A leggere quello che pubblicano i giornali, anche quelli di area governativa, il ministro Tremonti non gode di grande salute politica. Due, essenzialmente, i punti sui quali gli si richiede chiarezza: le sue affermazioni sul fatto di sentirsi spiato nella caserma della Guardia di Finanza e quelle riguardanti l'affitto della casa di Milanese.
Bechis, su Libero, in un articolo sul doppio Giulio, tocca proprio questi due punti
Che significa che fra privati può girare del nero? Non è forse privata la mia padrona di casa a cui pago l’affitto? Lo devo fare in contanti e lei semplicemente incassarlo nel disinteresse del fisco?
Infine la domanda più rilevante: quanti anni ha passato il ministro a sentirsi spiato e perfino pedinato prima di riparare nel 2009 a casa Milanese? Quali sono le prove di un’accusa così grave? È stata denunciata alla magistratura?
Cramer, sul Giornale, evidenzia maggiormente le accuse di sentirsi spiato
Di certo al premier non ha fatto piacere che il ministro Tremonti, per difendersi, abbia anche deciso di spruzzare un po’ di veleno. Nel giustificare il suo trasloco nell’appartamento di via Campo Marzio, offertogli dall’onorevole Milanese, Tremonti ha infatti detto che «da un certo momento in poi, in albergo o in caserma non ero più tranquillo. Mi sentivo spiato, controllato, in qualche caso perfino pedinato». Un’accusa, la sua, che alimenta sospetti, equivoci e trame che Berlusconi e il suo entourage giudicano quasi assurde.
D'Argenio, su Repubblica, riporta indiscrezioni del premier, riassunte nel titolo Non muovo un dito per difenderlo
"Non muoverò nemmeno un dito per difenderlo". Silvio Berlusconi non ha dubbi: il soldato Tremonti non va salvato.
Siccome però il Presidente Napolitano vede in Tremonti un baluardo all'attività degli speculatori, girano voci che
"Non dobbiamo fare niente per difenderlo ma nemmeno per attaccarlo perché nessuno si deve assumere la responsabilità delle sue dimissioni. Devono essere una sua scelta". [...] "Tremonti va difeso tiepidamente con la consapevolezza che proteggiamo il partito e il governo, non lui"
Oltre a questo, c'è da considerare pure la situazione di Milanese, del quale a fine settembre si voterà l'autorizzazione all'arresto. Non sembra che, nei suoi confronti, ci sia quella difesa a oltranza messa in mostra per Papa.
Infine, sul Corriere, Sergio Romano risponde alla lettera di Tremonti, evidenziando gli interrogativi sollevati da tutti: l'affitto
Giulio Tremonti è stato, quando aveva uno studio professionale, uno dei migliori fiscalisti del nostro Paese e sa bene quali siano le transazioni che non espongono il cittadino italiano alla tirannia dello Stato esattore. Ma se l'inquilino è il ministro delle Finanze, un contratto d'affitto e un bonifico bancario sarebbero stati preferibili.
e il sentirsi spiato
Quando diffida di un corpo dello Stato di cui è responsabile, il ministro dovrebbe promuovere una inchiesta, accertare i fatti, informare eventualmente la magistratura. Non lo deve soltanto a se stesso. Lo deve ai contribuenti e a una istituzione che ha bisogno, per operare, della fiducia del Paese.
Dunque, come si diceva, tempi grami per Tremonti (e per i suoi stretti collaboratori).
Nessun commento:
Posta un commento
Come si dice, i commenti sono benvenuti, possibilmente senza sproloqui e senza insultare nessuno e senza fare marketing. Puoi mettere un link, non a siti di spam o phishing, o pubblicitari, o cose simili, ma non deve essere un collegamento attivo, altrimenti il commento verrà rimosso. Grazie.