Mi fa un effetto contrasto molto forte osservare da una parte i tre sindacati Camusso, Bonanni, Angeletti, insieme al Presidente Errani e al capo della Protezione civile Gabrielli, che si sono incontrati tutti a Marzaglia, in provincia di Modena e il buffet pre-parata 2 giugno, per 2000 ospiti, che si è tenuto al Quirinale.
Da una parte, a Marzaglia, ho visto personalmente la Camusso in Tv bere da una bottiglietta d'acqua, presa da sopra un tavolino sul quale erano allineate alcune lattine, con Angeletti che parlava da un megafono, il tutto in un'atmosfera veramente sobria e informale e dall'altra, al Quirinale, un buffet che, seppure ridimensionato, per Lettera 43 si componeva di (forse esagerato sul versante vini)
Niente cena a buffet, ma un cocktail definito «rinforzato»: piccoli panini, tartine a volontà, mozzarelle (prelibata bufala compresa) e il tanto atteso cous cous presidenziale. Senza dimenticare il sormonté (dolce o salato?), frutta abbondante e piccola pasticceria.
Il tutto servito da 200 compitissimi camerieri e innaffiato da ottimi vini italiani - si parla addirittura di 5 mila bottiglie (della serie bere per dimenticare?) - tra cui il nobile frizzar del Ferrari e le raffinate bollicine Franciacorta.
Ho, evidentemente, una distorta percezione dell'autorevolezza istituzionale. Per carità, lungi dal voler instaurare un regime di povertà all'interno delle istituzioni (ma poi, perchè no?) ma vi voglio raccontare un aneddoto che propongo spesso (sarà l'età): non ho mai visto i miei genitori privarci (noi figli) di qualcosa per prendersela loro. Anzi, è sempre avvenuto il contrario: si sono sempre privati loro di qualcosa in favore nostro. Da questo discende quello che potremo definire un rispetto non semplicemente ontologico, di quello che si deve all'oggetto genitoriale in sè, ma un rispetto guadagnato sul campo. E' necessario un po' di tempo per capirlo, ma alla fine lo comprendi perfettamente.
Ora, ho come l'impressione che le nostre autorità, i rappresentanti delle nostre istituzioni, richiedano a forza il rispetto ontologico proprio perchè incapaci di fornire quello guadagnabile sul campo.
Una delle forme meritocratiche campali è la capacità del rappresentante istituzionale di sacrificare se stesso per la comunità che rappresenta (senza perdere il decoro, del resto). Se questo rappresentante è, metaforicamente, il primo a lasciare la nave e l'ultimo a fare sacrifici fa bene a pretendere il rispetto a forza (anche di riti e cerimonie).
Devo dire che quando racconto questo piccolo aneddoto molti ci si ritrovano e ne raccontano a loro volta di simili. A mio ricordo, i miei genitori non hanno mai dovuto fare una petizione per ottenere rispetto: anche quando erano severi, la bilancia era sempre ampiamente a loro favore.
Qua invece il rispetto ce lo devono chiedere a forza, ce lo devono imporre come a tanti scolaretti discoli, che non vogliono adeguarsi.
Quando avverrà che il rispetto istituzionale si darà per i propri comportamenti e non per le cerimonie con tanto di pennacchio?
A meno che non si voglia ipotizzare che per capire queste cose dovremo raggiungere un'età ancora maggiore di questa, ma molto.
imagesource blog.libero.it/carpediem56
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