico elettorato di destra e di sinistra, in cui ognuno degli elettori dei due schieramenti si sente più rappresentato da colui con il quale sente di avere maggiore condivisione di esperienze di vita. A questa visione si oppone la testa.
Con la testa. Una delle caratteristiche più pericolose della visione con la testa è la difficoltà di sintesi. Utilizzando la testa nel valutare una proposta politica si deve, spesso, scendere nel dettaglio. L'analisi puntigliosa di ogni singolo particolare è in grado di evidenziare tutti gli aspetti. In questo modo si possono mostrare incoerenze, si delineano meglio i vari atteggiamenti, smascherando le incongruenze e, semplicemente, si scoprono cose che un atteggiamento più sintetico, quale quello con il cuore, non potrebbe rilevare. Ma c'è un rischio (c'è anche nell'atteggiamento con il cuore), cioè quello di focalizzarsi sul particolare e perdere di vista il generale. E' il tipo di visione che potremmo definire induttivo: si usa il particolare per intuire l'universale, ma spesso accade di ragionare come il tacchino induttivista di Russell, che crede, sulla base delle esperienze precedenti, che anche domani gli sarà dato da mangiare, ma domani è il giorno del ringraziamento...
Vi è dunque il rischio, in questo tipo di procedimento, di incunearsi tanto a fondo nell'analisi da farsi sfuggire la visione universale, scambiando la somma di alcune criticità come indicative di una criticità generale. Attaccato a questo concetto vi è pure la pretesa di perfezione che un simile ragionamento sottintende. Non sto affermando che una sana analisi approfondita non sia mai necessaria, ma che basarsi solo su quella rende inadatti tutti i partiti e/o i movimenti e tutti gli individui. In questo modo ogni candidato presenta un difetto, piccolo a piacere, che ne invalida la candidatura.
Sommare. Fare una somma algebrica dei due tipi di visione, con il cuore e con la testa, è necessario per avere un punto di vista più equilibrato, anche se potrebbe essere ancora insufficiente per scoprire la verità. La realtà è assai complessa, anche considerando che le persone sono molto abili nell'ingannare e noi molto bravi nel cadere nell'inganno. Questo è un tipico problema di chi osserva il mondo unicamente con il cuore. Per esempio i fedeli: sono così convinti della bontà insita nel messaggio da non considerare affatto le critiche, di testa e fondate, portate dai critici non coinvolti. Ma senza un minimo di coinvolgimento e guardando solo il particolare c'è il rischio del tacchino. Ecco perchè un atteggiamento critico con un po' di coinvolgimento è quello che definisco un modo di vedere più maturo. E il M5S a me sembra questo: ne scorgo anche io le profonde incongruenze, specie in campo scientifico, ma dall'altra parte ci vedo anche la riscossa dei cittadini contro la politica, quel magma asfissiante a cui si devono le attuali condizioni, il cattivo esempio che ha favorito corruzione, menefreghismo, furbizia e criminalità organizzata. Chi può negare che operando pubblicamente per ripagare favori personali ricevuti si danneggia la collettività? Spropositate assunzioni in campo pubblico, pensioni baby e avanzamenti di carriera automatici senza tener conto del merito sono solo alcune delle drammatiche conseguenze che una classe politica imprevidente e colpevole ha accumulato nell'arco degli anni, solo per arrivare a dirci adesso le risolviamo noi. Con atteggiamento deduttivo dirò: non siete più credibili. Non lo siete stati sino ad ora, perchè dovreste esserlo da adesso in poi? Ma, appunto per fare dell'equilibrio il punto di forza con il quale agire, sarebbe stato interessante far passare una delle forze suscettibili di redenzione (il Pd) per il cunicolo della fiducia data (non ricevuta): un governo 5 Stelle con la fiducia, che si dà e si toglie come detto in consultazione, a mo ' di controllo, perchè anche chi è dotato delle migliori intenzioni ed è senza macchia sbaglia.
"Nessuno resterà indietro" ... dove ho già sentito questa frase?
RispondiEliminaComunque, analisi condivisibilissima, ma che secondo me (IMHO) attribuisce tutte le colpe ai politici come se piovessero da Marte e non parla degli elettori che sono (siamo!) i veri responsabili di tutto questo. La realtà è che gli italiano sono esattamente come i loro politici, che gli Scilipoti e De Gregorio sono i nostri vicini di pianerottolo, che i Fiorito e Penati siamo noi stessi. Finché non cambiamo la nostra testa, il nostro carattere di voltagabbane opportunista, non cambieremo il Parlamento e i risultati. Finché eravamo sotto tutela americana i vari Fanfani, Andreotti, Moro etc. erano anche tenuti a governare, oltre che rubare. Poi è venuto Craxi, è caduto il muro di Berlino. Dopo Craxi Berlusconi, dopo Berlusconi Grillo, dopo Grillo chi altri?
L'osservazione è giusta. Ma sembrerebbe, a leggere il tuo commento, che siamo condannati a una perenne "italianità". Mi chiedo, con il necessario stupore, quanta possibilità abbiamo di scegliere effettivamente (anche alle ultime elezioni la maggior parte dei nuovi partiti che potevano includere il cambiamento sono stati spazzati via) quando votiamo. Considero anche che molti hanno paura delle novità, anche per i timori (bipartisan) che tu ventilavi, che un'altra parte è chiusa in una visione puramente con il cuore (e non scorge i difetti) e che altri hanno, infine, convenienza che nulla cambi.
EliminaUno dei problemi fondamentali legati al rinnovamento politico è se questo debba venire dall'alto o dal basso, il che riconduce al tema da te sollevato. Non ho la soluzione, o almeno non ho la soluzione definitiva. Ma ho una mia soluzione possibile. In mancanza della certezza matematica dobbiamo continuare a provare
Lasciando da parte, per un momento tutti gli altri pensieri, ti auguro una Pasqua Serena, caro Pa.
RispondiEliminaAnnarita
Grazie tante cara Anna, lo stesso a te
EliminaCaro Paolo, per prima cosa Buona Pasqua.
RispondiEliminaSecondo: ai grillini, non so, ma a leggere i vari quotidiani sembra che queste due "commissioni" A Grillo piacciano eccome. Maggari non è d'accordo su ogni singolo nome, ma l'idea gli piace (e conta quel che piace a Grillo, non quel che piace ai grillini).
Terzo: grazie per avermi fatto di nuovo presente il tacchino induttivista :)
Saluti,
Mauro.
auguri anche a te caro Mauro.
EliminaCrimi, su Facebook, si esprime contro le due commissioni e Grillo idem. non fidarti troppo dei giornali. Ecco cosa dice Grillo:
"Chi si oppone alle Commissioni? E perché? Il M5S da settimane sta proponendo la loro formazione immediata nell'indifferenza dei partiti e delle Istituzioni. Il Paese non ha bisogno di fantomatici negoziatori o facilitatori del calibro di Violante, il gran maestro dell'inciucio, tanto per citarne uno, che operano come gruppi di saggi, non ha bisogno di "badanti della democrazia", ma di far funzionare meglio il Parlamento e alla svelta."
Le commissioni di cui parla sono quelle parlamentari, ovviamente. La situazione attuale va bene a Grillo, che aveva anche proposto la prorogatio, perchè mette il Parlamento in primo piano e il Governo, fosse pure di Monti, in secondo.
Prego.