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Il suo timore non è infondato. Già Julian Assange, l'altro grande rivelatore di documenti confidenziali dell'amministrazione USA, inseguito da un mandato di estradizione della Svezia, è costretto a vivere da rifugiato all'interno dell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, dimenticato dalla stampa e dall'opinione pubblica ma non da chi lo insegue. Probabilmente Edward Snowden ha paura di seguire lo stesso destino, rovinarsi per sempre la vita senza ottenere nessun riconoscimento o ringraziamento da parte della gran massa ma guadagnandosi una taglia perenne sulla testa.
Un'altra persona che vorrei accostare, forse impropriamente, a Snowden e Assange, almeno per quanto riguarda quel sentimento di ingratitudine che i tre potrebbero provare, è Beppe Grillo. Il suo tentativo di far entrare i cittadini nella politica, togliendo il monopolio a partiti chiusi in se stessi e autoreferenziali, è chiaramente un tentativo eretico. Forse è per questo che si assiste a un attacco continuo non solo da parte della classe politica nel suo insieme, che lo ripudia in maniera compatta, ma anche di molta parte della stampa, attenta solo agli aspetti folkloristici della vicenda. Ma fossi in lui non me ne lamenterei troppo: in fondo è sempre meglio dell'oblio.
Di seguito l'intervista di Glenn Greenwald realizzata a Hong Kong, con sottotitoli in italiano (trad. Anna Bissanti) a cura di Repubblica Tv, in cui il novello Assange, Edward Snowden, spiega perchè ha fatto ciò che ha fatto.
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