E' senza dubbio vero che non si può non solidarizzare con chi, facendo il proprio dovere (quando lo fa in maniera corretta) rischia l'incolumità. Tiene a rimarcarlo il premier Monti che ieri ha incontrato i dirigenti di Equitalia e Agenzia delle Entrate per esprimere loro la propria incondizionata solidarietà.
Però occorre come sempre essere imparziali nel giudicare le cose. Se è vero che non è responsabile l'agenzia che riscuote (fatto salvo i modi in cui lo fa) del malessere di tanti contribuenti, è altrettanto vero che un responsabile c'è ed è, di volta in volta e a seconda dell'errore, lo Stato, il Governo, le agenzie che riscuotono o il contribuente stesso.
Lo Stato quando non tutela allo stesso modo i creditori, e quindi i debitori. I creditori pubblici hanno vie preferenziali che i creditori privati non hanno, tanto è vero che molte aziende private che vantano crediti nei confronti dello Stato spesso non riescono a fare niente per ottenere quanto gli spetta, se non atti inconsulti mentre lo Stato può arrivare subito al pignoramento.
Il Governo quando, rendendosi conto della situazione e giudicandola degna di attenzione, non interviene modificando le norme esistenti, rendendole puù adeguate alla situazione contingente, magari solo in via temporanea.
Le agenzie che riscuotono, quando commettono errori (alcuni casi aneddotici sono a mia conoscenza), magari effettuando un controllo in meno che uno in più e sottoponendo i contribuenti alla perdita di ore di lavoro senza poi risarcirli adeguatamente, anche se quest'ultima non è competenza loro [si legga, per puro divertimento, questa Lettera a Babbo Mario sui regali a Equitalia pubblicata sul Fatto].
E' chiaro che ci aggiungo anche il contribuente. Anche il contribuente sbaglia, ci mancherebbe. Ma vi è differenza tra chi sbaglia per piccole cifre e chi per grandi? Soprattutto alla luce della considerazione che lo sbaglio per piccole cifre può essere veramente uno sbaglio mentre quello per grandi cifre raramente lo è. Lo Stato che eventualmente non distingue tra colpa e dolo è ancora degno di fiducia, come richiede Monti nel suo comunicato?[vedi Monti incontra Direttore Agenzia Entrate e vertici Equitalia]
“il governo ha posto il rispetto delle regole e delle istituzioni, e la lotta all’illegalità, come questione prioritaria. Per riacquistare fiducia nel futuro – ha detto – dobbiamo avere fiducia nelle istituzioni che caratterizzano uno stato di diritto e, tra queste, voglio menzionare l’Agenzia delle Entrate ed Equitalia”.
Nel prosieguo Monti dice anche
Se tutti pagassimo il dovuto – ha ribadito Monti – tutti pagheremmo meno e avremmo servizi pubblici migliori”. [Monti incontra... cit.]
ma io ritengo che sia vero anche l'assunto: nei momenti di crisi chi comanda deve fare i sacrifici maggiori. Che penseremmo (e cosa abbiamo pensato) di quel capitano che abbandona la nave alla deriva prima dei passeggeri? E cosa pensiamo di quei dirigenti e politici che continuano a percepire stipendi venti o trenta volte quelli di un comune cittadino e che ritengono di cavarsela dicendo: ma adesso la retribuzione me la sono diminuita, non guadagno più venti volte il tuo stipendio ma solo diciotto volte. Non sembra una presa in giro?
Non conosco una condizione democratica in cui agli onori non siano associati degli oneri. Quali sono gli oneri della classe al potere?
"[...] la lotta all’evasione fiscale ha costituito un punto cardine del programma del governo" prosegue Monti, ma noi cittadini chiediamo che con lo stesso impegno e determinazione agisca nei confronti dei tagli alla spesa pubblica, a cominciare da chi ha e ha sempre avuto stipendi principeschi.
E' vero che qualcosa si sta pur muovendo e lo si deve a questo Governo: rateizzazione con ulteriore proroga e stanziamento di 2 miliardi per il rimborso dei crediti Iva sono degli inizi, ai quali fare seguire la compensazione crediti e debiti (che, vado a memoria, in qualche conferenza stampa Monti stesso aveva bocciato) e, soprattutto, il pagamento ai privati che vantano crediti nei confronti dello Stato e il risarcimento per il tempo perso quando la colpa è della pubblica amministrazione.
La fiducia è una cosa seria diceva una pubblicità del passato: è ancora così. Per quanto è facile perderla per un nonnulla occorre invece un grande impegno per ottenerla. Forza.
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