martedì 19 luglio 2011

Il precario arrabbiato e l'italiano inferocito

Se uno dovesse far la lista delle cose che non funzionano, non finirebbe più. Qui in Italia non funziona niente. Forse non ha mai funzionato o forse, pian piano, ha cominciato a non funzionare più fino ad arrivare alla situazione attuale.Ne è una testimonianza anche  questa esplosione sulla rete del wikileaks italiano (il precario arrabbiato) che in fondo fornisce solo del pettegolezzo politico, cose che già sappiamo abbondantemente e che invece di generare tanta acrimonia verbale dovrebbero indurre a cambiare atteggiamento, in un luogo dove può contare qualcosa, cioè dentro la cabina elettorale: fuori il vecchio e dentro il nuovo.
Già in un'altra occasione notavo come il semplice inveire, il conoscere i segreti nascosti e indicibili, rappresenti un appagamento. Il rischio però è che ci si accontenti di quell'appagamento e che al momento buono, magari, non si agisca coerentemente con le opinioni espresse precedentemente.
La satira nasce dall'impotenza. Siccome non si può fare molto per modificare quella che si ritiene un'ingiustizia, in questo caso tutti i privilegi e l'intoccabilità della cosiddetta casta, ci si accontenta di sbeffeggiarli, ridicolizzarli, insultarli. Il blog e la pagina Facebook del precario ne sono un esempio perfetto.

E' l'eterna ricerca del gossip, del pettegolezzo! Ora si applica alla politica: "ehi, avete saputo, i politici c'hanno il pass, o la tariffa agevolata!", così come altre volte si applicava al mondo dello spettacolo, che fossero Clooney e la Canalis o Ruby Rubacuori o Marrazzo o chi volete voi. Siamo curiosi e infantili perchè non ci interessa il quadro generale, il funzionamento globale del sistema, no, ci interessa il fatto eclatante, ci interessa la notizia morbosa. Siamo affamati di notizie di cronaca: basta guardare i Tg Mediaset, ne sono pieni. E ora, anche alcuni Tg Rai  stanno adottando lo stesso sistema. Un eterno onnipresente cicaleccio morboso sui fatti di cronaca, con la politica che, attraverso queste rivelazioni (per carità, è giusto farle e non ho nulla contro il precario arrabbiato) diventa fenomeno di cronaca, perdendo di vista l'aspetto fondamentale e preponderante. 

Che altro dobbiamo sapere ancora sui politici? Tutto quello che potete immaginare l'han fatto! Abbiamo bisogno sempre di nuova benzina per restare accesi? Sempre nuovi pettegolezzi, nuove scoperte sensazionali? Ma che aggiungeranno in più a quello che già sappiamo?

Questa esplosione critica nei confronti della casta non ha un fondamento costruttivo. E' solo distruttiva. Mira, cioè, a distruggere qualcosa che si sa di non poter mai modificare. Ma è una distruzione solo di facciata, in realtà non si scalfisce granchè. Come si dice: can che abbaia non morde. 

Scrivendo il post mi è venuta voglia di ridare un'occhiata a due best seller del duo Stella-Rizzo: La casta del 2007 e La deriva del 2008. La deriva, scritto a cavallo della crisi del Governo Prodi e dell'insediamento di quello di Berlusconi, è un ritratto impietoso di un'Italia non solo politica. E' tutta un'Italia che non va.
Come sottotitolo del primo capitolo il duo scriveva
E siamo arrivati al bivio: o una svolta o la sindrome Argentina.
Siamo sempre in mezzo al bivio, solo che è cambiata la nazione di riferimento: ieri l'Argentina, oggi la Grecia. Ecco, brevemente, l'indice piuttosto esplicativo del libro


  1. Quando i cinesi eravamo noi. Solo 270 giorni per fare la Costituzione, 8 anni per l'Autosole
  2. Sempre più padri, sempre meno figli. E ogni neonato ha 250.000 euro di debito pensionistico
  3. Bolli, sempre bolli, fortissimamente bolli. Per aprire una trattoria 71 timbri, per una licenza edile 27 mesi
  4. Infrastrutture: da primi a ultimi. Tredici anni per un ponte di 81 metri, 4 a Shanghai per 36 chilometri
  5. Cristoforo Colombo è finito in secca. Porti, navi, aerei, treni: fotografie di un declino  
  6. Ingordi d'energia senza pagare dazio. Il nucleare no, il petrolio no, gli inceneritori no, l'eolico no...
  7. Qui ci vuole un commissario. Emergenza! Emergenza! E lo Stato aggira le regole dello Stato
e così via, per 17 capitoli impietosi, non solo nei confronti dei politici (che recitano la parte principale), ma degli italiani tutti. Non sembra credibile una classe politica come quella che abbiamo e una popolazione di cittadini impeccabili. Non sembra affatto credibile. Chiunque accetti o solleciti favoritismi, clientelismi, raccomandazioni piccole o grandi si pone allo stesso livello di quella casta che magari ora accusa a pieni polmoni.
Noi replichiamo a chi ci chiede di mostrare la nostra integrità morale: ma se lo fanno loro, perchè non devo farlo anch'io? 

L'idea di fondo, e concludo è dunque questa, per me: c'è in questa violenza verbale la sensazione che ci sia uno iato tra mondo istituzionale e cittadinanza. Da una parte loro, che comandano e devono comportarsi bene, dall'altra il cittadino, distaccato. Manca, mi pare, la consapevolezza che uno Stato lo si costruisce un po' tutti e non solo i rappresentanti istituzionali. Se fossimo realmente meglio di questi nostri rappresentanti com'è che non riusciamo a sbarazzarcene e far entrare le persone adatte?
Alla costruzione di una società giusta non concorrono solamente uomini politici e amministratori. Mi sembra, in questo senso, che il disprezzo che si genera nel leggere queste notizie sui privilegi del potere politico sia fine a se stesso. Serve a generare un'onda di disgusto, una ripulsa, che si manifesta anche nel linguaggio, violento e brutale. Ma questa ripulsa ha un risvolto costruttivo? In fondo, un modo valido di scalzare una classe politica che si ritiene indegna è anche quello di adottare e far adottare e far diventare prevalente nell'opinione pubblica, un modo di comportarsi improntato all'onestà e alla giustizia. Anche questo è un modo valido di agire per cambiare le cose. Almeno rispetto al solo inveire.
Certo, non sto condannando in toto l'aspetto critico e sarcastico associato alle scoperte di sempre nuove ingiustizie e privilegi di casta. Ci sta anche e inoltre serve a far montare l'opinione pubblica, a creare fenomeni di pressione. Non so quanto durevoli ed efficaci, nonostante l'impegno del leghista Calderoli. Rilevo soltanto che se rimane un atteggiamento che appaga così in sè, allora è molto più innocuo del condurre una vita anonima ma onesta.

1 commento:

  1. Dobbiamo fare intervenire personalità straniere per fare raddrizzare la barca?
    I nostri governanti oltre alle brutte figure non sanno amministrare il Paese.! 

    RispondiElimina

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