martedì 17 luglio 2012

Neonata morta e cartelle cliniche all'ospedale di Boscotrecase: la registrazione audio che accusa

Arrivati a un certo punto c'è un che di insopportabile che non sai se attribuire a una certa classe di individui, a una certa area geografica oppure alla specie umana nel suo insieme.
Uno degli eventi che maggiormente scatenano quella condizione che chiamiamo impulso morale e che vorremmo provenire dalle migliori manifestazioni dell'indole umana, è quello legato all'esecuzione di una violenza nei confronti di un essere indifeso ovvero al perpetrare un'ingiustizia nei confronti del più debole. In generale ritengo che chi avverta intimamente questa situazione, sì da scatenargli appunto l'impulso morale, appartenga a quella classe di individui in grado di rivivere personalmente le conseguenze di un atto di sopraffazione.
Ora, anche se i dati sono al momento insufficienti e certi situazioni, chiarendosi, potrebbero apparire molto più attenuate, ci sono quelle parole così stridenti dopo la morte della neonata che sembrano come infliggere una seconda pena.


Così le riporta il Corriere, frutto di una registrazione audio nel caso della morte di una neonata a 5 giorni dal parto avvenuto nell'ospedale di Boscotrecase in provincia di Napoli, parole al vaglio degli inquirenti che hanno fatto decidere per la richiesta di rinvio a giudizio e che lasciano immaginare scenari di grande degrado
«Vedete di apparare questa cartella nel migliore dei modi». «Vediamo di metterla a posto ora che si può fare, domani potrebbero sequestrarla...».
e, riferite alla neonata, queste altre di inusitata ferocia
«... quella puttana non si è voluta riprendere e noi lo abbiamo preso in culo...».
Il tentativo sembra quello di alterare la cartella clinica ed emerge mesi dopo il fatto quando
 uno dei medici che aveva partecipato al parto confessò al pm di Torre Annunziata Emilio Prisco, di aver effettuato una intercettazione ambientale registrando parte dell'incontro avuto con il primario e l'ostetrica presenti al parto, mentre si decideva di “confezionare” una nuova cartella clinica che garantisse loro l'impunità. 


Forse potrebbe essere interessante ripensare anche agli avvenimenti della nostra vita e verificare se è possibile trovare momenti in cui, per sfuggire  una opprimente responsabilità, si deroga a quella minima quantità di umanità che di solito sembra concessa a tutti. Fino a dove potremmo spingerci pur di non assumerci le nostre colpe? Non voglio fare la parte di quello con l'indice puntato ma se non si recupera un po' di umanità hai voglia a crescere, non ci salva più nemmeno il boom economico.

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