Aggiornamento 21 luglio: i parametri fissati dal Consiglio dei Ministri per l'accorpamento delle province (fatti salvi, come detto, i capoluoghi di provincia) sono una popolazione inferiore a 350 mila abitanti e una superficie inferiore a 2.500 chilometri quadrati (vedi comunicato stampa CdM). E' di immediato rilievo che tutte le province segnalate nel secondo grafico (dimensione territoriale, cifre a destra) sarebbero sottoposte ad accorpamento, esclusi i 6 capoluoghi). Giova ancora ripetere che l'accorpamento riguarda solo l'aspetto burocratico-amministrativo e una provincia accorpata continua ad esistere a tutti gli effetti dal punto di vista geografico e legale, cioè si potrà sempre direi in provincia di..., anche se quella provincia è stata accorpata. Inoltre, dal Corriere un'infografica interattiva su come potrebbe essere la geografia dell'Italia dopo l'accorpamento.
Il decreto approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, quello incentrato in gran parte sulla spending review, parla chiaro: uno degli obbiettivi è quello di dimezzare l'attuale numero di province.
Il decreto approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, quello incentrato in gran parte sulla spending review, parla chiaro: uno degli obbiettivi è quello di dimezzare l'attuale numero di province.
Le province italiane sono 110. I parametri sui quali effettuare l'accorpamento sono due, la dimensione territoriale e la popolazione, ma verranno meglio definiti entro 10 giorni dall'entrata in vigore del decreto. I capoluoghi di provincia non sono interessati dall'accorpamento.
Si stabilisce inoltre la formazione di 10 città metropolitane, entro il 1° gennaio 2014. Sono: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria, che assumeranno la funzione delle relative province che saranno quindi eliminate. Alle province rimaste dagli accorpamenti rimarranno solo un paio di competenze, ambiente e trasporti-viabilità, mentre le altre funzioni verranno assegnate ai comuni.
Il Sole 24 Ore ha provato a fare una lista delle province potenzialmente a rischio: è disponibile qui. Anche il Corriere ne ha preparata una.
Vi propongo anche io, qui di seguito, due elenchi di province potenzialmente a rischio, uno per popolazione e uno per dimensione territoriale, entrambi decrescenti: è da notare che nelle 55 province a rischio accorpamento dell'elenco per popolazione vi sono quattro capoluoghi di provincia, che farebbero optare per le quattro immediatamente sopra la posizione 56,
e questo è l'elenco per dimensione territoriale (qui ci sono sei capoluoghi).
Ho usato la pagina di it.wikipedia Province d'Italia, in cui l'elenco delle classifiche è personalizzabile per popolazione, superficie, densità e comuni. Ovviamente questo è un mero esercizio ipotetico perchè i vari parametri che concorreranno all'accorpamento sono da definire da parte del governo e dunque solo su quella base sarà possibile decidere.
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it.wikipedia.org
corriere.it
it.wikipedia.org(2)
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invece di tagliare le province: si tagliassero le loro pensioni ed i loro stipendi da nababbi, macchine blu e le scorte per andare a comprare le scarpe nel centro di Torino.
RispondiEliminaSe siamo tutti Italiani i sacrifici li devono fare tutti, non solo un parte, loro chi sono???? non sono forse Italiani?????? BASTA ! BASTA!
VERISSIMO!
RispondiEliminabasta non pagere più le tasse e i servizi, così si blocca il sistema e, non l'eurofallimento, ma il mondo intero li caccia via
RispondiEliminaTutto gira sempre e solo a loro favore! qui in svizzera gira sempre alla pari...
RispondiEliminachissà perché !!!!
Lo schifo che monti sta creando in italia non l avevamo mai visto prima.
RispondiEliminaperché lui non si elimina il suo stipendio di quasi 70mila euro al mese e inizia a campare con 700 euro?
l euro ci ha rovinato!!!!
1 novembre 2012 15:55
RispondiEliminaIl problema non è Monti ma tutti gli Senatori deputati tutti quelli che rubano nella politica e se qualcuno dice io non rubo le rispondo allora
scagli la prima pietra e si o nesto con la tua coscienza!!!!