Contrariamente a quello che accade con altri polimeri, tipo il polistirolo o il policarbonato, questo nuovo polimero metallico supramolecolare (riprendo la definizione che usa Wikipedia di chimica supramolecolare, a cui rinvio per un approfondimento del concetto: chimica degli aggregati molecolari di più alta complessità risultanti dall'associazione di due o più specie chimiche legate assieme da forze intermolecolari ) non basa i legami molecolari sul legame covalente, bensì, utilizzando lo zinco, sul legame ionico. Quando l'energia proveniente da radiazione ultravioletta colpisce questi gruppi ligando-recettore, questi assorbono energia convertendola in calore, ed è appunto a questo calore che si deve l'effetto autoriparazione.
In un lavoro uscito recentemente su Nature (Burnworth et al. 2011), un gruppo di ricercatori ha utilizzato un polimero telechelico (cioè un pre-polimero che può assumere altre configurazioni strutturali grazie ai suoi gruppi terminali) gommoso, con i legami dei gruppi terminali non covalenti ma metallo-ionici. In un film di 0,4 mm di questo materiale sono stati praticati dei tagli di 0,2 0 o,3 mm di profondità e poi sono stati colpiti da una luce UV laser da 1 watt di potenza per 30 secondi. I ligandi metallici, grazie all'azione della luce laser che aumenta la loro temperatura, si distaccano perdendo viscosità e consentendo al film di riarrangiarsi nella configurazione finale autoriparata. Affermano gli autori che la luce laser può essere applicata anche solo localmente dove si è verificato il danno, consentendo di intervenire anche sotto carico.
L'utilizzo di questi materiali che si riparano da soli riguarda tutto il settore industriale, con particolare riferimento all'industria degli imballaggi o a quello dell'automobile. A questo pensava infatti la Nissan, con i suoi studi su una vernice che si potesse autoriparare dai graffi.
L'utilizzo di questi materiali che si riparano da soli riguarda tutto il settore industriale, con particolare riferimento all'industria degli imballaggi o a quello dell'automobile. A questo pensava infatti la Nissan, con i suoi studi su una vernice che si potesse autoriparare dai graffi.
Fonti
Nature
Supplementary Nature
New Scientist
Wikipedia
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