sabato 14 luglio 2012

"Te lo do io il bosone!" il lato oscurantista di chiesa e cristianesimo

Un florilegio tra eccessi dottrinari e impressionanti ingenuità. La chiesa non rinuncia al suo interiore arcaismo, alla crudeltà delle origini, all'intolleranza del fanatismo, rendendo ancora una volta di più impressionante il divario tra il messaggio amorevole racchiuso in parte della sua dottrina e la durezza con la  quale alcuni vorrebbero imporlo. Per non parlare dell'ingenuità, a volte ai limiti del patologico, di chi si sorprende di quelli che non credono al diavolo o al soprannaturale. 
E' la dottrina la fonte del rispetto e dell'amore per gli altri oppure è una conseguenza del proprio essere? Nel primo caso si danno, spesso, gli eccessi e le intemperanze nel secondo, spesso, si mettono da parte le differenze religiose e si guarda all'uomo in sè.


E' sempre sorprendente come ci si possa confondere su questo punto: i fanatismi sono tutti simili, sono basati sull'intolleranza, sull'odio, sulla discriminazione, sull'osservanza  pedissequa della parola scritta, del libro sacro; l'altruismo, l'abnegazione, il rispetto, non hanno necessità del sostegno dottrinario, forse trovano un compendio nel sostegno concettuale di una dottrina ma non ne sono causati. Le conseguenze, in quest'ultimo caso, potrebbero essere quelle osservabili nel filmato: è nel nome del vangelo che si agisce, o si crede di agire, per il bene, e quindi brandendolo come una spada si cerca di piegare gli altri a quella volontà e non il contrario. Il contrario è: è nel nome del solidarismo universale e dell'umanitarismo che si agisce, la dottrina è un corollario.
Del resto, mi chiedo: senza la forte imposizione di una dottrina sarebbe possibile rinunciare al naturale egoismo? Sì, l'intelligenza razionale, anche se non accompagnata da compartecipazione affettiva, è in grado di comprendere (e ne è stata probabilmente all'origine) i principi che regolano i diritti universali. E chi si dà alle scritture rinuncia al proprio naturale egoismo? Non sono nella testa di tutti i fervidi credenti, ma alcune manifestazioni esteriori e di pensiero lascerebbero intendere di no.
Infine, per non voler essere quello che grida alla tolleranza ma si comporta da intollerante, affermo la piena legittimità, per chi lo desidera, di credere in Dio e seguirne i dettami. Osservo solo che  sarebbe bello che le varie dottrine religiose non fossero un impedimento a un miglioramento dei rapporti tra umani.





imagecredit philosophiesofmen.blogspot.com

2 commenti:

  1. Il problema è che una religione (qualsiasi, non solo quella cristiana) non può non essere intollerante.
    Perché? Ognuna di esse ha la verità rivelata (non lo dico io, lo dicono loro) e quindi - logicamente - chiunque non creda a quella verità non può che sbagliare. Magari in buona fede, ma pur sembre sbagliare.

    Saluti,

    Mauro.

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    Risposte
    1. Probabilmente trarrebbero beneficio da un aumento dell'aspetto filosofico, come avviene nel buddismo

      Elimina

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