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Sarà, ma a me tutta questa retorica sull'unità d'Italia, sul sentirsi una nazione, mi fa l'impressione di quelli che vanno a messa la domenica mattina e quando escono già pensano a come ingannare il prossimo.
Nella mia percezione di ciò che è italianità e di ciò che è genericamente brava persona sta il senso dell'affermazione. Tutte quelle persone che raccolgono indifferenza o biasimo le vedo come italiani, quelle che invece raccolgono rispetto e stima le vedo come persone, indipendentemente dalla nazionalità.
Così è italiano il tutore dell'ordine che multa per un vetro dei fari appena rotto da qualcuno in un parcheggio, mentre si sta andando a cambiarlo, e non di notte. Italiano è l'impiegato del comune che al trentesimo giorno, quando sta per scadere la regola del silenzio assenso, invia la letterina in cui dice che vista la difficoltà della richiesta (mica vero) gli servono altri trenta giorni. Italiano è quel politico che mette da parte soldi per il nucleare e intanto li toglie dalle energie alternative. Questi sono italiani, e devo dire che non mi ispirano unità nè fiducia.
Le persone sono altre. Persona è chi chiama per dire: ma guarda che non mi è arrivato l'avviso di pagamento (perchè te ne eri scordato), persona è chi dedica il sabato pomeriggio a stare con gli anziani o raccogliere offerte, persona è chi va in ospedale come volontario, persona è chi non pensa a ingannarti e di essere più furbo.
Perchè una volta, se ce ne sono in discreto numero, non facciamo una festa dell'unità delle Persone?
E' di questa unità o di questa ricordanza che sentirei di più l'esigenza, non di quella pubblica e ufficiale delle sfilate. Di quella ci si scorda il giorno dopo, l'altra contribuisce a formarti come essere umano.
Sono d'accordo, ma ...
RispondiEliminaSono d'accordo perché gli italiani per prima cosa sono persone e, come persone, non sono mai state particolarmente nazionaliste.
Questa reazione di "amore" improvvisa però nasce dal fatto che talune genti :(
non riconoscono neppure più il nostro inno nazionale. Questo, per strano che possa sembrare, per una volta almeno ci ha unito, noi - noi del popolo - beninteso.
Per il resto, ti chiedo scusa ti essere entrata nel tuo blog e averti risposto,così a caldo.
Un caro saluto,
Lara
Non devi scusarti di niente, sia chiaro. Comunque mi rimangono delle perplessità che si possa instillare l'amor di patria con le feste in pompa magna. Preferirei dotarmi di politici e funzionari degni di rispetto, che poi il senso di appartenenza viene...
RispondiEliminaSono d'accordo su alcune riflessioni, ma non su tutto. Ad esempio non mi piace molto la categorizzazione. Penso che italiani e persone lo siano sia gli uni che gli altri. Io e molti altri (anche tu immagino) siamo italiani ma non apparteniamo a quella categoria.
RispondiEliminaÈ vero quello che dici sulle celebrazioni vuote. Ma penso che in certe situazioni difficili anche un po' di retorica potrebbe aiutare. So che questo commento è un po' generico, ma mi ci vorrebbe molto più tempo per formulare in modo più preciso il mio pensiero.
Dioniso, vi è ovviamente una forzatura in questa categorizzazione. Mi serve solo per sfrondare il campo dalla melensa retorica. E' pur vero che la stessa retorica può contribuire a formare uno spirito nazionale. Quello che non gradisco è l'invito costante delle istituzioni all'unità, in assenza di comportamenti coerenti e conseguenti, tipo quelli citati.
RispondiEliminaVedo che hai rivoluzionato l'aspetto del blog.
RispondiEliminaMi sa che la notifica per email funziona male. Non ricevo nulla.
RispondiEliminasi, un pochetto....
RispondiEliminaacc...mi dispiace, pure disqus è disqus
RispondiEliminaNo, no. Alla fine sono arrivati.
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