Fra qualche giorno dovremmo sapere se a Damasco sono state usate armi chimiche. Ma una volta che il risultato delle analisi indicasse che sono state usate, a chi addossarne la colpa, alle forze governative o all'opposizione?
Il team di ispettori delle Nazioni Unite è arrivato a Damasco il 18 agosto e lì, in accordo con le autorità siriane, ha iniziato l'ispezione di tutte le aree in cui si sospetta siano state adoperate armi chimiche. Nel corso della missione ha raccolto reperti biologici e ambientali e ha anche parlato con medici e presunte vittime degli attacchi chimici.
Sono 189 i paesi che aderiscono alla convenzione sulle armi chimiche. Per quei paesi come la Siria che non vi hanno aderito sono previste speciali procedure di verifica.
L'organizzazione che si occuperà di analizzare i campioni raccolti è la OPCW (Organization for the Prohibition of Chemical Weapons), dopo di che il rapporto verrà consegnato al segretario generale dell'ONU che lo condividerà con gli Stati membri e il Consiglio di Sicurezza, e finalmente sapremo.
Ma, sarà sufficiente stabilire che le armi chimiche sono state effettivamente usate per conoscere con certezza il colpevole? E del resto, lo stesso Ban Ki-moon in un comunicato precisa che la missione ONU sarà in grado di stabilire, grazie alle prove raccolte, solamente l'utilizzo di armi chimiche da parte di qualcuno, non altro:
the UN mission is “uniquely capable of establishing, in an impartial and credible manner, the facts of any use of chemical weapons based directly on evidence collected on the ground.”
In ogni modo, il segretario generale dell'ONU in un altro comunicato rilasciato il 29 agosto, rimarca come la soluzione della vicenda siriana possa risolversi con il dialogo mentre alle ipotesi di un possibile intervento armato risponde che lui non fa speculazioni su cose che non conosce e che se si dovesse giungere all'uso della forza sarà la Carta a fornire il quadro di riferimento:
would not speculate on anything on which he is not aware, adding, “If there needs to be any such unilateral or military actions… as Secretary-General I would like to emphasize that it is the Charter that provides the framework for action to ensure international peace and security.”
image credit orientalreview.org
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